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Russia e Caucaso: la Balena Blu, il gioco suicida
Nato e diffusosi su VKontakte, popolare social network, negli ultimi mesi sembra essere stato la causa di centinaia di suicidi giovanili
Negli ultimi mesi la Russia ha visto aumentare in modo preoccupante i casi di suicidio giovanile, molti dei quali sembrerebbero legati a un macabro gioco online che con il passare del tempo sta diventando sempre più popolare tra gli adolescenti russi.
Si chiama Balena Blu, ma non ha nulla a che vedere con il grande cetaceo marino, se non per il fatto che prende il nome dallo strano fenomeno che porta alcune balene a spiaggiarsi da sole, per poi morire. Si tratta di un “gioco” online nato qualche anno fa su VKontakte, social network largamente diffuso in Russia così come nello spazio post-sovietico, da un’idea degli amministratori del gruppo “f57”, attualmente in carcere con l’accusa di incitazione al suicidio.
Teoricamente, per poter partecipare alla Balena Blu è necessario essere maggiorenni, ma il gioco è principalmente diffuso tra gli adolescenti, che spesso, al momento dell’adesione, non rivelano la propria età. Chiunque abbia accesso ai social network può dunque parteciparvi, utilizzando una serie di hashtag come “balena blu”, “mare di balene”, “voglio giocare”, “svegliami alle 4:20”, “f57” o “f58” (se ne contano migliaia al giorno), che consentono di essere individuati dagli organizzatori del gioco, i quali a volte adescano personalmente i potenziali giocatori.
In seguito all’adesione, a ogni giocatore viene assegnato un curatore. I curatori sono utenti anonimi i quali gestiscono il gioco impartendo compiti di vario genere a ogni partecipante. Tali compiti includono spesso azioni autolesionistiche, come l’incidere sulla propria pelle determinate lettere o forme – come quella di una balena – inviando come prova le foto o i video attraverso i social network. Una volta assolto il proprio compito, il giocatore può passare al livello successivo. In totale il gioco prevede solitamente 50 livelli, da svolgere in altrettanti giorni. Dopo aver raggiunto l’ultimo livello, al giocatore viene impartito il compito finale, necessario per completare il gioco: commettere suicidio, cercando l’edificio più alto della propria città e lanciandosi nel vuoto.
Centinaia di morti in pochi mesi
Secondo un’indagine condotta dal quotidiano Novaya Gazeta, il primo a lanciare l’allarme attraverso un articolo che ha sollevato molto dibattito, nel solo periodo tra il novembre 2015 e l’aprile 2016 in tutta la Russia si sarebbero registrati ben 130 casi di suicidio adolescenziale potenzialmente ricollegabili al gioco della Balena Blu. Queste morti sarebbero accomunate dal fatto che molte delle vittime facevano parte dello stesso gruppo VKontakte, quel gruppo in cui è nato e ha iniziato a diffondersi il gioco della Balena Blu. Per Novaya Gazeta, almeno 80 dei sopracitati suicidi sarebbero senza ombra di dubbio collegati al gioco della Balena Blu.
In seguito all’articolo di denuncia del quotidiano russo le autorità hanno aperto un’inchiesta, anche se finora hanno affermato di non possedere ancora prove certe in grado di confermare la relazione tra il gioco e i casi di suicidio presi in esame. Inoltre, secondo il portale Meduza, il fatto che molti di questi giovani si trovassero all’interno dello stesso gruppo VKontakte potrebbe essere spiegato da loro interessi comuni. Resta un dato di fatto l’improvviso aumento dei casi di suicidio giovanile (+13% nel 2016, secondo i dati del Ministero della Pubblica Istruzione), incrementati anche in regioni del paese dove questo fenomeno è solitamente più raro, come le repubbliche del Caucaso settentrionale.
