Danubio: una mappa, sulle tracce dell’ “Erdkunde”
Viaggiare i Balcani ha da poco presentato una mappa interattiva del Danubio. Una modalità soggettiva e piena di scelte di campo per raccontare un territorio ricco ed amato. La presentazione del promotore dell’iniziativa e un’intervista all’illustratrice che l’ha realizzata
L’idea di questa mappa nasce dal desiderio di recuperare la lezione dell’Erdkunde. Tale termine, coniato a metà ottocento dal geografo tedesco Carl Ritter, significa “conoscenza storico-critica della Terra”, e divenne il nome della famosa scuola di geografia critica tedesca di cui Ritter fu massimo esponente assieme ad Alexander von Humboldt.
In opposizione a quella che definivano la “dittatura cartografica”, ossia la riduzione del mondo ad una rappresentazione spaziale, per i seguaci dell’Erdkunde ogni opera scientifica (quindi anche geografica) si reggeva su di una scelta di valori assolutamente soggettiva, il “punto di vista umano”; e conseguentemente, l’unica forma possibile di conoscenza si basava sull’ammissione del carattere storicamente e socialmente determinato, dunque relativo, della natura terrestre.
L’Erdkunde entra in crisi tra la fine dell’ottocento e l’inizio del ventesimo secolo con la geografia positivistica e la geografia umana che partono unicamente dal reale, aderendo al concreto, cioè alla carta. La geografia, scrive Franco Farinelli, "torna ad essere un dispositivo ontologico, un silenzioso strumento per la definizione implicita – dunque non sottoposta a riflessione – della natura delle cose del mondo, esito invece di processi sociali, culturali e politici, di conflitti e negoziazioni". Il punto di non ritorno giunge nella seconda metà del novecento con la geografia quantistica, che pretende di ridurre il mondo ad una serie di calcoli.
Come ha ricordato Sue Clifford, costruire una mappa è invece una dichiarazione collettiva di valori, un’affermazione di principi di coinvolgimento: "Il farsi carico direttamente di un luogo". La caratteristica principale nella fase di ideazione di una mappa è che "si sceglie cosa includere e cosa escludere, ma anche la scala alla quale si desidera lavorare, i confini da usare, i materiali, i simboli, le parole…”. Il termine "luogo" in questa accezione sembra rispecchiare il significato accordato da Ritter, ossia un “campo d’attenzione” la cui forza dipende dall’investimento emotivo di chi lo frequenta, e quindi qualcosa di strettamente connesso alla nostra identità, definibile unicamente in rapporto agli altri esseri umani con cui ci troviamo ad interagire.
Durante la prima edizione dell’iniziativa "Navigando lungo i sapori del Danubio serbo" abbiamo coinvolto Cristina Portolano, illustratrice e fumettista napoletana. Al contrario della moderna figura del cartografo curvo sulle sue tavole in una fredda stanza mal illuminata, Cristina – come i vecchi geografi dell’Erdkunde – ha trascorso sette giornate all’aria aperta, intenta ad osservare con una matita in mano e un quaderno tra le braccia: aria aperta come viaggio, spostamento, mobilità del soggetto. La matita come discorso, sempre parziale e incompiuto eppure rivelatore di qualcosa di unico, un particolare modo di guardare e rappresentare il mondo.
La mappa e i disegni che trovate in questo sito potrebbe essere definiti con la parola tedesca ansicht (letteralmente “veduta”), che in realtà significa due cose: quello che si vede e quello che si pensa, a segno del loro senso unitario, della loro originaria inscindibilità. Lungi da qualsivoglia pretesa di oggettività o precisione, rappresentano piuttosto l’incontro tra persone e luoghi, trasposti sul foglio di carta da un’illustratrice curiosa ed empatica, degna erede di Ritter e gli altri geografi dell’Erdkunde.
Cristina Portolano Nata a Napoli nel 1986, ha studiato fumetto e illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e a l’EnSAD di Parigi. Entra a far parte dell’etichetta indipendente Ernest virgola con cui autoproduce fumetti e altro. Vince il premio Napoli MONITOR per la sezione reportage disegnato ed inizia a collaborare al mensile. Ha partecipato al progetto “Peso alle immagini” incontro tra illustrazione contemporanea e ceramica esponendo in diverse città italiane. Disegna murales e si interessa ai progetti europei. Ha collaborato inoltre con Lo Straniero, Coconino Press, Illywords, ModernSpeen, MamiVerlag, Crack!, Hamelin, AltreVelocità, Delebile, Komikaze. Attualmente vive e lavora come freelance a Bologna.