Montenegro: anche uno “scoglio” vittima della speculazione
Il litorale del Montenegro è saturo di hotel e di complessi turistici e gli speculatori si stanno lanciando ora sugli ultimi spazi liberi: le oasi naturalistiche
(Pubblicato originariamente da Monitor (Monténégro), selezionato da Le Courrier des Balkans e OBCT)
Situata al largo di Budva, l’isola di San Nicola, la più grande della costa montenegrina, è stata individuata come “area prioritaria per lo sviluppo turistico” nel Piano urbanistico speciale della zona del litorale del Montenegro (PPPNOB), che copre sei municipalità del litorale. Difficile spiegarsi perché quest’isola inabitata e coperta da una fitta vegetazione mediterranea e conosciuta con il nome di Školj (dall’italiano scoglio), sia divenuta “zona prioritaria di sviluppo”.
Da anni il litorale, area eccezionale, viene devastato dalle costruzioni e sembra ora che agli investitori manchino siti sufficientemente attraenti sulla costa. Poco a poco i cantieri stanno infatti abbandonando le zone urbane per devastare le rare riserve naturali ancora intatte. L’urbanizzazione viene portata avanti sotto gli ordini del governo e del ministro dello Sviluppo sostenibile e del Turismo, al beneficio di alcuni grossi investitori. Sino ad oggi aree protette, alcune oasi come Školj sono evidentemente finite nel mirino di potenti uomini d’affari come è accaduto per Sveti Stefan, Miločer o il monte Spas che domina Budva.
Il nuovo piano urbanistico prevede sull’isola di San Nicola la costruzione di strutture che potranno ospitare sino a 500 persone, la costruzione di un porto turistico e di un complesso residenziale con inclusi 50 pontoni per imbarcazioni da diporto. Il testo del progetto non chiarisce dove si intendano situare i cantieri ma l’intera isola si San Nicola è, per ora, ritenuta “zona turistica”. L’isola appartiene ad alcuni abitanti della regione ma anche a uomini d’affari montenegrini e stranieri, in particolare a Thaksin Shinawatra, ex primo ministro della Thailandia, divenuto cittadino montenegrino.
L’anno scorso Thaksin Shinawatra ha acquistato un terreno di circa 37.000 metri quadrati appartenente a Stanko Subotić che a sua volta l’aveva acquistato dall’uomo d’affari serbo Nenad Đorđević. Il terreno è quindi passato dalle mani di numerosi nuovi ricchi sia serbi che montenegrini per un valore si stima di svariati milioni di euro. Infine la Prva Banka di Aco Đukanović [il fratello del presidente montenegrino Milo Đukanović, ndr] ha posto un’ipoteca del valore di 15 milioni di euro sul terreno di Shinawatra. L’ex primo ministro thailandese si è indebitato presso la Prva Banka? Di sicuro c’è solo che questo terreno è per ora sotto ipoteca.
L’isola di San Nicola ha una superficie di 47 ettari e la sua costa di estende per due chilometri. Contornata da baie e spiagge deserte è da sempre destinazione delle escursioni degli abitanti di Budva e dei turisti. L’isola deve il nome ad una piccola chiesa consacrata a San Nicola, santo patrono dei marinai. Gli abitanti del posto la soprannominano «Havaji», dal nome di un ristorante ormai scomparso che ha caratterizzato la storia dell’isola.
Le autorità locali ed alcuni gruppi di cittadini si sono opposti all’urbanizzazione di Školj. In un rapporto ufficiale firmato da Dragan Krapović, sindaco di Budva, si legge: "Si prevede che l’isola di San Nicola divenga zona speciale per il turismo. Riteniamo che la costruzione di infrastrutture per ospitare 500 persone sia inaccettabile e che occorra prevedere uno sviluppo diverso per l’isola, senza la costruzione di appartamenti. Il consiglio comunale di Budva si oppone fermamente a questo progetto. Tutti gli indicatori economici indicano che si tratta di un investimento non sostenibile. Date le condizioni meteorologiche questo complesso turistico non potrà che essere attivo solo per tre mesi all’anno. Anche la gran parte degli abitanti della città si oppongono al progetto".
Anche Slobodan Bobo Mitrović, rinomato architetto di Budva, ha inviato una lettera di protesta diretta al ministero dello Sviluppo sostenibile e del Turismo: "E’ inammissibile costruire hotel da 500 posti letto e una marina con 50 pontoni sull’unica isola del Montenegro. Chi propone il progetto ha preso in considerazione che San Nicola è la sola oasi verde dell’intero spazio marittimo di Budva? Il comune non ha né foreste protette né luoghi adatti alle escursioni e non può offrire alcuno spazio natuarale né ai suoi abitanti né ai turisti di passaggio".
L’architetto ricorda inoltre che l’isola ospita una foresta protetta dal 1952 e che deve essere preservata. Accusa inoltre la Horwath HTL di Zagabria, tra le aziende che hanno concepito il progetto, di non rispettare le norme attualmente in vigore in Croazia: "Horwath HTL ha scelto di non rispettare la natura dell’isola mentre più di 1000 isole sono protette in Croazia". Secondo i dati del ministero del Turismo croato il paese ha 1244 isole registrate come terreni agricoli sui quali non è possibile costruire.
Slobodan Bobo Mitrović ricorda infine che lavori sono stati fatti senza alcuna autorizzazione sull’isola di San Nicola sin dal 1997. Il proprietario dell’epoca, Nenad Đorđević, aveva con alcune dighe allargato l’isola di circa 10.000 metri quadri. "Occorre salvare San Nicola, farne una riserva naturale e trasformarla in giardino botanico, come è stato fatto per Mljet e Lokrum in Croazia", conclude l’architetto.