Media? Devono essere integri!

Uno studio recentemente presentato presso il Parlamento europeo si concentra sulla situazione dei media nel sud-est Europa. E presenta un nuovo concetto: quello di integrità

28/11/2014, Svetla Dimitrova -

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(Marco Crupi/flickr)

Il South East European Media Observatory ha introdotto in una sua analisi – pubblicata lo scorso maggio – della situazione dei media in Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia e Serbia il concetto di “integrità dei media”.

Il nuovo concetto è stato sviluppato da un gruppo di lavoro guidato da Brankica Petković, Dell’Istituto per la Pace di Lubiana ed è quest’ultima a definire l’integrità in questo specifico campo come “quei valori nel giornalismo che permettono a chi ne è protagonista di agire per il pubblico interesse”.

Nel tentativo di identificare gli ostacoli alla democratizzazione dei sistemi dei media negli stati presi ad esame dagli autori di "Media Integrity Matters – Reclaiming Public Service Values in Media and Journalism" hanno affrontato vari temi tra i quali le dinamiche corruttive nello sviluppo di politiche sui media; proprietà e finanziamenti; il servizio pubblico e il giornalismo in quanto professione.

I risultati della ricerca sono stati presentati e discussi in una recente conferenza tenutasi presso il Parlamento europeo lo scorso 18 novembre.

“E’ una ricerca eccellente” ha commentato Tanja Fajon, eurodeputata slovena e vice-presidente del gruppo dei Socialdemocratici, che ha ospitato e moderato la discussione. Lo studio ha evidenziato ancora una volta come vi siano molte cose da fare e che dovrebbero essere fatte per migliorare la libertà d’espressione e la libertà dei media non solo nell’Ue ma anche nel suo vicinato, ha precisato l’eurodeputata.

“La cosa più preoccupante” ha aggiunto la Fajon è che “la situazione nei media oggi è peggiore di quella di dieci anni fa, nonostante i miglioramenti avvenuti sul piano legislativo, e i giornalisti sono in una situazione sempre più difficile”.

Deficit di democrazia, una pressione politica ed economica sempre maggiore sui media ed infine la mancanza di giornalismo investigativo: sono queste le ragioni che a detta della Fajon hanno portato alla situazione attuale.

Il libro Media Integrity Matters include specifici capitoli su 5 paesi del sud est Europa che si basano su una ricerca condotta tra il luglio 2013 e il febbraio 2014. Tra gli autori dei capitoli sui singoli paesi Ilda Londo (Albania), Sanela Hodžić (Bosnia Erzegovina), Helena Popović (Croazia), Snežana Trpevska e Igor Micevski (Macedonia), Jovanka Matić e Dubravka Valić Nedeljković (Serbia).

Alcuni di loro erano già stati coinvolti in un rilevante lavoro di ricerca svoltosi tra il 2003 e il 2004 promosso dal South East European Network for Professionalisation of the Media (SEENPM). I risultati di quello studio, che era focalizzato sul tema della proprietà dei media e sul suo impatto su indipendenza e pluralismo fissarono la cornice su cui si è basato poi quello più recente, dedicato al tema dell’integrità dei media. E le principali indicazioni emerse dieci anni fa sono tutt’ora valide, notano gli autori di Media Integrity Matters. “L’unica differenza è che i problemi evidenziati nel 2004 sono ora divenuti strutturali e quindi è ancora più difficile risolverli”, sottolineano. "Inoltre, quello che ad un primo sguardo sembrava un problema dei paesi post-socialisti si è rivelato un problema dei media in tutto il mondo. Da questo punto di vista non vi sono più differenze tra est e ovest dell’Europa. Ciò che è evidente è un’ineguaglianza a livello globale nei media che chiama all’adozione di misure che siano appunto globali”.

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