Macedonia del Nord, presidenziali a rischio astensione
Il secondo turno delle presidenziali in Macedonia del Nord vedrà competere Stevo Pendarovski, appoggiato dai socialdemocratici, e Gordana Siljanovska-Davkova, sostenuta dalla VMRO. Sulla corsa elettorale del prossimo 5 maggio pesa però lo spettro dell’astensione
Stevo Pendarovski e Gordana Siljanovska-Davkova hanno ottenuto la maggioranza dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali, tenutesi lo scorso 21 aprile in Macedonia del Nord. Pendarovski, sostenuto dalla coalizione di governo di SDSM e DUI, ha raccolto il 42,84% (323.714), mentre Siljanovska-Davkova, sostenuta dal partito di opposizione VMRO-DPMNE, ha seguito da vicino con il 42,24% (319.225).
Il terzo candidato, lo studioso di etnia albanese Blerim Reka (indipendente, ma sostenuto dall’Alleanza per gli albanesi e dal movimento BESA) ha ottenuto solo il 10,58% (79.921), ma probabilmente saranno i suoi voti a decidere chi sarà il nuovo presidente. Questo, naturalmente, se sarà raggiunto il quorum del 40%: al primo turno, l’affluenza è stata appena del 41,79%, cioè 755.702 elettori.
In una corsa così stretta, il quorum fa preoccupare: finora, considerando solo le elezioni presidenziali, questa è stata la più bassa affluenza alle urne mai registrata nel paese. Pertanto, esperti e politici stanno proponendo l’abbassamento o l’eliminazione del quorum. Un’altra opzione sostenuta da alcuni è che il futuro presidente sia eletto dal parlamento. Tuttavia, per prendere in considerazione possibili soluzioni per il futuro, prima devono concludersi con successo le elezioni in corso.
I candidati
Sebbene nel corso della campagna elettorale tutti e tre i principali candidati si siano presentati come indipendenti e a-partitici, la realtà è diversa. Pendarovski, Siljanovska-Davkova e Reka non hanno tessere, ma le loro candidature sono chiaramente sostenute dai principali partiti politici. Sarebbe un enorme vantaggio per la società se un candidato veramente indipendente, senza un meccanismo di partito alle spalle, riuscisse ad arrivare al secondo turno. Tuttavia, al momento, la "narrazione dell’indipendenza" è solo una strategia elettorale.
Dopo una serie di duri compromessi politici sia in politica estera (l’accordo di Prespa con la Grecia e quello di "buon vicinato" con la Bulgaria) che interna, condita da vari impopolari e discutibili accordi politici per far passare in parlamento i cambiamenti costituzionali previsti nell’accordo di Prespa, è comprensibile il motivo per cui l’SDSM ha sostenuto un candidato "indipendente". Sebbene ufficialmente non sia un membro del partito, Pendarovski detiene una funzione politica nell’attuale governo come coordinatore nazionale per l’adesione alla NATO. Anche il partner della coalizione DUI, un partito di etnia albanese, ha sostenuto Pendarovski.
Lo stesso vale per la VMRO-DPMNE. La memoria degli []i del primo ministro Nikola Gruevski, ancora fresca, sarebbe stata un pesante fardello per qualsiasi candidato alla campagna presidenziale. Pertanto, la VMRO-DPMNE ha scelto Siljanovska-Davkova, professoressa universitaria di diritto costituzionale e sistemi politici. A giudicare dal primo turno, la manovra è riuscita, dato che Siljanovska-Davkova ha ottenuto un risultato sorprendente.
Anche il terzo candidato, Blerim Reka, è stato sostenuto da due partiti di opposizione di etnia albanese come parte di un braccio di ferro all’interno dello spettro politico etnico albanese. A fronte del sostegno della DUI a Pendarovski, i due partiti più piccoli, Alleanza per gli albanesi e Besa, hanno corso con Reka per porsi come i soli e autentici partiti albanesi etnici del paese. Nonostante le limitate possibilità di vittoria, i voti di Reka potrebbero essere cruciali nel secondo turno.
