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Svetozar Marović: 3,8 milioni di dollari in Svizzera
Un team internazionale di giornalisti entra in possesso dei dati di una banca svizzera e scopre un conto corrente di 3,8 milioni di dollari intestato alla moglie del politico montenegrino Svetozar Marović. L’inchiesta giornalistica che sta scuotendo il Montenegro
(Originariamente pubblicato da MANS , il 9 marzo 2015, titolo originale Supruga Svetozara Marovića sakrila 3,8 miliona u Švajcarskoj )
I documenti della filiale svizzera della banca HSBC, in possesso di un team internazionale di giornalisti, rivelano che la moglie di Svetozar Marović, l’alto funzionario montenegrino ed ex presidente dell’Unione statale Serbia e Montenegro, aveva 3,8 milioni di dollari su un conto corrente di questa banca nel 2006/2007. Denaro che Marović non ha mai dichiarato nella denuncia dei redditi.
Nel 2006 Marović aveva dichiarato di possedere un appartamento, la casa di famiglia e il terreno circostante, l’ufficio che era di proprietà della moglie, l’automobile della figlia e persino alcune opere d’arte e una biblioteca con 4.200 volumi.
Marović non ha risposto alle telefonate ed ai messaggi dei giornalisti. Il quotidiano montenegrino “Dan” l’anno scorso ha reso noto che la Procura di Stato ha interrogato Marović sulle origini delle proprietà dei suoi famigliari più stretti. La Procura ha però dichiarato che non c’è nessuna indagine in corso nei confronti di Marović.
La legge montenegrina sul conflitto di interessi richiede che i funzionari pubblici, al momento dell’assunzione dell’incarico ed a distanza di un anno dal termine del loro ufficio, presentino una dichiarazione dei propri redditi e di quelli dei famigliari più stretti. Marović ha regolarmente dichiarato questi redditi, ma in nessuna di queste dichiarazioni ha mai menzionato i milioni in Svizzera.
Đorđina Marović, 63 anni, è una dei 100.000 clienti della filiale svizzera HSBC, ai cui dati è risalito il “Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi” (ICIJ), tramite il quotidiano francese “Le Monde”. L’ICIJ ha condiviso questi dati con i giornalisti della rete investigativa del “Progetto di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato” (OCCRP) ed altri media. I documenti trapelati gettano luce sul sistema bancario svizzero che da decenni opera avvolto nel segreto. Tra i clienti compaiono anche membri delle famiglie reali, politici, vari personaggi pubblici e imprenditori di rilievo, provenienti da oltre 200 paesi differenti.
I documenti contengono dati relativi ai conti di un’ottantina di persone provenienti dalla ex Jugoslavia. L’importo del conto corrente di Đorđina Marović è tra i più alti rispetto a quelli di altri politici e funzionari della regione balcanica. A quanto emerso dai documenti, Marović ed il figlio Miloš, 31 anni, sarebbero cointestatari di questo conto.
Il conto corrente è stato aperto il 6 febbraio 1998. Nella documentazione non compaiono gli importi degli anni precedenti. Ciò che è possibile conoscere è solo l’importo massimo depositato di 3,8 milioni del 2006/2007. Đorđina ha dichiarato come indirizzo di residenza ufficiale via “Dositejeva bb a Budva”: lo stesso indirizzo che compare sulla dichiarazione dei redditi di Marović del 2006.
Soprannominato “il filosofo”, Marović, 59 anni, svolge funzioni pubbliche dal 1990, anno in cui è stato eletto membro della Presidenza dell’allora Repubblica di Montenegro. È stato anche deputato, tre volte eletto Presidente del Parlamento del Montenegro, nel periodo che comprende anche l’anno 1998, proprio il momento dell’apertura del conto svizzero.
Marović è stato il primo ed unico Presidente dell’Unione statale Serbia e Montenegro, che è esistita dal 2003 al 2006. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, Serbia e Montenegro hanno fondato nel 1992 la Repubblica Federale di Jugoslavia. Poi i montenegrini nel 2006 hanno votato l’indipendenza tramite un referendum.
