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Greci, eroi d’Europa

Da anni affrontano anni duri e difficili. I cittadini greci stanno vivendo sulle proprie spalle la crisi del proprio paese e dell’Europa. Ma, come in passato, non senza eroismo. Una recensione alla ricerca di un’altra Europa

07/04/2014, Diego Zandel -

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Grecia (flickr/Elisa Triolo)

Ci sono molti modi per affrontare la crisi economica che attraversa l’Europa. Uno di questi è quello greco. Non fa troppo affidamento sui propri governanti , né – tanto meno – sulle virtù amministrative di una troika la cui supposta competenza è accompagnata dai vincoli burocratici di una Unione Europea che si muove per schemi rigidi, circoli di potere e predominio tedesco.

No, i greci fanno affidamento su se stessi, singolarmente, da buoni individualisti quali sono, ma in un quadro di forte identità nazionale che dà loro la coscienza di essere un piccolo popolo che ha una grande e complessa storia, e per tanti versi ineguagliabile. Un popolo capace, quando tutto sembra perduto, di tirar fuori la parte più profonda della sua natura: quel senso di eroismo che ci riporta ai 300 delle Termopili, ai patrioti che seppero respingere sul campo l’aggressione italiana di fascista memoria, e poi ammainare la bandiera nazista sull’Acropoli in piena occupazione tedesca.

Ora tirano fuori le unghie, resistendo a tutti i tagli, di stipendi, di pensioni, di posti di lavoro, di cure mediche, alla fame, all’arroganza, al preventivato default e a quant’altro e altri li voleva finiti, morti. Ma sono più vivi che mai. E, verrebbe d’aggiungere, lottano insieme a noi per un’Europa migliore, di uomini e istituzioni, le cui gambe poggino sul terreno più alto e decoroso, più solido per tutti in prospettiva.

Per quell’Europa voluta dai padri fondatori all’indomani della Seconda guerra mondiale, e non questo sosia tenuto su dai pressoché esclusivi interessi finanziari delle banche e da cancellerie grette e poco solidali.

E’ il pensiero di chi scrive, ma anche quello che si ritrova nella lettura di “Greco, Eroe d’Europa”, edito da Albeggi Edizioni e scritto da Francesco De Palo, un giornalista profondo conoscitore della Grecia, collaboratore di un paio di quotidiani e direttore del magazine Mondo Greco. Un libro che fa il punto della situazione allo stato attuale delle cose, dalle prime misure economiche per fronteggiare la crisi alla reazione dei mercati e della gente, dai rischi per le sorti della democrazia greca a causa dei rigurgiti di ispirazione nazista all’assunzione da parte della Grecia, lo scorso primo gennaio, della Presidenza Europea per il semestre in corso.

De Palo, naturalmente, non si limita a dichiarazioni di principio: tira fuori dati, ma soprattutto casi, episodi, scene di vita, dettagli che meglio offrono la chiave per capire il momento che la Grecia sta attraversando e come lo si sta affrontando.

De Palo chiaramente è andato per le strade a raccogliere testimonianze. “Da un lato, dunque “scrive De Palo “criticità dolorosissime in quanto toccano pelle e carne di semplici cittadini. Dall’altro, il mostro a sei teste della cattiva amministrazione. Quella che ha fagocitato negli anni miliardi di fondi europei, spendendoli in ritardo e male”.

Gli esempi, dalla voragine dei debiti dell’IKA, la cassa mutua pubblica greca, che ormai ha lasciato senza cure fette sempre più larghe di cittadini al divieto di accesso nelle città maggiori di auto diesel “in questo modo incoraggiando l’acquisto di auto a benzina che oggi sono diventate un lusso con la verde a 2 euro”, ai tagli dei finanziamenti pubblici per la cultura a cominciare da quelle istituzioni storiche che erano il vanto del paese. Con tutti i risvolti del caso, di quanti, come i neonazisti di Xrisi Avghi, strumentalizzano la situazione per aumentare il proprio consenso tra la popolazione soffiando sul fuoco dell’odio razziale, della contrapposizione violenta che non esita a parlare di forni crematori per gli extracomunitari ed altre crudeltà del genere.

Posizioni estreme puntualmente documentate “da un regista greco che ha seguito nell’estate del 2012 per quasi un mese i membri di Alba dorata, durante le fasi pre elettorali, registrando comizi, visite nei mercati rionali, progetti e dichiarazioni” e trasmesse dal canale televisivo britannico Channel 4. Naturalmente, a tutto ciò si contrappongono i racconti di umanità solidale e di iniziative come, ad esempio, solo per dirne una, della “scuola serale di Heraklion a Creta (che) ha pensato di creare un’agenzia di reclutamento per studenti disoccupati, in collaborazione con l’Associazione di Commercio e associazione Albergatori” attivando anche un salvadanaio per gli studenti bisognosi.

Dai singoli episodi di solidarietà e creatività, dopo una seconda parte del libro dedicata a interviste al giornalista greco Kostas Vaxevanis – che era stato fatto oggetto di minacce (e arrestato e processato) per aver pubblicato i nomi dei grandi evasori fiscali greci, e allo scrittore Petros Markaris, De Palo dedica tutta la terza parte del libro ai personaggi che, dai tempi delle Termopili a oggi, meglio illustrano lo spirito greco e la fierezza del carattere.

Quello spirito e quel carattere che sono la migliore risposta a un’Europa oggi forse dimentica di quelle radici che la Grecia pur sempre, per essa, rappresenta.

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