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Grecia: il turismo fa il botto

Nel 2018 ci si attende siano 32 milioni i turisti a visitare la Grecia, due milioni in più del 2017. Positivo per l’economia ma non senza i suoi lati oscuri

23/07/2018, Marina Rafenberg -

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Santorini - Joe deSousa/flickr

(Pubblicato originariamente da Courrier des Balkans il 18 luglio 2018)

“Tutte le nostre camere sono prenotate sino alla fine di ottobre ed abbiamo già prenotazioni per l’anno prossimo”. Vassilis Pararas, direttore dell’Hotel Arethusa, nel centro d’Atene, si strofina le mani. Nel 2018 sono attesi in Grecia due milioni in più di turisti rispetto all’anno precedente. Gli arrivi con voli internazionali sono aumentati del 20% nei primi cinque mesi del 2018, ancor prima che iniziasse l’alta stagione. Il governo greco festeggia, e a buon ragione: “In questi ultimi tre anni la Grecia ha attirato 350 nuovi piani di investimento nel settore turistico”, sottolinea la ministra del Turismo su Real News. Secondo Elena Kountoura, 8 posti di lavoro su 10 creati nel 2017 sono da attribuire al settore turistico.

La stessa capitale greca, presa d’assalto quest’estate, sta conoscendo un nuovo rinascimento nonostante la sua immagine sia da fin troppo tempo associata all’inquinamento ed alle manifestazioni violente. Nel 2018 vi sono attesi circa 5 milioni di visitatori. “Sono in corso nuovi investimenti nel settore alberghiero, Atene si rinnova ed attende i visitatori”, ha dichiarato il sindaco di Atene Giorgos Kaminis ad una radio locale. “Ma occorre fare attenzione al fenomeno Airbnb che potrebbe causare problemi agli ateniesi che vogliano vivere in centro”. Il governo di Alexis Tsipras ha previsto di applicare una tassazione su questo tipo di affitti del 45% per limitare il fenomeno. Ma, per ora, i pochi controlli esistenti impediscono di verificare quali tra gli appartamenti siano affittati attraverso la piattaforma on-line.

Il problema non riguarda solo Atene. A Mykonos, isola del jet-set e dei night-club, sono sempre di più i residenti che abbandonano l’isola tant’è che il comune ha previsto un aiuto ai propri funzionari di 100 euro al mese per pagare l’affitto. Stelios lavora sull’isola da 17 anni come muratore. Ha dovuto lasciare l’appartamento che affittava nel centro di Mykonos. “Il proprietario me lo affittava a 600 euro al mese, ma non era più sufficiente per lui”, spiega questo cinquantenne che, con la sua famiglia, abita ora a una trentina di chilometri dalla città. “Durante l’alta stagione riesce a guadagnare quasi 9000 euro al mese”.

A Santorini il centinaio di insegnanti dell’isola che vi iniziano a lavorare da settembre hanno anche loro problemi a trovare un alloggio. “L’anno scorso, al loro rientro, molti insegnanti hanno dovuto dormire inizialmente in macchina o campeggiare sulla spiaggia”, s’indigna Petros, professore presso una scuola superiore di Fira. “Quando guadagni 800 euro al mese è difficile riuscire a pagare affitti che si aggirano sui 500-600 euro al mese, senza contare le bollette”.

Anche gli ambientalisti sono preoccupati per le possibili conseguenze dell’esplosione turistica. I numerosi traghetti e barche da crociera che collegano tra loro le isole rappresentano un pericolo per i mammiferi marini. Il sindaco di Santorini, Nikos Zorzos, ha così deciso nel 2018 di limitare a 8000 persone al giorno lo sbarco dei passeggeri delle crociere. L’anno scorso erano 13.000 le persone a cui era permesso sbarcare quotidianamente sull’isola. “Con la crisi il turismo è diventato un toccasana per stimolare l’economia e creare dei posti di lavoro, ma questo sviluppo non deve arrivare a prescindere dal suo impatto sociale ed ambientale”, sottolinea Nikos Charalambidis, di Greenpeace. Per l’ambientalista l’aumento di arrivi di turisti pone problemi a livello della disponibilità di acqua potabile e di gestione dei rifiuti. “Occorre creare impianti di desalinizzazione, educare i turisti a consumare poca acqua, impostare politiche per limitare l’uso della plastica”, dettaglia.

I turisti si concentrano in particolare su alcune delle isole come Santorini, Mykonos, Rodi o Creta. Per Nikos Charalambidis, la Grecia ha tutto da guadagnare nel puntare su un turismo rispettoso dell’ambiente. “Basta prendere esempio dall’isola di Zante, luogo di passaggio e procreazione delle tartarughe marine”, afferma. “I turisti che la visitano sono interessati a questi animali e fanno di tutto per proteggerli. Si mobilitano per proteggere la specie. In altri luoghi della Grecia è in pieno sviluppo l’agri-turismo permettendo di valorizzare prodotti biologici di piccoli produttori. Non bisogna omologare la Grecia facendone una destinazione per clubbers, ma diversificare l’offerta”.

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