Serbia: politica e tycoon soffocano i media

L’ombudsman serbo Saša Janković nel suo tradizionale report annuale sui media, ha sottolineato la grave situazione in cui versano gli organi di informazione in Serbia

24/03/2016, Redazione -

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Saša Janković

(Originariamente pubblicato dall’agenzia Beta , il 15 marzo 2016, titolo originale Mediji i dalje pod uticajem sprege politike i novca )

Il Difensore civico (ombudsman) Saša Janković nel suo tradizionale rapporto annuale sui media ha affermato che l’applicazione delle tre recenti leggi di riforma nel settore non ha rafforzato la libertà dei mezzi di stampa né tanto meno il diritto dei cittadini di avere una completa, oggettiva e tempestiva informazione, sottolineando che i media sono tuttora sotto  "la netta influenza dell’intreccio tra politica e denaro", semplicemente trasformata in una forma legale di finanziamento.

"Per come queste leggi sono state implementate, è stata disattesa l’aspettativa che vi sarebbe stato un ritiro dello stato dal controllo diretto sui media, che si sarebbe riusciti a introdurre concorsi di finanziamento per contenuti di interesse pubblico attraverso il budget di comuni, città, regioni e che tutto questo avrebbe influito in modo rilevante sulla difesa dell’interesse pubblico nel campo dell’informazione. Non esiste una vera trasparenza sulle proprietà. A giudicare dalla struttura dei nuovi proprietari dei media, si deduce che la Serbia è passata dai media di stato ai media di partito", si afferma nel report.

Si sottolinea inoltre che l’inizio del ritiro dello stato dalla proprietà dei media è stato ritardato di quattro mesi a causa dell’ostruzione dei mezzi di comunicazione pubblici. L’ombudsman ricorda poi che l’agenzia di stampa statale Tanjug, che nel processo di privatizzazione non ha trovato un acquirente, è stata chiusa con una decisione del governo, anche se in realtà continua ad operare, continuando ad utilizzare la sede, i simboli dello stato e altre risorse.

"Lo stato ha poi messo Politika AD nella lista delle 17 imprese pubbliche strategiche congelandone di fatto lo status. L’azienda Novosti, nella quale lo stato è socio di minoranza, non è stata nemmeno menzionata nel processo di privatizzazione", prosegue Janković.

Nel report si evidenzia che il ministero della Cultura e dell’Informazione nel 2015 ha indetto due gare d’appalto per finanziamenti a progetto per i media che sono andate a buon fine, a differenza delle gare d’appalto indette da alcune autorità a livello locale.

"Le commissioni sono composte in maggior parte da rappresentanti di associazioni di media e giornalisti, ma a livello locale si sono manifestati degli evidenti conflitti di interesse nonché delle violazioni e abusi d’ufficio"

Si aggiunge che l’organismo di regolamentazione per i media elettronici è il palcoscenico per i conflitti di interessi politici, commerciali e d’informazione e che il suo organo dirigenziale, il Consiglio, non è ancora completo. "L’opinione pubblica si aspetta che l’organismo di regolamentazione per i media elettronici reagisca con maggior forza e che utilizzi più attivamente le competenze che gli spettano in merito alle evidenti violazioni della legge sui mezzi di informazione, sulla prassi giornalistica e le norme pubblicitarie", si legge nel rapporto.

Durante lo scorso anno il numero degli attacchi fisici ed altri tipi di pressione ai danni di giornalisti è ripreso a crescere in Serbia e il registro che è stato creato sul sito dell’Associazione Indipendente dei Giornalisti di Serbia rileva che nel 2015 vi sono stati in totale 38 attacchi di questo tipo, mentre sia nel 2013 che nel 2014 questi si erano fermati a 23.

Inoltre ancora non sono stati risolti i casi di assassinio di giornalisti degli ultimi decenni, così come non si sono trovati i colpevoli degli attacchi suddetti.

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Il Difensore civico si è poi soffermato sugli attacchi di carattere "aggressivo e offensivo" nei mezzi di comunicazione filo-governativi contro specifiche personalità del paese, tra cui spesso giornalisti.

"Tali attacchi all’integrità personale sono palesemente organizzati e irresponsabili. Il loro scopo diretto o indiretto è il ritiro di personalità pubbliche dalla vita sociale. Cresce il numero di giornalisti esperti rimasti senza lavoro o di quelli che si sono ritirati dalla professione. Le associazioni di giornalisti avvertono come sia più facile che svolgano questo lavoro giornalisti sconosciuti, piuttosto che quelli che si sono già guadagnati una reputazione professionale, il che va contro la logica del libero mercato. La condizione sociale dei giornalisti è in caduta libera", afferma Janković. Il quale ritiene che ci sia una maggior libertà sui media cartacei e sui portali on line, piuttosto che sulle reti televisive. 

"Le autorità governative trattano come avversari politici i giornalisti e le redazioni che si esprimono in maniera critica nei loro confronti. Il governo, inoltre, boicotta alcuni media – e addirittura il servizio pubblico. Il governo della Repubblica, per esempio, boicotta la Radio Televisione della Vojvodina. Gli spazi dei mezzi d’informazione pubblici e dei social network sono il palcoscenico della messa in scena del dibattito pubblico, attraverso l’attività organizzata di attivisti di partito il cui compito è sostenere in modo artificiale una determinata idea, un’attività, un’istituzione o una personalità, oppure degradare, non lesinando su manipolazioni, bugie, offese o minacce, scrivendo un innumerevole quantitativo di commenti, tweet, post o blog".

Si ricorda inoltre che su due media – una televisione privata della rete nazionale e un tabloid di grossa tiratura, entrambi vicini al partito di governo – è stato pubblicato un documento autentico di una clinica psichiatrica che forniva i dati clinici riguardanti la storia della malattia di una persona che in quel momento riportava gravi accuse nei confronti dei vertici politici.

"La lotta per il potere condotta attraverso i tabloid e i servizi segreti calpesta le norme giuridiche, etiche e morali, e gli organi di regolamentazione dei media e il controllo civile democratico non hanno le risorse, l’autorità e il potere per ostacolare questo processo… la ‘tabloidizzazione’ dei media, della società e dello stato ha raggiunto il suo apice con il caso del cosiddetto ‘Colpo di Stato’. Resta da sperare che la palese assurdità di tale episodio da rotocalco possa contrassegnare l’inizio della fine di questo tipo di manipolazione ai danni della coscienza dei cittadini", conclude Saša Janković.

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Questa pubblicazione è stata prodotta nell’ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto

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