Romania: meno IVA a chi pubblica notizie positive

In Romania c’è chi è convinto che la stampa dovrebbe pubblicare solo notizie positive, così la società si sveglierebbe dall’oggi al domani col sorriso sulle labbra. A dirlo è la ministra Doina Pană che in merito vuole presentare un disegno legge

18/10/2017, Stela Giurgeanu -

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La ministra Doina Pană

(Pubblicato originariamente da Dilema Veche sul numero del 28 settembre – 4 ottobre)

A fine agosto, la ministra delle Acque e Foreste Doina Pană, ha dichiarato di desiderare che le televisioni trasmettano più notizie positive. L’idea non è nuova, e la dichiarazione non è proprio innocente o benevola. Dato che negli ultimi tempi, sulla scia di decisioni politiche controverse, l’opinione pubblica ha iniziato a rivoltarsi, una parte dei mass-media viene incolpata dai leader politici di incitare le dimostrazioni popolari. Non dimentichiamoci ad esempio della lista nera stilata da Carmen Dan qualche mese fa, lista su cui erano segnati molti giornalisti che hanno diffuso notizie sulle proteste. Dobbiamo quindi aspettarci altre decisioni di questo genere che tentano di mettere la museruola al giornalismo.

Ecco ciò che ha dichiarato il ministro Doina Pană al giornale Libertatea: "Dal mio punto di vista, purtroppo, dato quello che abbiamo offerto noi, come società, dalla rivoluzione ad oggi, per i giovani, a parte quelli che hanno basi solide nelle proprie famiglie, quelli che hanno anche altri valori morali oltre a quelli che noi offriamo loro come società, abbiamo giovani molto validi, ma ci dovrebbe preoccupare il grado di violenza al quale siamo giunti in questo paese, di odio, di scissione, e questi sono tutti effetti di una diffusione di notizie esclusivamente negative in Romania. E’ un semplice principio psicologico, ti identifichi con quello che vedi. E il giovane che guarda la TV si identifica con quello che vede. Quando quest’ultimo vede che si arriva ad avere successo così facilmente grazie alla prostituzione, al furto… eppure abbiamo così tanti esempi positivi. Io non voglio vedere solo giovani che combinano guai, ma vedere anche i Giochi Olimpici ugualmente diffusi”.

"Società civilizzata"

Senza commentare sulla fluidità e la logica del discorso, risulta interessante il fatto che questa dichiarazione abbia l’aria di un’iniziativa legislativa. Ricordando una sua visita che ha compiuto in Canada durante il periodo elettorale, la ministra ha tenuto a sottolineare il fatto che lì non ha visto "nulla di negativo su nessun canale, nulla di aggressivo, tutto era uno scambio di opinioni argomentate in modo civilizzato". Ovviamente questo fatto non è stato messo in relazione con la qualità dei politici candidati in Canada, ma, il colmo, con dei mass-media "positivi" che di fatto, secondo lei, sono il motore di una società civilizzata. E’ stata poi aggiunta l’argomentazione col fatto di non aver visto, sulle strade canadesi, "gente arrabbiata, corrucciata, ma, al contrario, entusiasta e col sorriso sulle labbra".

La dichiarazione della ministra tocca, in pieno stile populista, un punto estremamente sensibile: i giovani che abbandonano la Romania e che, secondo lei, potremo riportare indietro soltanto quando l’atmosfera nella società sarà cambiata. E qui ha lanciato la bomba: "Questo è raggiungibile soltanto attraverso determinate misure legislative. Dal canto nostro possiamo offrire una deduzione dell’IVA, una tassazione chiara, in cambio di notizie positive. La stampa ritiene diminuirà il numero di lettori, ma lo abbasserà a tutti perché tutti trasmetteranno simili notizie positive".

In altre parole, il discorso vorrebbe essere il lancio di un progetto legislativo, secondo quanto dichiarato in seguito dalla ministra, che ha trovato una soluzione anche per promuovere l’iniziativa proponendo, con una serenità sconcertante, un patto tra le donne della politica e quelle della stampa: “Ho pensato ad una specie di patto tra le donne della politica e quelle della stampa, nel senso di creare un’onda attraverso dei dibattiti, invitando leader d’opinione, nelle trasmissioni, che possono provenire da qualsiasi ambito, cantanti, celebrità, ma che crei l’onda necessaria per sollecitare questa legge. Sappiamo com’è passata la legge sul fumo, quanto è stato difficile, e potremmo coinvolgere anche le associazioni dei giovani, dei genitori, degli studenti, che discutano di questo argomento".

Positività e sorrisi

Invitata a parlare telefonicamente in una trasmissione di B1 TV, la ministra ha ribadito le stesse dichiarazioni, insistendo sui toni populisti. "E’ necessario che i bambini non vedano solo cose negative, nel senso che non è possibile che in un paese non ci sia anche qualcosa di positivo e perché è un meccanismo psicologico semplice: ci si identifica con quello che si vede. È un bene per la salute morale dei nostri giovani, è un bene far ritornare tutti i giovani che hanno lasciato il paese che non l’hanno fatto per i soldi, perché guadagnavano altrettanto bene qua, ma perché volevano vivere in una società con meno divisioni, meno aggressività, dove c’è un’atmosfera positiva e normale".

Alla critica che una legge simile contravviene alle direttive europee riguardo la libertà d’opinione e la libertà di stampa, la ministra ha risposto che esistono anche direttive europee secondo le quali il ruolo della stampa è anche culturale, andando avanti con l’idea che se in Romania la stampa presentasse le notizie in maniera positiva, la società si sveglierebbe, dall’oggi al domani, col sorriso sulle labbra.

Naturalmente, il tutto pare comico. Tuttavia, non dimentichiamo che nel 2008 Gheorghe Funar e Ioan Ghişe avviarono un progetto di legge secondo il quale i canali della televisione e della radio sarebbero stati obbligati a trasmettere un 50% di notizie positive e un 50% di notizie negative, motivando la legittimità dell’iniziativa col fatto che, a causa dei notiziari negativi, i nostri bambini sono tristi.

In quell’occasione fummo estremamente vicini a vedere approvata la legge perché il progetto venne adottato dal Senato. Per fortuna, furono in molti quelli che vi si opposero con veemenza e la legge non passò in via definitiva. Tra le voci della politica e della società civile, il portavoce di Reporters Sans Frontières, Jean-François Julliard, dichiarò, ai tempi, che solo la Cina ne aveva una simile.

Speriamo, dunque, in una vigile e categorica opposizione di fronte ad una simile legge che distruggerebbe la libertà di stampa e violerebbe la Costituzione rumena: "La libertà di espressione dei pensieri, delle opinioni o delle credenze e la libertà di ogni tipo di creazione attraverso il discorso vivo, la scrittura, le immagini, i suoni o altri mezzi pubblici di comunicazione sono inviolabili. Ogni tipo di censura è vietata" (articolo 30, paragrafi 1 e 2, Costituzione Rumena).

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Questa pubblicazione è stata prodotta nell’ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto

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