È stato anche Vicepremier del governo montenegrino dal 2008 al 2010. Inoltre, è ormai da molti anni il presidente del Partito Democratico dei Socialisti (DPS), attualmente primo partito di governo.
L’ammontare complessivo del suo reddito fino all’anno 2006 non è noto. Nella dichiarazione dei redditi del 2006 Marović ha dichiarato di guadagnare 1.769 euro al mese come membro dell’Assemblea e presidente del consiglio d’amministrazione di un’azienda pubblica. La moglie all’epoca risultava disoccupata.
Con tali redditi, ipotizzando una totale assenza di spese, a questa coppia servirebbero 140 anni per guadagnare 3,8 milioni di dollari.
Nella documentazione non viene specificata la provenienza di quei milioni. La banca ha annotato che, al tempo, l’occupazione della signora sarebbe consistita in un’attività di import/export di materiali di refrigerazione e componenti automobilistiche.
Secondo i dati del Registro delle Imprese montenegrino, però, Marović e la moglie non risultano avere avuto in quel periodo alcuna azienda che si occupasse di questo tipo di attività.
La proprietà dimenticata
Anche se la proprietà di Marović è considerevolmente superiore al reddito percepito, dalle dichiarazioni dei redditi e dai documenti del catasto si evince che i 3,8 milioni di dollari non sono l’unica proprietà che non ha dichiarato.
Secondo la dichiarazione dei redditi del 2006, Marović era in possesso di un appartamento a Budva, di una casa con 20.500 metri quadri di terreno nel villaggio di Krimovica, nei pressi di Kotor, storica città della costa adriatica. Sua moglie possedeva un ufficio a Budva e sua figlia un’automobile.
Tuttavia, rispetto ai dati in possesso del quotidiano montenegrino “Vijesti”, Marović non avrebbe dichiarato tre appartamenti e un ufficio, di proprietà della figlia ventenne Milena, al tempo disoccupata. La proprietà si trovava in via “Dositejeva bb” a Budva, dove Marović aveva registrato regolare residenza. Milena risultava essere proprietaria di un trilocale di 98 metri quadri e dell’ufficio al pianterreno di 18 metri quadri. Al primo piano dello stesso palazzo possedeva un appartamento di 100 metri quadri, ed una mansarda di 90 metri quadri.
Secondo i dati del registro, poi, Marović non possedeva il terreno e la moglie non era proprietaria di alcun ufficio.
Nei successivi due anni, Marović non ha ricoperto funzioni pubbliche e non ha fatto la dichiarazione dei redditi. In quella del 2009 ha dichiarato invece di avere ereditato una significativa quantità di beni. Marović ha dichiarato che lui e il fratello Dragan hanno ereditato 1.602 metri quadri di terreno a Jaz, nelle vicinanze di una delle più popolari spiagge del Montenegro. Marović gode inoltre dei diritti su un appezzamento, non ancora definito, di 816.928 metri quadri a Mrčevo Polje, situato nell’entroterra e adiacente alla spiaggia di Jaz, presso la storica città costiera di Budva.
Marović è infatti uno dei 600 proprietari terrieri di Mrčevo Polje, uno dei più grandi terreni agricoli situato nella parte montenegrina del Mare Adriatico. Il terreno era stato espropriato ai precedenti proprietari agli inizi degli anni ’60 e dato in gestione all’azienda agricola “Boka”. Nel 1992 le autorità hanno dato il via alla procedura di restituzione della terra ai precedenti proprietari, ma non hanno ancora stabilito quanto esattamente spetti a ciascuno di loro.
A Jaz e a Mrčevo Polje si organizzano i concerti delle più grandi star della musica internazionale, inclusi i Rolling Stones e Madonna.
Nel 2009 la moglie di Svetozar Marović ha dichiarato di ricevere uno stipendio mensile di 370 euro, non specificando però il datore di lavoro.
