Rifugiati in Romania: nessuna emergenza

In Romania sono pochi anche quest’anno i richiedenti asilo. Ma le autorità si stanno adoperando, pur con una iniziale riluttanza, ad allestire i campi per ospitare i richiedenti asilo che arriveranno nell’ottica della ridistribuzione in ambito Ue

14/04/2016, Mihaela Iordache -

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Idomeni, Grecia - foto Francesco Martino

Dopo aver ripetuto per mesi l’intenzione di costruire un muro anti-migranti anche al confine con la Romania, l’Ungheria ha iniziato i giorni scorsi a fare rilievi nella zona interessata. Rischia di sorgere una barriera metallica tra due paesi membri Ue, anche se non membri Schengen dato che la Romania ne è ancora fuori.

Secondo la stampa romena, che cita il sito della televisione pubblica ungherese, HungaryToday.hu, le autorità ungheresi avrebbero già installato dei pali al confine con la Romania, nella zona di Berekböszörmény nei pressi delle località romene di Cheresig, Toboliu e Girişu di Criş. Le autorità ungheresi hanno però invitato a evitare strumentalizzazioni: in una nota del ministero ungherese per la Difesa si è chiarito che si tratterebbe solamente di contrassegnare con chiarezza il punto di confine e che la costruzione del muro non è ancora iniziata. Non sarebbe comunque una novità in ambito UE, la stessa Ungheria lo ha già fatto nei confronti della Croazia e l’Austria sta allestendo una barriera al Brennero.

Intanto in Romania non vi è alcuna emergenza profughi. La stampa romena in questi giorni ha sottolineato che i rifugiati si dimostrano poco interessati alla Romania: dall’inizio dell’anno si sono registrate 96 richieste di asilo, la maggior parte di uomini con un’età media tra i 18 e i 34 anni provenienti da Siria, Pakistan e Iraq. In Germania le richieste d’asilo hanno superato le 91.000.

“Le richieste di asilo in Romania da parte di siriani ha rappresentato il 43% del totale delle richieste depositate”, ha sottolineato nei giorni scorsi Viorel Vasile, a capo dell’Ispettorato generale per l’immigrazione. E la maggior parte dei siriani che hanno richiesto asilo sono parenti di cittadini siriani stabiliti già da molto tempo in Romania, per via degli studi, di attività economiche o di ricongiungimenti familiari.

In Romania sono residenti 104.139 cittadini stranieri. Nel 2015 sono stati circa 850 i richiedenti asilo di cui 541 provenienti dalla Siria, 214 dall’Iraq e 96 dall’Afghanistan. Stando ai dati forniti dalle autorità romene, nel 2015 la Romania ha promosso 2.324 controlli di polizia per verificare la presenza sul territorio di eventuali clandestini.

Mohamed

Alcune testate giornalistiche romene, come Protv o Hotnews, hanno pubblicato lunghe interviste a profughi siriani arrivati in Romania. Tra loro ad esempio Mohamed, arrivato nel paese con la moglie e tre figli. Dopo molto tempo trascorso in una situazione molto precaria in Libano lui e la sua famiglia hanno deciso di tentare la strada verso l’Europa. Mohamed ha descritto ai giornalisti romeni anche la rotta seguita: dal Libano in Turchia, di nuovo attraverso la Siria e poi l’attraversata dell’Egeo, lo sbarco a Lesbos, alcuni mesi passati in Grecia dove uno dei suoi figli che era ammalato è stato curato e poi la scelta, aiutato da un’organizzazione non governativa, di chiedere asilo in Romania.

“All’inizio ho rifiutato di venire qui in Romania, non la conoscevo. Avevo sentito dire da altri di non andarci, che c’era gente povera e non buona” ha raccontato Mohamed “me ne scuso di questi pregiudizi, non era vero, come del resto non è vero che tutti gli arabi sono t[]isti”. Mohamed poi ha raccontato di trovarsi bene a Galați, dove attualmente risiede, e che gli piacerebbe aprire un ristorante.

La Romania e il mondo arabo

La Romania ha avuto in passato buoni rapporti con i paesi arabi, incoraggiati soprattutto durante il regime di Ceaușescu. Affari, ma anche scambi culturali. Migliaia di giovani hanno studiato (medicina e ingegneria in particolare) in Romania, hanno avviato attività economiche, e sono rimasti nel paese anche dopo aver terminato gli studi. Secondo i dati rilasciati dal ministero del Tesoro, in Romania ad esempio sono 642 le aziende con azionisti, proprietari o amministratori di origine siriana. La comunità siriana in Romania potrebbe rappresentare una risorsa per i rifugiati, mentre i rifugiati stessi potrebbero essere una risorsa per gli affari dei loro compatrioti.

La Romania inizialmente si era schierata accanto ad altri membri dell’Unione europea (come la Polonia ad esempio), contestando il sistema delle quote individuato come prima risposta all’emergenza dell’ultimo anno. Alla fine però ha accettato di ricevere 6351 rifugiati. 15 siriani sono arrivati all’inizio dell’anno, ora si prevede l’arrivo di altri 160 richiedenti asilo dall’Italia e 135 dalla Grecia. Le autorità hanno dichiarato di aver allestito più centri di accoglienza. Sarebbero sei quelli attuali: a Bucarest, Timișoara, Giurgiu, Rădăuţi, Galați e Maramureș. In totale 950 posti – e finora 100 occupati.

Inoltre nei pressi del confine con la Bulgaria, a Vama Veche, ne dovrebbe essere allestito un altro in grado di accogliere 500 persone. Nulla di ufficiale ancora, ma da qualche settimana gli operai lavorano per ristrutturare una vecchia caserma. E sul posto c’è già stata qualche manifestazione dove i residenti locali hanno esplicitato la loro paura alla stampa locale, dichiarando di vivere di turismo, di avere dei bambini, di non sapere che gente arriverà.

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