La città delle donne

La capitale slovena ospita ormai da vent’anni Mesto žensk – La città delle donne, una rassegna di eventi artistici legati alle arti visive, alla performance, alla musica e a tutte le manifestazioni di creatività femminile. Domani l’inaugurazione

01/10/2014, Luciano Panella -

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Foto: Ludovic Des Cognets / Attrice: Elena Molinaro. Elena Molinaro con la sua performance IN-BE-TWEEN sarà tra le protagoniste dell'edizione 2014 del festival

“Anche se accettiamo di stringere la cinghia e di ridurre i nostri diritti e accettiamo di fare sacrifici per aiutare l’economia a crescere, le cose non miglioreranno. Per una semplice ragione: perché ormai tutto ciò non è più considerato un sacrificio, ma il normale stato delle cose”. A esprimersi senza mezzi termini è Vesna Leskošek, sociologa e presidente onorario dell’associazione slovena per la promozione delle donne nella cultura, l’associazione che promuove ogni anno a Lubiana la manifestazione Mesto žensk, ovvero “la città delle donne”, (www.cityofwomen.org), in programma dal 2 al 12 ottobre 2014.

Da venti anni – quest’anno ne ricorre proprio l’anniversario – questa associazione propone ogni anno una rassegna internazionale di eventi artistici legati alle arti visive, alla performance, alla musica e a tutte le manifestazioni di creatività femminile. In questi venti anni di attività, Mesto zensk è stata “abitata” da centinaia di artisti, curatori, gruppi culturali, ospitando anche personalità note a livello internazionale, come l’artista visiva Shirin Neshat e la cantante Diamanda Galás.

Rileggendo i temi delle passate edizioni di Mesto žensk, troviamo anche spunti di riflessione sugli ultimi venti anni di storia; se all’inizio l’obiettivo del Festival era quello di mettere in luce e rendere visibili le tante donne impegnate nei campi delle arti e della cultura, via via il Festival è diventato un’occasione per analizzare gli effetti del contesto politico e economico sulla vita di tutti e delle donne in particolare. L’analisi degli stereotipi sociali, la visibilità delle donne nel mondo politico e culturale, le problematiche legate all’ambiente, all’invecchiamento dell’essere umano, al trascorrere del tempo, sono alcuni dei temi affrontati dal festival in questi anni.

Nel 2004, a dieci anni dalla prima edizione, veniva avviata una riflessione sui rischi di una contrazione dei diritti sociali e lavorativi e sulla diminuzione delle donne impegnate in politica mentre si registrava un positivo aumento delle donne “imprenditrici di se stesse” nei vari campi della cultura.

Oggi, passati altri dieci anni, la situazione economica è ulteriormente peggiorata e il numero di donne impegnate in politica continua a essere basso. Un dato positivo ci sarebbe: l’aumento di donne impegnate in posizioni di comando nelle istituzioni e nelle attività culturali. Peccato però che, con i continui tagli a ogni settore della cultura e dell’educazione, la cultura rischia di venire presentata agli occhi dell’opinione pubblica come qualcosa di cui si può fare a meno, e lavorare nella cultura quasi come un’attività da parassiti.

Nella presentazione all’edizione di quest’anno di Mesto žensk, Leskošek allarga la propria analisi dalla precarietà lavorativa femminile alla sempre maggiore precarietà legata proprio ai lavori nel campo della cultura. Le collaborazioni a termine, i contratti sottopagati, sono da sempre una caratteristica di università e istituzioni culturali; ormai da tempo questa precarietà si è estesa anche ad altri ambiti del mondo del lavoro. Le tematiche si intrecciano e si richiamano, ecco quindi che un festival come Mesto žensk appare come un momento di riflessione ancora più interessante e attuale sul momento presente.

“Tattiche di sopravvivenza” è il titolo scelto quest’anno dalla rassegna. Tattiche di sopravvivenza che le donne, da sempre, conoscono molto bene, tattiche di sopravvivenza in un mondo che, riducendo sempre più diritti e benefici, costringe le donne a riempire i vuoti e le carenze del sistema, nel lavoro, nella vita familiare, nell’istruzione. Tecniche di sopravvivenza intese in senso letterale, nelle zone del pianeta devastate da instabilità politica, guerre e povertà. Tattiche di sopravvivenza anche per un festival che deve fare i conti con un budget sempre più ridotto e che nonostante tutto per dieci giorni proporrà eventi in varie parti di Lubiana, con una sezione particolare dedicata alla vivace scena artistica femminile “locale”.

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