Armenia: servizi alternativi di tutela dei minori

In Armenia ci sono ancora parecchi bambini affidati alle istituzioni. Le organizzazioni che fanno parte del ChilPact si adoperano per offrire servizi alternativi all’istituzionalizzazione dei minori

22/07/2016, Onnik James Krikorian -

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Bambina al Centro di Zatik a Yerevan - Foto Onnik Krikorian

Nel 2005, in Armenia più di 10.000 bambini sono stati iscritti in collegi e istituti per l’infanzia d’origine sovietica. Erroneamente indicati come “orfanotrofi”, termine fuori luogo dato che la maggior parte dei bambini ha almeno un genitore, la loro situazione è migliorata tanto che oggi gli iscritti sono poco più di 2.500. Tuttavia, rilevano i sostenitori della tutela dei minori, resta urgente la necessità di deistituzionalizzare. Nella vicina Georgia, ad esempio, fino ad un decennio fa c’erano poco meno di 5.000 bambini in collegi e orfanotrofi d’epoca sovietica, mentre oggi sono appena qualche centinaio.
“L’istituzionalizzazione si verifica perché vi è un sostegno insufficiente alle famiglie che vivono in povertà” afferma Mira Antonyan, Presidente del Network sulla Tutela dei Bambini in Armenia, membro della coalizione ChildPact . Il Network è costituito da 39 organizzazioni non governative (ONG) con la quarantesima pronta ad aderire quest’anno. Antonyan è anche direttrice esecutiva  del Centro di sostegno del Fondo armeno per il sostegno di bambini (FAR), membro della rete Child Protection. Secondo le statistiche della Banca mondiale, la metà di tutti i bambini dell’Armenia vive sotto la soglia di povertà. Ciò significa 440.000 bambini.

"I bambini sono stati inviati all’istituto perché avevano bisogno di mangiare, e anche se soffrono, vivendo in questi grandi gruppi, lontani dalle loro famiglie, ottengono qualcosa", spiega Antonyan. "Abbiamo bisogno di servizi di supporto per ridurre questa sofferenza e riportarli alle loro famiglie."

Ma anche se il processo di deistituzionalizzazione in Georgia è stato relativamente di successo, ciò non vuol dire che si è sviluppato senza problemi. I circa 1.600 bambini che vivono e lavorano per le strade di Tbilisi, la capitale, e in altre città del paese, lo dimostrano fin troppo bene. E’ una lezione, dice Antonyan, che il network sulla tutela dei bambini si impegna ad evitare in Armenia. Inoltre, è uno dei motivi per cui il ChildPact, la coalizione regionale di reti di protezione dell’infanzia, è incredibilmente utile e importante.

Centro di sostegno all’infanzia a Yerevan – Foto O.Krikorian

Deistituzionalizzazione

“La deistituzionalizzazione è avvenuta in modo diverso nei vari paesi", spiega Antonyan. "Alcuni hanno avuto successo, mentre altri non sono riusciti, ma nessuno ha avuto un successo completo. Tuttavia, i successi che abbiamo incontrato attraverso il  ChildPact sono stati molto interessanti e utili per noi. Vi è l’esempio romeno, bulgaro, serbo, e georgiano. Insieme possiamo progettare il nostro piano. Abbiamo voluto questa collaborazione, abbiamo voluto imparare dalle reciproche esperienze, e nei paesi post-sovietici o post-socialisti, molte cose accadono nello stesso modo. "

Antonyan spiega che diventare parte di ChildPact non è stato una mossa artificiale. È accaduto in modo molto naturale. "Eravamo alla ricerca di questo e siamo molto felici che sia successo", continua. "La cooperazione regionale consiste nell’imparare l’uno dall’altro, evitando gli []i che altri potrebbero aver sperimentato prima."

Inoltre, FAR di Antonyan è una delle Ong  in Armenia responsabili di un progetto pilota per promuovere famiglie affidatarie nel paese. Speciale attenzione è stata posta sulla continuità e la permanenza. Lei ci tiene a sottolineare che la deistituzionalizzazione e la promozione di queste famiglie non dovrebbe significare trascurare la famiglia biologica del bambino, ma deve essere vista come una soluzione temporanea fino a quando i problemi specifici che potrebbero portare alla istituzionalizzazione saranno affrontati. E’ anche per questo motivo che ci sono due tipi di affidamento in Armenia – a breve termine (fino a un anno) e a lungo termine (oltre un anno).

"Essendo un tecnico sociale, so che nella società trovi sempre persone che dicono ch eè difficile applicare l’affidamento, ma nel nostro caso penso che sarà facile. Dal 2005 al 2008 abbiamo avuto un programma pilota nelle regioni Lori e Gegharkunik con l’UNICEF e più di 300 famiglie iscritte per diventare genitori affidatari. Queste famiglie sono quelle i cui figli avevano già lasciato casa, oppure coppie che ora sono nonni. Molti dei bambini sono cresciuti e alcuni addirittura si sono arruolati nell’esercito, ma sono sempre tornati dai loro genitori affidatari."

Centro di sostegno all’infanzia a Yerevan – Foto O.Krikorian

Famiglie affidatarie

Tatevik Gharibyan, l’unica rappresentante ufficialmente impiegata dal Network di protezione per i bambini in Armenia, è d’accordo. In particolare, dice che come parte del ChildPact, il network armeno ha la possibilità di promuovere e sostenere le questioni di tutela dei minori a livello nazionale e regionale. Lei conferma anche che l’istituzionalizzazione dei bambini in Armenia rimane un problema, in particolare visto che circa l’80 per cento dei bambini in istituzioni ha almeno un genitore.

"Finiscono in istituzioni soprattutto a causa di difficoltà economiche e sociali", dice Gharibyan ", e circa il 40 per cento dei bambini hanno bisogni speciali. Vi è la necessità di ampliare i servizi alternativi per ridurre il flusso di bambini degli orfanotrofi, istituzioni di cura e istituzioni speciali e scolastiche. Attualmente ci sono solo circa 20 famiglie affidatarie in Armenia. L’istituzionalizzazione ha un impatto negativo su tutti gli aspetti dello sviluppo dei bambini, tra cui quelli intellettuali, fisici, comportamentali e socio-emozionali ".

Un’altra Ong membro del network per la protezione dei bambini, Aravot , è stata coinvolta in un progetto pilota nella regione armena di Lori, per fornire sopporto alle famiglie biologiche di bambini ospitati nelle istituzioni. Quando il programma è iniziato c’erano sette scuole sovietiche nella regione, dalle quali ne sono state selezionate cinque che assistevano bambini con necessità speciali, nonché famiglie socialmente vulnerabili. Le circa 200 famiglie che avevano la possibilità di reintegrazione poi sono state selezionate per un’ulteriore valutazione, prima che 40 fossero scelte.

Ora, ogni anno dal 2006, 50 famiglie lasciano il programma dopo essere state sostenute per un anno, mentre altre 50 sono selezionate per l’inserimento nel programma. Circa 200 bambini sono passati per questo programma in un periodo di quattro anni.

"L’ambiente familiare che sostiene la crescita e lo sviluppo del bambino è considerato più desiderabile che il mandare i bambini in strutture di assistenza", conclude Gharibyan. "La promozione di meccanismi di assistenza alternativi in ​​Armenia è una delle priorità del ChildPact e della rete di protezione dei bambini."

Onnik Krikorian James è un giornalista britannico su contratto con ChildPact, coalizione regionale di ONG di protezione dei bambini nella regione del Mar Nero, per aumentare la consapevolezza dei problemi rigaurdanti la protezione dell’infanzia in Armenia e in Georgia.

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