Un anno più tardi ha dichiarato di aver lavorato presso l’amministrazione doganale. Oltre al modesto stipendio, le proprietà di Đorđina aumentano significativamente. Entra infatti in possesso di un appartamento di 85 metri quadri a Podgorica e di un altro a Budva di 22 metri quadri. Non ci sono prove che dimostrino una possibile eredità. Nonostante gli obblighi di legge, raramente la “Commissione per la prevenzione dei conflitti di interesse” controlla la veridicità e la fondatezza dei dati contenuti nei registri delle proprietà.
I potenti locali
A Budva, comune con i terreni più costosi della costa montenegrina, la famiglia Marović ha esercitato un “potere nell’ombra” negli investimenti relativi ai principali progetti edili.
All’inizio degli anni 2000, durante il boom edilizio a Budva, il fratello di Marović, Dragan, era a capo della Segreteria comunale per gli investimenti, mentre sua zia, Mirjana Marović, lavorava nella direzione dell’Istituto regionale per gli immobili. La figlia, Milena, faceva la praticante nell’ufficio del sindaco. Dal 2010 lavora come city manager e siede anche in consiglio comunale come membro del Partito democratico dei socialisti.
MANS, organizzazione non governativa leader nel settore dell’anticorruzione del Montenegro, nel 2008 ha indagato sull’influenza di Marović nelle lobby del mattone scoprendo che attraverso i suoi parenti, Svetozar, era collegato a 20 aziende private, di cui 10 impegnate nel settore immobiliare e edile.
In seguito ad una serie di scandali, Dragan Marović si è trovato ad essere al centro dell’attenzione delle autorità investigative ed è stato arrestato nel dicembre del 2010 per abuso d’ufficio.
Un mese più tardi, nel gennaio del 2011, Marović ha trasferito la proprietà dell’appartamento di Budva e la casa del villaggio di Krimovica al businessman Zoran Mugoša in cambio di un prestito di 500.000 euro. Marović e Mugoša hanno stipulato anche un contratto in cui compare il divieto per Mugoša di vendere o cedere ad altri le proprietà in questione.
Anche il figlio di Marović ha trasferito la proprietà del suo appartamento di Budva a Mugoša firmando lo stesso tipo di contratto che ne limita la disposizione dei beni.
Il quotidiano “Dan” dichiara che fonti provenienti dall’ufficio del procuratore, dichiarerebbero sia stato fatto tutto con l’obiettivo di nascondere e conservare il reale patrimonio famigliare. La procura ha, però, negato che contro Marović sia stata avviata alcuna indagine.
All’inizio del maggio 2014 Mugoša è stato chiamato per un interrogatorio. Gli è stato chiesto di rivelare la provenienza delle ingenti somme di denaro usate per l’acquisto degli immobili.
Mugoša è un ex membro dell’Unità speciale montenegrina per l’antiterrorismo ed è anche il rappresentante legale dell’agenzia immobiliare Perjanik di Budva. Mugoša si è trasferito da Podgorica a Budva dieci anni fa e in soli due anni è riuscito a guadagnare ingenti somme di denaro.
Fondatore della sua agenzia immobiliare è Borislav Delić, capo del servizio di sicurezza di Marović.
Nell’aprile del 2012, due autovetture del valore di 150.000 euro sono state bruciate davanti alla casa famigliare di Marović a Podgorica. La polizia non è mai riuscita a risalire né al movente né ai mandanti.
Marović ha successivamente ritrasferito la proprietà a suo nome.
Nel gennaio del 2012, la moglie di Marović ha comprato per 300.000 euro un terreno di 800 metri quadri che includeva anche una casa di 200 metri quadri a Budva. Nello stesso anno, il comune di Budva ha rilasciato una concessione per la costruzione di una casa il doppio più grande della precedente.
In base ad una normativa che prevede il versamento di una tassa aggiuntiva per la sistemazione dei terreni, Đorđina Marović ha versato la somma di 68.000 euro di tasse comunali. Secondo i documenti, i costi aggiuntivi di costruzione saranno di almeno 300.000 euro. Marović non ha mai denunciato questo ulteriore investimento alla “Commissione per la prevenzione dei conflitti di interesse”.
Dal 2014 la moglie di Marović è in pensione e riceve una pensione mensile di 380 euro.