I motivi per cui tale gioco sia stato ideato rimangono tutt’ora poco chiari. Uno dei creatori, il ventunenne Filipp Budejkin, arrestato dalle autorità lo scorso novembre, ha affermato secondo un articolo pubblicato dal portale in lingua russa Kavkaz Realii di avere creato il gioco della Balena Blu per separare la “gente normale” da coloro che ha definito “immeritevoli rifiuti biologici”. Budejkin è stato accusato di aver creato e gestito tra il 2013 e il 2016 ben otto “gruppi della morte” su VKontakte, e aver spinto al suicidio almeno 15 minorenni. Una delle prime vittime del gioco sembra essere stata la diciassettenne R.P, ragazza russa che due anni fa si tolse la vita gettandosi sotto un treno poco dopo aver postato sui social una propria foto di fianco ai binari commentandola con un semplice “addio”. Nei mesi successivi decine di adolescenti avrebbero tentato di emulare le sue gesta, prendendola ad esempio e dando vita a una vera e propria sorta di adulazione nei suoi confronti.
C’è modo di tornare indietro?
Proprio come R.P, prima di compiere il suicidio molte delle presunte vittime della Balena Blu hanno postato sulle proprie pagine social inquietanti messaggi di addio, come “questo mondo non fa per noi”, “siamo figli di una generazione morta”, “il senso è perduto” o più semplicemente “fine”. La maggior parte dei giocatori della Balena Blu, appartenenti come detto all’età adolescenziale, non subisce solo il lavaggio del cervello, ma finisce per essere vittima di vere e proprie pressioni psicologiche, che spesso sfociano in intimidazioni, soprattutto quando un individuo rifiuta di eseguire un compito assegnatoli e chiede di poter lasciare il gioco. Per convincere un giocatore a portare a termine un compito, il curatore può minacciare ad esempio di diffondere in rete informazioni personali e sensibili sul suo conto, o di attuare ritorsioni di altro tipo, come ad esempio, riporta il portale Caucasian Knot , la minaccia di uccidere i genitori del ragazzo o ragazza.
Per porre fine alla farsa, la maggior parte degli utenti blocca semplicemente l’account del proprio curatore. Alle volte però può capitare che i soggetti più vulnerabili si facciano irretire da queste minacce, cedendo alle intimidazioni.
Un corrispondente di RFE/RL, creando un profilo falso su VKontakte, ha provato a entrare in contatto con uno di questi curatori, dicendosi interessato a partecipare al gioco della Balena Blu. La risposta del curatore è stata: “Ne sei sicuro? Sappi che non c’è modo di tornare indietro […] alla fine del gioco, tu muori”.
Reazioni istituzionali
Purtroppo, l’elevato numero di suicidi adolescenziali non è comunque una novità in Russia. Secondo un report dell’Unicef (2011), la Russia sarebbe il terzo paese al mondo per tasso di suicidi giovanili, con una percentuale più di tre volte superiore alla media mondiale. Ogni anno centinaia di giovani si tolgono la vita; secondo i dati del governo russo nel solo 2016 sarebbero stati ben 720. Nella maggior parte dei casi tali morti sono riconducibili a problemi familiari, amori non corrisposti e problemi mentali; situazioni aggravate dall’abuso di alcool e droga. Solo lo 0,6% di questi suicidi secondo le statistiche ufficiali sarebbe invece collegato a internet e al mondo dei social media.
Nonostante questa ultima statistica, la popolarità che il gioco della Balena Blu sta raggiungendo tra gli adolescenti russi ha iniziato a provocare reazioni nei vertici del paese. Tra questi Irina Jarovaja, deputata della Duma, che si sta battendo per introdurre una nuova legislazione sull’istigazione al suicidio. In Cecenia la procura ha reso disponibile un numero verde . Il parlamento dell’Ossezia del Nord ha inviato alle forze dell’ordine una lettera dove ha espresso tutta la sua preoccupazione nei confronti dell’evolversi di questo fenomeno, chiedendo di chiudere tutti quei gruppi che incitano i minori al suicidio. In Daghestan, diverse scuole hanno invece iniziato a proibire l’uso dei cellulari e di qualsiasi altro oggetto con accesso a internet.
Secondo molti psicologi però, delle misure così restrittive potrebbero finire per causare l’effetto opposto, spingendo molti più giovani a provare a partecipare al gioco e per porre un argine al problema occorre una forte collaborazione tra famiglie e istituzioni.