Europee in Grecia: contro o a favore dell’austerità

Più le europee s’avvicinano più l’esito si fa incerto in Grecia. Vi è una sola certezza: la vittoria se la gioca o Syriza, contro i piani austerità della Troika, o Nuova democrazia, il partito conservatore al governo che tenta di soddisfare le richieste di Bruxelles e del Fmi

19/05/2014, Pavlos Kapantais -

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Duo vincente? (Foto Le Courrier des Balkans)

(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 16 maggio 2014)

Le elezioni europee rappresentano una grande sfida per Syriza, che spera di divenire in quell’occasione il primo partito in Grecia. Cinque anni fa il partito di Alexis Tsipras non aveva raccolto che il 4,7% dei voti.

Dopo essere stata in testa in tutti i sondaggi degli ultimi sei mesi, Syriza attraversa ora da qualche settimana un periodo meno euforico. Eurostat ha confermato l’eccedenza primaria di budget per la Grecia nell’esercizio 2013. Nonostante numerosi economisti – tra cui anche alcuni della CDU del primo ministro tedesco Angela Merkel – contestino le cifre, questa notizia, come anche il ritorno fugace in aprile della Grecia sui mercati per la raccolta di 3 miliardi di euro, hanno in parte invertito la tendenza a favore del partito attualmente al potere, Nuova Democrazia.

Ripetendo ad nauseam che la Grecia sta ora vivendo una «success story», il primo ministro Antonis Samaras sembra essere riuscito a seminare il dubbio nell’opinione pubblica su una vittoria di Syriza. Inoltre, fedele alle tradizioni clientelari che hanno rovinato il paese, Samaras ha distribuito agli inizi di maggio un mezzo miliardo di euro dell’eccedenza primaria ai nuclei familiari più poveri. Altri beneficiari delle “gentilezze” elettorali del primo ministro: le forze dell’ordine e i militari, alleati tradizionali del partito. Nuovi tagli alle pensioni sono per contro previsti per settembre…

Manolis Glezos, 92 anni, l’altro capo carismatico di Syriza

L’elemento più incredibile della campagna elettorale: il ruolo centrale giocato da una figura leggendaria come Manolis Glezos, il novantenne che ha tolto nel 1941 la bandiera nazista dall’Acropoli, divenendo così simbolo mondiale della resistenza alle forze dell’Asse.

Sta facendo campagna in tutta la Grecia come se avesse metà dei suoi anni ed è convinto, alla fine, di uscirne vincitore. Spesso graffianti, i suoi interventi contro il primo ministro rivelano, a chi l’avesse dimenticato, uno spirito straordinario. Intervistato in merito ai recenti successi annunciati dal governo ha invitato Antonis Samaras a camminare per le strade senza la scorta della polizia per verificare se la gente interpretava il proprio quotidiano nella stessa maniera…

Dal mese di aprile Manolis Glezos gioca un ruolo centrale nella campagna elettorale di Syriza anche perché Alexis Tsipras, il giovane capo carismatico del partito, è contemporaneamente candidato per la sinistra europea a succedere a José Manuel Barroso alla presidenza della Commissione europea.

Ciò che ha segnato la campagna elettorale come il clima politico degli ultimi mesi è comunque una retorica estrema ed estremista utilizzata da tutti i partiti in lizza. Il primato in questo va certamente a Rachel Makri di Greci Indipendenti (destra populista anti-austerità) che durante la discussione che ha preceduto il voto in parlamento delle ultime misure di austerità ha promesso che il suo partito avrebbe “impiccato i deputati che avrebbero votato a favore delle nuove misure in piazza Syntagma”. A prova che queste affermazioni non scioccano più nessuno non è stata avviata nessuna procedura da parte degli organi giudiziari nei confronti del giovane deputato.

Una coalizione di governo in bilico

Altra questione: con che peso uscirà dalle urne la coalizione governativa? Il secondo partito della coalizione, il Pasok – partito socialista onnipotente tra il 1981 e il 2010 – oscilla ormai tra il 4% e l’8% nelle intenzioni di voto. Cifre persino inferiori alla sua “rotta storica” del 2012, dove raccolse il 12% dei voti contro il 42% del 2010.

Per tentare di mettere fine a questa lunga discesa verso l’oblio della storia Evangelos Venizelos, a capo del partito, cerca di rispolverare il blasone con una mini-coalizione detta “dell’Ulivo”. In realtà questa alleanza elettorale non fa che raccogliere una serie di ex-Pasok. Ma questo disperato tentativo di cambio di immagine mostra bene lo sbando totale del partito.

Anche nel caso Nuova Democrazia pareggi con Syriza, la coalizione governativa non otterrà probabilmente più del 40% dei voti, anche se è probabile piuttosto si attesti sul 35%. Un governo che dispone di una maggioranza di un solo voto in Parlamento e che non pesa più di un terzo dei voti, riuscirà a mantenersi al potere? Molti analisti prevedono elezioni politiche anticipate se i sondaggi verranno confermati dalle urne.

Quali alternative?

Ci si interroga anche sull’appoggio elettorale goduto da Alba Dorata, il partito neo-nazi. Nonostante i numerosi processi a carico di tutti i suoi deputati è probabile che superi il 7% ottenuto alle politiche del 2012. Il partito nega di avere un’ideologia legata a quella del nazismo e si presenta come un movimento che raccoglie l’eredità della giunta militare che governò il paese dal 1967 al 1974. I processi giudiziari hanno probabilmente attirato verso di loro numerosi nostalgici del regime dei colonnelli. Anche due generali in pensione fanno parte dei loro candidati.

Resta tutto da scoprire infine l’appoggio di cui gode il nuovo partito To Potami, fondato dall’ex giornalista di punta Stavros Theodorakis. Creato a sorpresa ormai tre mesi fa il partito approfitta sia del vuoto lasciato nel centro-sinistra dal crollo assoluto del Pasok che di una lista di candidati caratterizzata da personalità rilevanti. Senza contare l’incredibile capacità di comunicazione del suo capo.

Carismatico e semplice, sta attraversando la Grecia con il suo zaino ed è stato in grado di vendersi agli elettori come un uomo politico come nessun altro, un cittadino attivo in un mondo post-ideologico che cerca soluzioni pratiche ai problemi del paese. Per i suoi detrattori sarebbe invece un prodotto puro del sistema politico-mediatico greco, che tenterebbe di portare dalla sua parte i delusi del sistema.

Sia quello che sia, se vince Syriza sarà la prima vittoria di un partito che contesta e promette di metter fine all’austerità dei piani di salvataggio firmati dalla Troika. Occorre capire come Bruxelles reagirà e in particolare come reagirà il futuro presidente della Commissione europea.

 

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Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU – 8 Media outlets for 1 Parliament

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