Trento Film Festival, al via con pochi Balcani e Caucaso
Al via ieri la 64ma edizione del Trento film Festival, la rassegna internazionale dedicata alla montagna. Il concorso guarda soprattutto all’Asia
Meno Balcani e Caucaso del consueto, al 64° Trento Film Festival in programma fino all’8 maggio. La storica rassegna di montagna e avventura presenta una selezione di 108 film di tutte le lunghezze e i generi. E, come consuetudine, ospiterà numerosi incontri e spettacoli.
Nel concorso lungometraggi c’è il romeno “La montagne magique” di Anca Damian, prodotto con società francesi e polacche. La regista del bel documentario animato “Crulic, the path to beyond” (2011), ricostruisce, utilizzando tecniche diverse che rendono ancora più caleidoscopico il film, la vita avventurosa di Adam Jacek Winkler: rifugiato polacco a Parigi, fu fotografo, alpinista e militante politico. Un’esistenza all’insegna del superamento dei propri limiti che negli anni ’80 del Novecento subisce una svolta: Winkler lascia la Francia per andare in Afghanistan a combattere al fianco di Massoud contro i sovietici.
È un concorso che guarda con molto interesse all’Asia (cinque film su 14) e conta su un solo film italiano, il curioso falso documentario “Il solengo” di Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi, già premiato in diverse manifestazioni. Tra i concorrenti alla Genziana d’oro, anche il cinese “Behemoth” di Zhao Liang già rivelazione della Mostra di Venezia.
Nella sezione “Terre alte” ci sono i turchi “Bakur” di Ertugrul Mavioglu e Cayan Demirel e “Extraordinary People” di Orhan Tekeoglu. Il primo racconta la vita quotidiana in tre campi di addestramento del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan che lotta contro lo stato turco, sulle montagne dell’est del paese. “Extraordinary People” segue, nella zona orientale sul Mar Nero, persone fuori dall’ordinario che portano avanti progetti curiosi.
Come sempre, l’est è ben rappresentato in “Eurorama”, il programma realizzato in collaborazione con il Museo degli usi e costumi trentini e rivolto al cinema etnografico, con documentari premiati nei diversi festival internazionali. Tra questi i russi “Dreams From The Other Seaside” di Anatoly Dobryakov e “Shunu Will Come” di Salvat Yuzeev, il macedone “Pursuit of Luck” di Maria Dzidzeva, il romeno-tedesco “The Forest Is Like The Mountains” di Christiane Schmidt e Didier Guillain e il georgiano “The Ruler” di Shalva Shengeli.
Tra le proiezioni speciali da menzionare “La storia dell’orso” di Enrico Lando e “La glace et le ciel” di Luc Jacquet. Quest’ultimo, film di chiusura del Festival di Cannes lo scorso anno, ritrae il glaciologo francese Claude Lorius uno dei primi a studiare e rilevare il riscaldamento climatico. Un documentario di scienza, avventura e umanità che si conclude con l’appello del ricercatore: "E ora che lo sapete, che cosa farete?".
Completano la programmazione “Orizzonti vicini”, con film legati al Trentino e all’Alto Adige, e “Destinazione Cile” dedicata alla produzione documentaristica recente del paese sudamericano con l’anteprima del bellissimo “La memoria dell’acqua” di Patricio Guzman (Orso per la sceneggiatura al Festival di Berlino) e un omaggio alla regista di origine italiana Tiziana Panizza.