Affari controversi
Marović e suo figlio, nel 2006 e nel 2007, sono stati coinvolti in due accordi commerciali molto controversi.
Nel marzo del 2006 il comune di Budva aveva annunciato che un’azienda spagnola avrebbe costruito il primo parco acquatico della regione, vicino al colle Topliš. Tuttavia, al posto degli spagnoli si è presentata l’impresa cipriota “Numerico Trading Limited”, di proprietà del figlio di Marović, Miloš, e di Dragan Bećirović. Dragan è stato ucciso davanti alla sua abitazione a Budva nel 2011.
Per quanto riguarda l’accordo, la Numerico Trading ha ottenuto dal comune l’affitto di un terreno di 50.000 metri quadri per un periodo di 20 anni. Annesso al contratto, il comune si è anche impegnato a fare da garante per un mutuo di 1,6 milioni di euro, che questa impresa ha richiesto presso la banca NLB Montenegro.
Lo stesso progetto è stato finanziato da un’altra banca – la “Prva Banka”, che è gestita dalla famiglia del Premier Milo Đukanović. All’inizio del 2007, la “Prva Banka” ha approvato un prestito di 2 milioni di euro alla compagnia “Moninovest”, di proprietà di Marović.
Il parco acquatico non è mai stato costruito, ed il comune di Budva è rimasto con un debito di 1,6 milioni di euro. Non è chiaro che fine abbia fatto quel denaro. La procura ha aperto un’indagine su questo caso, ma non si sa quando si arriverà ad un epilogo. In Montenegro, le numerose indagini contro i potenti rimangono rinchiuse per anni nei cassetti delle procure.
La “Prva Banka” ha finanziato un altro progetto di Marović per un importo di 5 milioni di euro. Nel maggio del 2007 Marović è entrato in partnership con un investitore russo per la costruzione di un immobile esclusivo. Avevano programmato un complesso composto da più piani con più di 90.000 metri quadri suddivisi tra appartamenti ed uffici dal valore di 200 milioni di euro. Nel progetto era anche compresa la costruzione di 40 villette e due hotel.
Tuttavia, il piano prevedeva la costruzione nella splendida penisola di Zavala, l’unica parte non edificata della Riviera di Budva. Un mese prima era stato approvato il piano regolatore, il quale prevedeva che questa zona sarebbe dovuta rimanere spazio verde. Dopo l’ingresso di Marović nel progetto, il comune ha cambiato il piano ai fini di promuovere il turismo di lusso. Il fratello di Marović al tempo ricopriva la carica di segretario del Segretariato comunale per gli investimenti.
Subito sono iniziati i lavori di costruzione, ma l’investitore non ha mai ottenuto le necessarie concessioni edilizie. L’ong MANS ha iniziato una campagna di protesta ed il cantiere è stato chiuso nel marzo 2008. Gli ispettori lo hanno ritenuto un caso di edilizia abusiva. Nel maggio del 2008 Marović si è ritirato dall’accordo commerciale. In cambio la controparte gli ha promesso un milione di euro che sarebbero stati versati nei successivi 5 anni.
Il progetto “Zavala” è uno dei più controversi progetti di costruzione nel Montenegro.
Mentre aveva milioni sul proprio conto corrente svizzero, la famiglia Marović prendeva – senza restituire – prestiti supplementari dalla “Prva Banka”. Attualmente il loro appartamento di Budva è stato ipotecato per via di due prestiti non restituiti che complessivamente ammontano a 650.000 euro. Il mutuo più recente è stato acceso nel 2013. In precedenza la “Prva Banka” si era presa due immobili di proprietà della moglie di Svetozar Marović, per via dei debiti non saldati, e li ha messi in vendita.
I dati del conto corrente svizzero risalgono al 2006/2007 e non si sa che fine abbiano fatti quei 3,8 milioni di dollari, se siano ancora sul conto o siano stati prelevati.
Miranda Patrucić – Giornalista della Rete investigativa OCCRP di Sarajevo
Dejan Milovac – Direttore del Centro di investigazione MANS