Trento film Festival: dalla Norvegia ai Balcani

Tra le nevi della Norvegia, con la mafia serba oppure a seguire un venditore ambulante nella valli più sperdute della Grecia. Si è aperto sabato scorso il 62mo Film festival di Trento. Una presentazione

28/04/2014, Nicola Falcinella -

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Una scena tratta dal film "In order of disappearance" di Hans Petter Moland

L’anteprima italiana della commedia nera norvegese “In Order Of Disapperance” di Hans Petter Moland ha inaugurato sabato il 62° Film Festival di Trento, che si concluderà domenica dopo una settimana intensa di proiezioni e incontri. Una pellicola nordica che ha conquistato il pubblico dell’ultimo festival di Berlino, anche se non ha ricevuto premi pur essendo in concorso, ed è stata acquistata da Teodora Film che la distribuirà in Italia.

Tra le nevi a perdita d’occhio della Norvegia c’è anche una componente balcanica. C’è tanto umorismo macabro nordico (come già nel precedente di Moland, “A Somewhat Gentle Man” del 2010) nel racconto della vendetta condotta da Nils, conducente di spazzaneve. Appena insignito dell’ambito titolo di “cittadino dell’anno” nella cittadina del nord, l’uomo apprende che il suo unico figlio è morto per overdose. Solamente che il giovane non faceva uso di stupefacenti. In realtà il figlio, che lavorava in aeroporto, si è trovato per sbaglio sulla strada di un trafficante di droga senza scrupoli e ne è andato di mezzo.

Da uomo probo (“non sei capace di commettere un omicidio” gli ribatte il fratello quando gli rivela le intenzioni), Nils si trasforma in un vendicatore alla Tarantino. La sua sete di vendetta provoca una guerra tra narcotrafficanti che coinvolge anche i serbi. Tra loro c’è anche Bruno Ganz come boss mafioso, credibile in uno dei suoi ruoli più assurdi.

Il conto dei morti (il titolo suggerisce che i personaggi sono presentati in ordine di scomparsa) è lungo tra le risate degli spettatori per omicidi fantasiosi e inseguimenti sulla neve. Un film un po’ alla Coen, tra spargimenti di sangue, violenza che diventa comica, ironia e dialoghi brillanti ma anche una dose di sentimenti. Quasi un intrigo internazionale perché oltre ai serbi, ci sono gli svedesi e c’è Chinaman. Si scherza sulla morte e sui sistemi di welfare, sui pregiudizi nazionali e si espongono curiose teorie sociologiche sul sud del mondo e il nord. La banda serba è mostrata giocando sugli stereotipi dei criminali dell’Europa del sud est ma senza esagerazioni e con una buona dose di simpatia.

Nei panni del protagonista c’è Stellan Skarsgard anche in “Nymphomaniac” di Lars Von Trier come “confessore” della ninfomane Joe. Qui riesce a tirar fuori il lato oscuro di un uomo in apparenza comune, ma capace di maneggiare le armi pur mantenendo una componente di tormento interiore. Un film riuscito divertente e cinico in giusta misura ma non scontato.

Nel Concorso internazionale c’è un film proveniente dalle valli più remote della Grecia. “The Grocer” di Dimitris Koutsiabasakos racconta la crisi economica del paese dalla prospettiva di un venditore ambulante di generi alimentari. Nikos Anastasiou è un droghiere ambulante che dal 1980 percorre valli e montagne in tutte le stagioni per portare beni fin nei villaggi sperduti.

Dalla Bosnia è in concorso il cortometraggio “Celebration” di Dajan Javorac. Un uomo e l’anziana madre nel paesaggio innevato del monte Manjaca. Il sogno dell’uomo di diventare conduttore televisivo, ma anche la spiritualità e l’isolamento dal mondo.

La sezione non competitiva “Terre alte” comprende i corti “Brez mej – Una storia di confine” di Giovanni Chiarot e “Kamilet” del turco İlkay Nişancı. Il primo è la storia di Alan Cecutti, che ha aperto un agriturismo al confine tra Italia e Slovenia, con l’obiettivo di far rivivere un borgo montano spopolato. Il secondo racconta un viaggio nella meravigliosa Kamilet Valley, dichiarata dal Wwf una delle cento foreste d’Europa più preziose e bisognose di conservazione.

La serata inaugurale è stata dedicata all’Everest, con “The Epic of Everest”, il documentario originale della leggendaria spedizione di George Mallory ed Andrew Irvine,che nel 1924 scomparvero sull’Everest dopo essere stati visti a pochi passi dalla cima. Le immagini della missione, riprese in condizione estreme dal capitano John Noel, sono state musicate dal vivo dal musicista elettronico e cantautore Simon Fisher Turner. Tra gli altri eventi del festival, il restauro de “Il deserto dei tartari” di Valerio Zurlini dal romanzo di Dino Buzzati. Tra gli ospiti anche Reinhold Messner, Kurt Diemberger, Folco Quilici e Licia Colò.

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