Pertanto, tutte e tre le candidature indipendenti sono state il prodotto di costellazioni politiche, manovre e semplice calcolo (come massimizzare le possibilità di vittoria) piuttosto che di un genuino attivismo di base o volontà di cambiamento politico.
La campagna
Il processo generale del primo turno è stato descritto dagli osservatori internazionali come ben gestito, pacifico, ordinato e trasparente. Considerando le precedenti tornate, si è trattato di elezioni veramente "noiose". Ciò è di enorme importanza, considerando che nei prossimi mesi la Macedonia del Nord si aspetta di ricevere una data per l’avvio dei negoziati di adesione all’UE. Avere elezioni pacifiche, ordinate e trasparenti è tanto importante quanto eleggere con successo un presidente.
Anche la campagna è stata e rimane abbastanza positiva, con un numero limitato di elementi negativi. Nel complesso, è positivo che l’atmosfera di scelta "di vita o di morte" non sia così diffusa durante queste elezioni.
Le campagne dei due candidati sono state prevedibili. Pendarovski è a favore di una rapida associazione NATO e UE, mentre Siljanovska-Davkova si concentra sullo stato di diritto, la giustizia e porre fine alla "nuova élite corrotta". Sostiene inoltre che eleggere per la prima volta una donna come presidente sarà una prova della capacità democratica e della credibilità della politica macedone. "Questa è l’era delle donne: intelligenti, critiche, ispiratrici e creative", ha detto Siljanovska-Davkova.
Persino le contro-narrazioni sono state prevedibili. Pendarovski ha attaccato Siljanovska-Davkova per non essere stata troppo critica durante il processo Gruevski, mentre Siljanovska-Davkova ha attaccato Pendarovski per aver cambiato idea sull’accordo di Prespa. Nel ballottaggio, entrambi si sono concentrati sui voti di Reka ponendosi come una scelta vera e genuina per gli albanesi, presentando invece l’avversario come una cattiva scelta per loro.
Previsioni
La sera del primo turno si poteva facilmente notare la delusione dei rappresentanti SDSM. SDSM e Pendarovski, supportati dalla DUI, si aspettavano un vantaggio significativo. Il primo ministro Zoran Zaev, di fronte al disastro, è corso ai ripari promettendo un rimpasto di governo subito dopo le elezioni.
"I cittadini hanno deciso di astenersi e inviare al governo un messaggio di insoddisfazione", ha detto Zaev, aggiungendo che "gli elettori insoddisfatti hanno chiaramente segnalato la propria delusione nei confronti di alcuni funzionari e politiche governative e quindi ci dovrà essere un cambiamento su entrambi i fronti".
Dall’altra parte, la VMRO-DPMNE era molto soddisfatto del risultato. Con una reputazione macchiata, il presidente onorario Nikola Gruevski in fuga a Budapest e una serie di procedimenti giudiziari contro ex funzionari, il risultato ha consolidato la posizione del nuovo leader Hristijan Mickoski all’interno del partito.
Nonostante tutto, però, Pendarovski dovrebbe rimanere favorito. Indipendentemente dalla bassa affluenza nelle aree in cui la DUI è un attore politico chiave, il candidato SDSM ha un bacino più ampio di voti. La maggior parte degli elettori indecisi e astenuti voterà per lui, ma le trattative a porte chiuse sono in pieno corso e la VMRO-DPMNE, come la maggior parte degli attori politici del paese, è abile in questi giochi.
I media riportano che, sebbene i due partiti di opposizione albanesi che sostengono Reka ribadiscano il "no" agli scambi, sono aperti alla cooperazione e in attesa di un’offerta da parte del governo o dell’opposizione per quanto riguarda il loro sostegno al secondo turno.
Tuttavia, un dilemma più grande di chi sarà il nuovo presidente è: sarà raggiunto il quorum nel ballottaggio? Secondo diversi analisti, ci sono solo due scenari possibili: il quorum sarà raggiunto e Pendarovski sarà il nuovo presidente, o il quorum non sarà raggiunto e si andrà a nuove elezioni.