Festival di Cannes: dalla Cappadocia a Sarajevo
Il ritorno del grande regista turco Nuri Bilge Ceylan, l’atteso film collettivo su Sarajevo a 100 anni dall’attentato di Gavrilo Princip e un premio al prossimo progetto di Danis Tanović. Si apre oggi il Festival di Cannes
La presenza balcanica e caucasica al Festival di Cannes, in programma fino a domenica 25, non è molto numerosa ma è sicuramente importante.
Si comincia con “Winter Sleep” di Nuri Bilge Ceylan (è in programma venerdì) in concorso per la Palma d’oro. Sempre premiato a Cannes, l’ultima volta nel 2011 con il Gran premio della giuria per “C’era una volta in Anatolia”, il regista e fotografo turco presenta un dramma di tre ore e mezzo, il film più lungo della competizione, ed è tra i grandi favoriti.
Tra i 18 in lizza (la gara dura di fatto un giorno in meno, dal momento che le palme saranno consegnate sabato 24 per via delle elezioni del Parlamento europeo), c’è anche l’italiano “Le meraviglie” di Alice Rohrwacher.
Nella parallela sezione "Un certain regard" c’è “Xenia”, quarto film del greco Panos Koutras. Due fratelli, Danny di 16 anni e Odysseus di 18, vanno alla ricerca del padre dopo la scomparsa della madre.
Tra le proiezioni speciali spicca, giovedì 22, “Les ponts de Sarajevo – Bridges of Sarajevo”, film a episodi realizzato in occasione del centesimo anniversario dell’attentato di Sarajevo da registi di tutta Europa: Aida Begić, Leonardo Di Costanzo, Jean-Luc Godard (che sarà in concorso con “Adieu au langage”), Kamen Kalev, Isild Le Besco, Sergei Loznitsa, Vincenzo Marra, Ursula Meier, Vladimir Perisić, Cristi Puiu, Marc Recha, Angela Schanelec e Teresa Villaverde. Il bielorusso Sergei Loznitsa (autore, tra gli altri, dei bellissimi “Schastye moe” e “Anime nella nebbia”) sarà presente anche con il documentario “Maidan” girato nella piazza centrale di Kiev.
Tra i nove film del concorso cortometraggi ci sono il georgiano “Ukhilavi sivrtseebi – Invisible Spaces” di Dea Kulumbegashvili, l’azero “Sonuncu – The Last One” di Sergey Pikalov e l’ungherese-romeno “A kivegzes – The Execution” di Petra Szőcs.
La Cinéfondation invece ha selezionato 16 corti provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo, compresi “Leto bez meseca – Moonless Summer” del serbo Stefan Ivančić e “Provincia” dell’ungherese György Mór Karpati.
Il bosniaco Danis Tanović riceverà l’importante premio Media, insieme al cosceneggiatore Predrag Kojović alla produttrice Amra Bakšić Čamo, per il progetto del nuovo film “What Are You Looking At?”. Il regista premio Oscar per “No Man’s Land” girerà per la prima volta nella sua Sarajevo. In una città descritta come in una situazione di post-guerra prolungata all’infinito e dominata dal crimine e dalla corruzione, un litigio tra ragazzi si estende sempre di più coinvolgendo veterani di guerra e le nuove mafie locali. “Non credo che sia possibile una rivoluzione nelle menti dei miei concittadini, ma spero che questa storia cominci a farli pensare” ha dichiarato Tanović, premiato lo scorso anno a Berlino per “An Episode in the Life of an Iron Picker”.
A "Cannes Classic" due classici del cinema caucasico d’epoca sovietica. “Le montagne blu” (1983) di Eldar Shengelaia è stato digitalizzato e restaurato da Georgian National Film Center e Gosfilmfond Russia, “Il colore del melograno – Sayat nova” (1968) di Sergej Paradžanov dal Film Foundation-World Cinema Project (New York) e da L’immagine ritrovata di Bologna.