La Grecia dopo Alba Dorata
Dopo l’ondata di arresti fra i deputati del partito neonazista Alba Dorata e suoi affiliati, accusati di omicidio, estorsione e riciclaggio in seguito all’uccisione del rapper antifascista Pavlos Fissas, giornali ellenici e stranieri si interrogano sulle conseguenze politiche del giro di vite sull’estrema destra in Grecia
“Vedrai, dopo l’omicidio del rapper prenderemo il 40% dei voti!”, “L’accordo era che, subito dopo gli agenti antisommossa, ci schieravamo noi con le catene. Lo prendeva sempre Nikos il ‘corto’”… Frammenti di dialoghi, intercettati dalla magistratura, fra i membri di Alba Dorata prima di finire in manette lo scorso fine settimana, dopo che la Grecia si è infiammata a causa dell’assassinio del giovane musicista hip hop Pavlos Fyssas da parte di George Roupakias, capo della sezione di Alba Dorata di Nikaia, hinterland di Atene, omicidio avvenuto la notte fra il 17 e il 18 settembre.
Dopo l’ondata di arresti fra i deputati del partito neonazista (sei su 18 parlamentari di Alba Dorata) e suoi affiliati, e mentre gli interrogatori davanti ai giudici si susseguono a partire da martedì 1 ottobre, giornali ellenici e stranieri si interrogano su cosa succederà adesso. Che fine faranno i voti dati ad Alba Dorata nelle scorse elezioni del giugno 2012? E’ stata davvero una sorpresa scoprire relazioni privilegiate fra polizia e chrysavghites (da Chrysì Avghì, Alba Dorata)?
Rapporti scomodi tra Alba Dorata e forze dell’ordine
Partiamo da quest’ultimo punto. Già numerose inchieste un anno fa avevano mostrato che ad Atene un poliziotto su due aveva votato per il partito della svastica. A ciò si è aggiunto, fra i tanti scoop di questi giorni di molti quotidiani, quello di lunedì del quotidiano To Ethnos, che ha mostrato la foto di un noto squadrista aggredire i manifestanti antifascisti stando a un passo dai poliziotti, che non lo degnavano di uno sguardo, quasi fossero vecchi amici, proprio il giorno successivo all’assassinio a sangue freddo del rapper di sinistra Pavlos Fyssas, pugnalato da un membro di Alba Dorata la notte fra il 17 e il 18 settembre. Un omicidio che ha infiammato le piazze elleniche.
Ethnos ha inoltre passato al setaccio le riprese dei raduni di Alba Dorata degli ultimi mesi: eccolo lì, lo squadrista di cui sopra accanto all’inseparabile amico, l’assassino ormai confesso di Fyssas, George Rupakias. La frase intercettata dagli inquirenti “L’accordo era che, subito dopo gli agenti antisommossa ci schieravamo noi con le catene. Lo prendeva sempre Nikos il ‘corto’”, ha trovato quindi un innegabile fondamento.
A chi i voti dell’estrema destra?
Quanto alle conseguenze dell’inchiesta in corso sull’opinione pubblica, due sorprendenti sondaggi confrontati dal quotidiano satirico To Pontiki fanno sorgere dubbi sulla sicurezza, sbandierata dal governo e in particolare dal centro destra di Nuova democrazia, sul fatto che i voti di Alba Dorata andranno ai partiti che appoggiano l’esecutivo. Sono due sondaggi, uno dell’istituto Alco e l’altro di Mrg, che in sostanza arrivano alla medesima conclusione. Gli elettori che nel giugno 2012 scelsero Alba Dorata…rivoteranno Alba Dorata (circa il 6,8 %, il partito neonazista aveva ottenuto il 7%).
Stabili anche le percentuali degli altri partiti, sempre secondo entrambi i sondaggi: né Nuova Democrazia, né i socialisti del Pasok (entrambi nella coalizione di governo) trarrebbero vantaggi da un nuovo voto. E neppure, questa la maggiore sorpresa, l’opposizione della sinistra progressista di Syriza. Doveroso precisare, però, che i due sondaggi sono stati fatti nei giorni successivi al brutale assassinio del rapper Pavlos Fyssas, ma prima dell’arresto dei deputati di Alba Dorata.
Rischi per la governabilità
Quanto alle conseguenze immediate sulla governabilità del Paese, il Parlamento sta applicando la legge in materia. In particolare, ieri sono stati bloccati i finanziamenti statali a Chrysì Avghì, che in un anno e mezzo ha incassato un milione e 200mila euro come partito che ha un gruppo parlamentare di 18 deputati. Il blocco dei finanziamenti segue la stessa norma giuridica che consente gli arresti dei deputati (senza che per questo decadano dalla qualifica parlamentare): le manette sono a norma di legge, in quanto in Grecia non è necessaria l’approvazione in proposito del Parlamento in caso di “associazione criminale”, capo d’accusa su cui è basato il mandato d’arresto della Corte Suprema greca, l’Areion Pagos.
Sempre secondo la legislazione, il ministro degli Esteri Evanghelos Venizelos, citando la Costituzione, ha sottolineato che in casi del genere, anche se i deputati di Alba Dorata mettessero in pratica la loro minaccia di dimettersi e fare cadere così il governo, il Parlamento potrebbe ugualmente continuare a funzionare legittimamente con un numero inferiore ai 300 parlamentari attuali.
Resta un’amarezza di fondo, espressa da un giornale tedesco, Tagespiegel: “Che cosa ne sarà dei 500mila elettori di Alba Dorata che negli ultimi mesi, secondo i sondaggi, erano saliti a un milione? La maggior parte di loro, continua Tagespiegel, non sono nostalgici di Hitler. Il partito è frutto della crisi, soprattutto fra i giovani che non hanno lavoro né prospettive di averlo. Nessuno sa, nel caso Alba Dorata sia messa fuori legge, dove si orienteranno i suoi elettori, ma una cosa è certa: a beneficiarne non saranno i partiti di centro. “Coloro che prestano soldi alla Grecia”, conclude il quotidiano tedesco, “devono capire che quanto più spingono il Paese nella recessione con misure di austerity, tanto più la società greca e il sistema politico rischiano di esplodere”.