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Fakhraddin Gafarov musica e misticismo dall’Azerbaijan
Un dialogo con il musicista Fakhraddin Gafarov virtuoso portavoce del mugam, che ben rappresenta il mood dell’Azerbaijan, paese ponte fra occidente e oriente
Il 9 giugno 2017, al Carroponte di Sesto San Giovanni, ci sarà una festa interamente dedicata al mondo balcanico: Balcania . In cartellone i Nema Problema Orkestar, e un ospite d’eccezione: l’artista azero Fakhraddin Gafarov. OBCT ha la possibilità di intervistarlo pochi giorni prima della kermesse.
Possiamo, dunque, parlare tranquillamente in italiano. Come mai questo feeling con il nostro Paese?
Sono arrivato in Italia per caso, ma è una lunga storia che non basterebbe un giorno per raccontarla. In ogni caso parlo bene l’italiano perché abito qui da diciotto anni.
Avremo la fortuna di vederti dal vivo al Carroponte la sera del 9 giugno. Cosa proporrai?
Farò qualcosa in tema con la serata, considerando che sarò ospite dei Nema Problema. Sono molto bravi, e anche se non ho mai collaborato con loro, posso immaginare che sarà una grande serata.
L’Azerbaijan è un Paese poco conosciuto dagli italiani. Eppure ha una ricca tradizione musicale. Cosa ci puoi dire della musica tradizionale azera?
Dici bene. L’Azerbaijan è un mondo speciale, un ponte fra occidente e oriente. Anche dal punto di vista musicale è ricchissimo; forse per via dei numerosi spostamenti che ci sono stati nel corso dei secoli. Qualunque aspetto si voglia analizzare, comunque, non si può prescindere dal mugam.
La musica tradizionale azera…
Impossibile dare una definizione. Ci vorrebbero dei libri per spiegare integralmente il mugam. C’è l’opera lirica mugam, il mugam sinfonia, il mugam jazz. E’ un "genere" che prevede lunghe performance incentrate su scale particolari, e sulla grande capacità di improvvisazione dei musicisti.
Che relazioni ci sono con la musica turca?
La musica azera ha un mood tutto suo. Tuttavia ci possono essere rimandi alla musica turca e soprattutto a quella persiana.
E con quella del Caucaso, di paesi come l’Armenia e la Georgia?
Anche qui ci sono delle similitudini; riconducibili soprattutto al mondo musicale di Tbilisi.
La musica mugam viene definita musica colta. Cosa si può dire, invece, della musica popolare proveniente dai ceti meno abbienti?
Non è corretta questa tua considerazione. Il mugam, infatti, coinvolge sia la musica colta che quella popolare.
Il tar è un antico strumento a corde di cui sei maestro. Di cosa si tratta?
"Tar" in persiano significa "corda". Ha una doppia cassa scavata, realizzata di solito con legno di gelso; il manico è in noce, la cassa è rivestita da pelle di mucca. Ci sono undici corde che si suonano con un plettro. E’ difficile identificare le sue origini, ma è certo che sono riconducibili all’antico impero persiano. Oggi si suona anche in Iran, Afghanistan, e addirittura in certe zone dell’ex Unione sovietica.
Tu però ti cimenti anche con il ney e il balaban. Ci puoi dire brevemente che tipi di strumenti sono?
Sono strumenti a fiato. Il ney è un flauto, un pezzo di canna con sei buchi nella parte superiore e uno in quella inferiore. Il balaban – conosciuto in occidente come duduk – è uno strumento ad ancia doppia.
Fra i tanti artisti che hai incontrato nella tua carriera, chi ti ha ispirato di più?
Non mi piace fare nomi. Tutti gli artisti hanno qualcosa di importante da dire; a me e al mondo. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di incontrarne tanti e di poter lavorare con musicisti di eccezionale talento.
E fra gli italiani?
Ce ne sono molti con cui mi sono trovato bene. E molti con i quali continuo a lavorare. Sul mio sito ci sono anche i nomi: www.fakhraddingafarov.com
Chi è Gabriele Mandel e in che modo avete approfondito il mondo sufista?
E’ stato un grande uomo (scomparso nel 2010), con un immenso cuore, un’enciclopedia vivente. Autore di duecento libri, si è occupato di musica, psicanalisi, pittura, ceramica… Ringrazio Dio per avermelo fatto incontrare e per i bei ricordi che mi rimangono. Peraltro è tramite il suo insegnamento che mi sono avvicinato al sufismo.
Cos’è la confraternita Jerrahi Halveti?
Una scuola sufi con sede a Istanbul.
Come sei arrivato all’Accademia di musica dell’Azerbaijan?
Ho iniziato a otto anni nella scuola di musica della mia città. Poi sono arrivato al liceo musicale e all’Accademia. In seguito ho ottenuto una cattedra d’insegnamento. Mi sono sempre occupato di musica e canti tradizionali.
Cosa puoi dire di Baku?
E’ la città dei venti: si trova sul mar Caspio. E’ un grande centro, da sempre internazionale, interreligioso e cosmopolita.
Che musica ascolti abitualmente?
Un po’ di tutti generi.
Fakhraddin Gafarov in Italia ha collaborato a lungo con Gabriele Mandel approfondendo la conoscenza del sufismo ed entrando a far parte della confraternita sufi Jerrahi Halveti