Quel “Greco moderno” contro steccati e tabù
Crisi economica, protesta politica e amore omosessuale. Questi gli ingredienti di "Greco Moderno", opera prima del giovane Nikos Petrou. Temi ancora scomodi in una Grecia che, però, al tempo stesso cambia e si trasforma
"Greco moderno" è il primo racconto dedicato all’amore gay nella terra che fu di Achille e Patroclo, scritto dal giovane Nikos Petrou per “Syncro High School”, il primo marchio in Europa dedicato alle tematiche omosessuali. Il libro nasce dalla volontà di condividere un pezzo di vita, nonostante religioni, autorità e alcune persone in Grecia ritengano che ciò non possa accadere nell’Atene del terzo millennio, dove la crisi economica vorrebbe abbattere anche le libertà individuali.
In "Greco moderno", c’è il tentativo di andare oltre il coraggio, oltre l’imprudenza. O, forse, proprio nessun programma. L’autore – confessa a Osservatorio Balcani e Caucaso – voleva solo mettere l’accento su un pezzo importate della sua esistenza, ovvero “che ci si può innamorare di un uomo, questo è successo proprio a me, e mi è capitato a Salonicco. Volevo spiegare che è possibile, ma può essere difficile, e che se accade nel nostro paese è ancora più complicato”.
Greco moderno è la storia ambientata nella Salonicco del primo “Pride” cittadino, in una Grecia sì devastata dalle folate di vento di quella spaventosa crisi economica di cui non si scorge la fine, ma dove non tutti gli stimoli sono piegati alla sconfitta. La nuova generazione di giovani ellenici è descritta attraverso una rivolta studentesca consumata all’urlo di “Viva la Grecia, la Grecia libera! Abbasso la Troika!”.
La politica ancora una volta a fare da sfondo ambientale ad amicizie e amori, questa volta tra giovani ragazzi impegnati nel passaggio generazionale che porta alla maturità e soprattutto ad una nuova consapevolezza legata all’io e al coraggio di esprimerlo. Tra loro il giovane Kostas, leader studentesco – così come lo è stato nel 1990 Alexis Tsipras – attuale Primo Ministro del paese.
E’ in questo pertugio che si inserisce chirurgicamente la volontà editoriale di Syncro di portare il tema dell’amore gay nelle realtà euro balcaniche e nel sud dell’Europa, ragiona l’editore Andrea Bergamini. “In realtà, l’idea che il romanzo sentimentale fosse un genere di narrativa che in Europa non esisteva, al contrario di quanto succede negli Usa, ha cominciato a farsi strada dal 2007 con un primo romanzo italiano a cui poi ha fatto seguito il rumeno Quei giorni a Bucarest e il croato I fuoriclasse passando per il più recente Il principe del popolo di Elia Pepperkamp, ambientato ad Amsterdam”.
Un’attenzione, in particolare, rivolta a quel versante geo-sociale dove essere giovani gay è più complicato, sotto tutti i punti di vista. Anche se, come racconta lo Petrou nelle sue pagine, le società dell’Europa meridionale non sono nemmeno quelle realtà primitive che l’Occidente a volte, anche per pigrizia mentale, percepisce: sono semplicemente società in una fase di transizione, la cui evoluzione va registrata e portata all’attenzione del grande pubblico.
Società che comunque presentano alcune difficoltà ambientali rilevanti, ma a cui non manca l’energia utile a compiere un passo in avanti, come accaduto con gli entusiasmi che hanno conosciuto le comunità gay degli anni ’70. Stimolo e fiducia nel non temere, è il sunto della vicenda descritta da Petrou.
Non solo finalità sociali, ma anche politiche, attraverso un romanzo di libertà che custodisce al proprio interno un messaggio positivo. “Così come è capitato a noi nel mondo occidentale – precisa Bergamini – con i romanzi di White o con quelli americani più semplici che hanno portato autostima e speranza nei ragazzi gay, vorrei che Greco moderno contribuisca a creare un’identità europea”.
Lecito chiedersi però: le modalità sono paragonabili a quelle a stelle e strisce? Quel tipo di narrativa, ambientata in Alabama o New York, presenta un sapore che oggi si vuole sperimentare anche in quel pezzo d’Europa (quella meridionale, mediterranea e balcanica) che sul coming out accusa un certo ritardo?
Lo scopo sembra piuttosto edificare – anche nel Vecchio continente – un’identità letteraria sull’argomento. In parte Greco moderno vi riesce, grazie ad una narrazione semplice e spigliata, con frammenti di quotidianità ellenica che chi frequenta quel bacino riconosce a primo impatto: il rito del potò, le chiacchiere che si prolungano senza tempo, i pensieri che, spesso sparsi, si confrontano in luoghi altamente simbolici come la dolcezza di Salonicco testimonia.
L’obiettivo è quindi quello di rompere un altro muro in Grecia, “ed è bello farlo parlando di amore”, aggiunge Petrou. Kostas, ad esempio, uno dei personaggi principali del romanzo, studente di liceo così profondamente politicizzato da essere soprannominato “il piccolo Che Guevara”, “vive in realtà la sua più grande rivoluzione amando apertamente un altro uomo”.
La crisi economica che tempesta la Grecia da quattro anni è qui utilizzata come testa di ponte per disegnare le evoluzioni socio-culturali greche, dove però il fattore default non è l’unica ragione di questa rivoluzione, che comprende anche, o soprattutto, il tema dell’omosessualità. Secondo Petrou la Grecia, “nonostante i suoi problemi economici, si sta trasformando in uno stato moderno con un’anima conservatrice, ma sempre più aperta a nuovi modi di vita”. E la sterzata, netta, che nel finale il romanzo si presenta a sorpresa, la dice lunga sulle potenzialità che i giovani greci 2.0 hanno dinanzi a loro.
Il dna ellenico, poi, non muta di una virgola neanche in un romanzo specifico come questo, un aspetto singolare e anche per certi versi piacevole che favorisce una lettura scorrevole. C’è l’imprevisto a fare da ritornello in molti frangenti, c’è la passione che a quelle latitudini si respira copiosa e mai standardizzata, c’è quella voglia di rompere schemi e visioni che trionfa in un finale per nulla scontato, con le vecchie generazioni a dare una imprevedibile scossa psicologica alle nuove.
Una modernità che Greco moderno lancia, come una sorta di amo, a frammenti sociali spesso sordi e incapaci di reagire, che si fanno scudo della crisi di turno (economica, sociale, familiare, contingentale) per non mutare. Ma che invece, anche grazie a un filone letterario innovativo, ha una possibilità di evoluzione. Riprendendo in mano il filo di quella modernità che, proprio nella Grecia passata, ha dato vita a tanti cambiamenti.