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Azerbaijan: che ne è della lavanderia?
Un gruppo di membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa spinge affinché si dibatta, in assemblea, una mozione di condanna nei confronti dell’Azerbaijan per corruzione e violazione dei diritti umani
All’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) lo scorso 16 ottobre 25 suoi membri hanno presentato una mozione affinché si arrivi ad una condanna per l’Azerbaijan per corruzione a violazione dei diritti umani.
“È trascorso ormai un anno da quando l’indagine denominata Laundromat [ lavanderia, ndr] ha fatto emergere lo schema milionario attraverso il quale le istituzioni dell’Azerbaijan esercitavano la loro influenza, pagavano lobbisti e ripulivano denaro sporco e nulla è ancora cambiato”, si afferma nella mozione presentata come primo firmatario da Rasmus Vestergaard Madsen.
L’indagine del Consiglio d’Europa, durata 10 mesi, ha rivelato che vari membri dell’Assemblea del CoE hanno infranto le regole etiche dell’istituzione perpetrando attività “di natura corruttiva” in connessione con le autorità dell’Azerbaijan.
L’indagine, di 219 pagine , è stata resa pubblica lo scorso 15 aprile e ne emergono le influenze illecite dell’Azerbaijan sull’Assemblea del CoE volte ad ammorbidirne le posizioni in merito alla correttezza dei processi elettorali e abusi sui diritti umani. "Nelle loro attività riguardanti l’Azerbaijan molti membri ed ex membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio di Europa hanno agito in modo contrario agli standard etici della PACE”, si legge nel rapporto.
L’indagine è stata istituita dopo le numerose proteste in merito alle scarse reazioni della PACE relativamente a presunti brogli elettorali in Azerbaijan e violazioni di diritti umani. È stata avviata nel 2017 per verificare se membri ed ex membri dell’Assemblea avessero in passato votato in aula con l’obiettivo di silenziare ogni critica in cambio di regali e denaro, pratica divenuta nota con il nome di “diplomazia del caviale”.
“Questa vicenda ha ottenuto molto spazio in Europa ma non ha avviato nessun dibattito particolare in Azerbaijan dove lo spazio per le attività della società civile e per un buon giornalismo si è virtualmente estinto con il crescere del regime autoritario”, si aggiunge nella mozione.
Quest’ultima poi elenca una serie di giornalisti e difensori dei diritti umani che sono incarcerati o, dopo essere stati rilasciati, a cui è vietato di lasciare il paese. Tra questi Mehman Huseynov, Ilqar Mammadov, Afgan Mukhtarli, Khadija Ismailova e Intigam Aliyev.
Nel documento si sottolinea infine che l’Assemblea parlamentare del CoE dovrebbe chiedere conto alle autorità azere delle loro pratiche corruttive.
Lo scorso 4 luglio anche il Parlamento europeo ha elencato una serie di condizioni a cui andrebbe subordinata la firma di un nuovo accordo di partenariato con l’Azerbaijan [Comprehensive agreement, ndr]. Il Parlamento europeo ha invitato il Consiglio europeo, la Commissione europea e nello specifico la Rappresentante Ue per la politica estera comune Federica Mogherini a dare priorità alle libertà fondamentali e alla lotta alla corruzione nei negoziati in corso con le autorità di Baku. Il Parlamento europeo ha sancito in quell’occasione che non ratificherà alcun accordo globale con l’Azerbaijan se quest’ultimo “non rispetterà i valori e i diritti fondamentali dell’Ue”.