Romania: postelezioni in centro a Bucarest

Una passeggiata nel centro della capitale romena ed una domanda: "Ma lei, per chi ha votato?". Reportage

21/12/2016, Daniela Mogavero - Bucarest

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Bucarest - Calea Victoriei (wikimedia )

In un clima post-elettorale teso e di contrapposizione, la disillusione da un lato e la ricerca di una politica nuova e fuori dagli schemi della corruzione dall’altro, sono al centro del dibattito tra i cittadini romeni. E se la maggioranza del paese ha votato senza esitazioni per i Socialdemocratici del Psd, le strade di Bucarest raccontano un’altra storia.

Girando per il centro storico di Lipscani, la zona dell’Università, l’elegante Calea Victoriei, il Promenada Mall della zona di Calea Floreasca o nei giardinetti dove si trovano anziani nonostante la gelida mattina di dicembre, emerge che al di là dei partiti che adesso si contendono il diritto di formare il governo, i romeni vogliono alcune certezze: che le promesse del Psd vengano mantenute – aumento dei salari e delle pensioni – e che non ci sia mai più un’altra tragedia come quella dell’incendio del Club Colectiv, dove nel 2015 morirono oltre 60 persone.

I giovani

A chiederlo sono soprattutto i giovani, tra i 20 e i 30 anni, che hanno votato per il volto nuovo, il movimento anti-sistema – ben diverso da esempi come il M5S in Italia (senza posizioni nazionaliste anti-Europa) – Unionea Salvati Romania (Usr) dell’ex professore di matematica Nicusor Dan, che nella capitale ha raccolto il 24,6% rispetto al 9% su base nazionale.

Alla domanda in romeno “Per chi hai votato?” quasi nessuno si ferma, ma quando capiscono che la domanda viene dall’Italia il desiderio di raccontare qualcosa di più del perché si è scelto l’Usr o il Psd o il Pnl emerge. George, architetto di 35 anni, ha “votato per l’Usr perché credo che abbiamo bisogno di un cambiamento nella nostra politica. Nel partito ci sono amici, architetti, lavoratori dell’IT che conosco e che anche se hanno poca esperienza in politica si sono impegnati per la prima volta e credo che potrebbero portare un cambiamento. Ritengo che il risultato ottenuto ci dia una possibilità di mantenere la corruzione sotto controllo".

La corruzione è uno dei punti che quasi tutti gli intervistati tirano fuori tra le motivazioni di voto insieme al desiderio di cambiamento. Lubica, signora di mezza età che aspetta fuori dalla fermata della metropolitana a Unirii, non vuole dire per chi ha votato, “è riservato”, ma “ho scelto il cambiamento”.

C’è anche chi vede una telecamera e dice subito di no, ma poi ci ripensa, come il 28enne Alex, felpa oversize e capelli rasta, che gestisce un sito web per la vendita di materiali artistici ed ha anche una piccola bottega a Lipscani: “Non mi riprendere, ma puoi registrare, così ti spiego cosa è successo – dice – la maggioranza delle persone non sanno per cosa hanno votato, sono malinformate. Continua ad esserci questa contrapposizione tra i due partiti più grandi che litigano sempre senza trovare una soluzione. Non si può evolvere così. Io ho votato per Usr – continua con l’amico Vlad, anche lui 28enne e laureato in Economia che per vivere fa il deejay – si tratta di persone intelligenti e competenti in diversi settori, come la pianificazione urbanistica. Nicusor Dan, il fondatore, è un grande uomo, ma è difficile per loro rompere il monopolio che c’è dal 1989".

La carica dei 20enni elettori dell’Usr coinvolge moltissimi studenti: Iuliana e Anna, entrambe studentesse 22enni, entusiaste dell’Europa e del progetto europeo, hanno votato Usr: "Tutto è migliorato da quando siamo nell’Ue, mi piace viaggiare e voglio studiare all’estero, ci sono un sacco di opportunità e ho votato Usr perché spero che cambino qualcosa, anche se non hanno vinto", sostiene Anna.

"Ho fatto l’Erasmus in Italia – sottolinea Iuliana parlando in italiano fluente – Amo l’Ue e tutte le opportunità che rappresenta, sarebbe triste se accadesse qualcosa" con un cambio di attitudine o della politica romena o dell’opinione pubblica, sottolinea aggiungendo che anche lei ha votato per il movimento perché la rappresenta di più degli altri partiti.

Bucarest aliena?

Girando per Bucarest sembra quasi che quel 46% che ha votato Psd provenga da un altro Paese. Le statistiche hanno dimostrato che a votare socialdemocratico sono state soprattutto le campagne e i piccoli centri, ma anche nella capitale il partito di Liviu Dragnea ha ottenuto il 39%. Per trovare il primo elettore “dichiarato” del Psd bisogna arrivare nel nuovissimo centro commerciale di Calea Floreasca, un mall di quattro piani, con le cascate interne e i negozi che si potrebbero trovare ovunque nel resto d’Europa. Sabela, 25 anni, una figlia piccola, ha votato Psd "perché mi aspetto che faccia quello che ha promesso, aumento salari e pensioni". Psd ha votato anche Romolus, 70 anni, per un semplice motivo: "Era l’unico partito che aveva presentato un programma coerente".

Uniti a distanza con gli elettori Psd quelli dell’Alde (Liberademocratici) alleati della coalizione precedente: Lavinia, professionista, ha votato per Alde "perché mi aspetto che faccia un’alleanza con il Psd per un miglioramento della qualità di vita, perché vengano introdotte imposte per le compagnie estere che fanno affari e profitti in Romania e questi guadagni restino qui. Penso che serva anche un’amnistia fiscale, migliori progetti di assorbimento dei fondi Ue e anche un modo diverso di gestire l’Unione europea, perché la strada presa finora è sbagliata".

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