Europei di ginnastica a Baku, tra sport e censura

Impianti futuristici e organizzazione perfetta hanno fatto sognare le delegazioni di uno sport alle prese con ristrettezze economiche e logistiche. Ma le tensioni geo-politiche hanno macchiato l’evento, provocando l’eliminazione di una delle squadre favorite

20/06/2014, Irene Dioli -

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Il nastro vola troppo lontano, cade oltre i limiti della pedana. La palla prende una direzione sbagliata. Una, due, tre volte. Di volta in volta, una ginnasta corre a recuperare l’attrezzo, mentre le compagne cercano di attenderla e continuare allo stesso tempo, di tenere in piedi il complesso meccanismo di scambi, lanci, collaborazioni. Ma qualcosa si è rotto: i passaggi si fanno sconnessi, la sincronia è svanita. Chi segue la ginnastica ritmica sa che ha assistito ad un disastro. A sorprendere è però il fatto che la squadra protagonista della débâcle sia la Bielorussia, che meno di un anno prima, ad agosto 2013, aveva conquistato il titolo di squadra campione del mondo, strappato peraltro alla squadra italiana (argento dopo tre ori consecutivi nel 2010, 2011 e 2012).

È venerdì 13 giugno, prima giornata dei Campionati europei di ginnastica ritmica a Baku. Decine di squadre scendono in pedana a presentare alla giuria e al pubblico azero le proprie composizioni. Per la loro natura complessa, quasi tutti gli esercizi sono stati creati oltre un anno fa e poi raffinati da mesi e mesi di allenamenti e infinite ripetizioni, alla ricerca estenuante dell’automatismo, della perfezione. Questo è la ginnastica ritmica di squadra: cinque individualità che per due minuti e mezzo si intrecciano in una serie di complicati meccanismi, strettamente concatenati. A fondere tutto questo c’è la coreografia, a far nascere la coreografia c’è la musica.

L’esercizio della squadra bielorussa, però, è nato meno di un mese fa. Nuova musica, e quindi nuovo esercizio. Gli automatismi non sono stati rodati, la fusione non è stata realizzata. Alla base di questa circostanza, estremamente singolare per questo sport, non c’è una forma di cupio dissolvi da parte dello staff tecnico bielorusso, ma un caso diplomatico legato al conflitto armeno-azero, che ha proiettato la propria ombra sulle pedane sportive.

Musica diabolica

A sollecitare il cambio della musica è stata infatti, secondo quanto dichiarato in un’intervista dallo staff tecnico bielorusso, la commissione organizzatrice azera. Motivo? L’esercizio era accompagnato dalla “Danza delle spade”, celeberrimo brano del compositore armeno di epoca sovietica Aram Il’ič Chačaturjan. A quanto pare, il brano è talmente noto e chiaramente riconducibile alla tradizione culturale dell’Armenia, paese in storico conflitto con l’Azerbaijan, che le sue note sarebbero state sgradite alla National Gymnastics Arena di Baku, il futuristico palazzetto sede dei campionati.

Come ogni evento internazionale, questi campionati sono stati per l’Azerbaijan un’occasione di portare avanti una sfavillante politica di immagine, a partire proprio dalla sede delle gare: un palazzetto di grande impatto scenografico, dall’estetica fedele alla grandeur che caratterizza i più recenti progetti architettonici nel paese. Da questo punto di vista, la commissione organizzatrice ha fatto senz’altro centro: la struttura, suggestiva ed estremamente funzionale, ha conquistato infatti le delegazioni sportive giunte da tutta Europa, e spesso da paesi dove lo sport, in particolare uno sport cosiddetto “minore” come la ginnastica, combatte con una cronica carenza di strutture e investimenti.

Complimenti all’organizzazione

Ecco, ad esempio, cosa hanno scritto su Facebook le ginnaste della nazionale italiana al loro arrivo nella capitale azera: “Notizie da Baku: il palazzetto è enorme… e pensare che le azere si allenano lì è incredibile!!!! Strutturato in più piani, ci sono pedane di allenamento tutte rialzate e ben distanziate tra loro, spogliatoi con tanti armadietti, bagni puliti e funzionanti (cosa rara), ascensori, e un campo gara tutto addobbato sui colori del verde acqua!!!!!!! Tanti posti a sedere anche, e da fuori la struttura sembra arrivata dal futuro.
Se penso che fanno fatica a farci una palestra mignon in Italia…. Sconvolgente!!!!
Poi per andare al palazzetto ci si serve di un sottopassaggio della metropolitana, con delle catene hanno riservato solo per noi ginnaste una corsia di passaggio per facilitare il percorso…. in circa 5/10 minuti di cammino si arriva al palazzetto.
Complimenti davvero all’organizzazione azera. Forza azzurre!”

I complimenti alla Federazione azera sono arrivati anche dagli alti livelli delle gerarchie sportive internazionali: Oriane do Rosario, membro francese dell’Unione europea di ginnastica (UEG), si è congratulata proprio per la modernissima struttura e la perfetta organizzazione, mentre Patrick Hickey, presidente della Commissione olimpica europea, ha esteso i complimenti al ministro Azad Rahimov e alla first lady Mehriban Aliyeva. La moglie del presidente azero Ilham Aliyev, infatti, è anche la presidente della Federazione Ginnastica azera, nonché della commissione organizzatrice dei Giochi olimpici europei (la cui prima edizione si terrà proprio a Baku nel 2015 ).

Bielorussia, bye bye

Grande assente alle Olimpiadi europee sarà quindi la Bielorussia, che pagando l’incidente con la musica e la ragion di Stato azera ha chiuso la gara a fondo classifica. Poiché il campionato europeo era la competizione qualificante per i prossimi Giochi, la squadra bielorussa rimarrà fuori da questo importante appuntamento. Un danno non da poco, se si considera che la ginnastica bielorussa gode di grande tradizione e prestigio, a cui si accompagnano mezzi e investimenti, ma anche aspettative di risultato, qui tragicamente disattese a causa sì degli []i commessi, ma anche di circostanze che hanno poco a che fare con la qualità della prestazione sportiva.

La “censura” al brano di Chačaturjan non è stata, purtroppo, l’unico esempio di comportamento antisportivo che ha macchiato questi campionati. Il pubblico di Baku non ha lesinato fischi all’annuncio dei punteggi di alcune squadre che superavano in classifica la nazionale azera, al punto che alcuni, tra cui la referente nazionale italiana di giuria Isabella Zunino Reggio, hanno interpretato questo atteggiamento come una forma di pressione sulla giuria, che avrebbe causato ritardi nella competizione e interferito quindi nei ritmi di preparazione delle squadre che dovevano scendere in pedana. A questo punto, viene in effetti da chiedersi come avrebbe reagito il pubblico al risuonare della “Danza delle spade”.

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