Serbia: l’urbicidio di Novi Sad

In tre decenni Novi Sad ha visto la sua popolazione aumentare del 50%, un fenomeno eccezionale nella Serbia di oggi. Come conseguenza vi è stata una colata di cemento sulla città

12/03/2019, Miloš Perović -

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In periferia di Novi Sad, 2018 (© Nenad Nedomacki/Shutterstock)

(Pubblicato originariamente da Bilten, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)

A seguito dei cambiamenti sociali degli ultimi trent’anni di “transizione” Novi Sad, grande città nel nord della Serbia, ha conosciuto trasformazioni demografiche tra le più drastiche dell’intera regione. Da quando la guerra è scoppiata nel 1991 il capoluogo della Provincia autonoma della Voivodina si è trovato ad affrontare un’ondata di immigrazione da molte regioni dell’ex Jugoslavia lacerate dal conflitto. Novi Sad è inoltre un grande centro universitario attorno al quale gravitano studenti provenienti dai quattro angoli dello spazio jugoslavo. Infine la città è divenuta il cuore dell’industria informatica serba. Per tutte queste ragioni la municipalità di Novi Sad è una delle rare in Serbia a segnare oggi un tasso di natalità positivo. Tra il 1991 e il 2011 la sua popolazione è passata dai 260.000 abitanti ai 350.000.

Conseguenza: il paesaggio urbano della città ha subito radicali trasformazioni. In alcuni quartieri, i condomini continuano a crescere nel mezzo di case unifamiliari. Dato che la città si trova su una grande pianura ci si può espandere senza problemi. Novi Sad è cresciuta soprattutto negli ultimi 25 anni. Secondo un rapporto del Dipartimento di Stato americano sulla "rotta balcanica” dietro alla speculazione immobiliare vi sarebbero attività criminali di alcuni gruppi vicini alle autorità municipali. Gran parte del denaro investito deriverebbe dal riciclaggio di denaro sporco. Secondo il rapporto gran parte dei profitti del narcotraffico in Serbia viene iniettata nell’economia legale attraverso investimenti immobiliari, in particolare sul territorio di Novi Sad.

Questi investitori, non tenendo conto delle regole base dell’abitare moderno, stanno costruendo dove prima vi erano case unifamiliari edifici a più piani, creando quartieri stipati senza parcheggi, spazi verdi e infrastrutture adeguate. Oltre a nuocere al paesaggio urbano, questi interventi hanno un impatto diretto sull’ambiente. È stato dimostrato in uno studio sulle "isole di calore urbano", condotto dal professor Stevan Savić della Facoltà di matematica di Novi Sad. Le sue indagini hanno confermato l’ipotesi che i quartieri più caldi di Novi Sad sono quelli che hanno subito i maggiori cambiamenti urbani negli ultimi due decenni. Esiste quindi un legame diretto tra la cementificazione dello spazio pubblico e i cambiamenti di micro-scala che hanno un impatto negativo sulla salute degli abitanti.

Tutte le autorità municipali hanno partecipato alla devastazione di Novi Sad da quando si è passati alla politica multipartitica. Il fenomeno ha raggiunto il suo picco tra il 2004 e il 2008, durante il mandato del Partito Radicale Serbo in coalizione con il Partito Democratico della Serbia e il Partito Socialista. Periodo che è stato segnato dal caso della costruzione della nuova stazione degli autobus. Ilija Dević, imprenditore vicino ai Radicali di Novi Sad, ha in quell’occasione acquistato la compagnia di trasporto ATP Vojvodina e gli era stata affidata la costruzione di una nuova stazione degli autobus intercomunale. Tutti gli autobus avrebbero dovuto essere poi dirottati verso la nuova stazione sorta in periferia, la vecchia stazione in centro sarebbe stata chiusa e tutti i suoi dipendenti licenziati. Di fronte alle veementi proteste dei lavoratori l’allora sindaco Maja Gojković [ora presidente del Parlamento e vicino al presidente Vučić, ndr] ha deciso di interrompere la partnership con Ilija Dević e la nuova stazione degli autobus è rimasta inutilizzata.

La devastazione del paesaggio urbano di Novi Sad ha subito una temporanea sospensione con la crisi economica del 2008. Quindi è ripresa con la salita al potere del Partito progressista serbo (SNS). Attualmente, l’iniziativa più controversa è la costruzione del centro commerciale "Promenada", che che rischierebbe di metter in forse lo stesso funzionamento di alcune infrastrutture comunali. La Lega dei socialdemocratici della Vojvodina (LSV) ha rivelato che il cantiere implicherebbe l’arrivo di 100 litri di acqua freatica al secondo nel sistema di tubazioni della città. Che rischierebbe l’inondazione nel caso si verificassero forti piogge. Gli edifici nel vicino quartiere di Liman sono anch’essi minacciati poiché il deflusso delle acque potrebbe – nel corso degli anni – indebolire le loro fondamenta.

Tre decenni di "transizione" hanno dato agli abitanti di Novi Sad esempi concreti di una politica di sviluppo urbano che va esclusivamente a favore dei più ricchi. Durante il precedente mezzo secolo, avevano assistito a una politica pensata per i cittadini. La capitale della Vojvodina divenne in quel periodo una città moderna con infrastrutture funzionali ed edifici progettati per accogliere le persone che dalle campagne si trasferivano a lavorare in città. Per comprendere che il nazionalismo abbinato alla corruzione endemica non è in grado di fornire le basi per il funzionamento di una società non serve guardare lontano: con la visione da piccoli truffatori che cercano di ingannare oggi senza pensare al domani si distrugge semplicemente tutto.

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