Prigionieri serbi e russi sul fronte alpino: Wikipedia e i luoghi della memoria per gli ultimi

ll 28 maggio il nostro Niccolò Caranti presenterà a Turku, in Finlandia, l’iniziativa che OBCT ha svolto nell’ambito del progetto AgainNeverAgain. Un resoconto

27/05/2019, Niccolò Caranti -

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Durante il laboratorio su Wikipedia - foto di Paolo Martino

Una versione inglese di questo pezzo è stata pubblicata sul sito del progetto.

Il contributo di OBCT a AgainNeverAgain – progetto che si propone di sperimentare nuove metodologie esperienziali nel processo di confronto con i traumi del passato presenti nelle nostre società – si è concentrato sulla Prima Guerra Mondiale. Siamo partiti dal fatto che quest’ultima costituisce il trauma più profondo della regione in cui si trova OBCT e che la comunità locale degli storici si è distinta a livello nazionale per i contributi apportati, negli ultimi quattro decenni, alla scrittura della storia sociale della Grande Guerra. Nell’esplorare l’argomento abbiamo scelto un’angolazione particolare, che valorizzasse l’interesse di OBCT sull’Europa sud-orientale, e abbiamo contribuito a far emergere un argomento su cui la ricerca è ancora agli inizi: l’esperienza dei prigionieri di guerra. Il tema in Italia è stato affrontato solo a partire dalla la monografia di Giovanna Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande Guerra (Bollati Boringhieri, Torino, 2000).

Il Trentino è diventato parte dell’Italia dopo la Grande Guerra in seguito alla sconfitta dell’Austria-Ungheria. A lungo la narrativa irredentista sull’unità del Trentino con la madre patria è stata egemonica anche a livello locale. In realtà la maggior parte dei trentini che hanno combattuto la guerra lo ha fatto nel ruolo di suddito dell’impero austro-ungarico. Per molto tempo la loro esperienza è stata trascurata, così come si è soprasseduto sulla tragica esperienza della popolazione civile di una regione sulla linea del fronte, trasferita in massa in campi profughi tanto nei territori asburgici che in altre regioni italiane.

Con questo progetto abbiamo deciso di fare luce su una categoria ancor più dimenticata: quella dei prigionieri di guerra, portati a migliaia in Trentino, prevalentemente dalla Serbia e dalla Russia. E abbiamo quindi usato il titolo “gli ultimi” per sottolineare questa problematica gerarchia nella dignità storica dei soggetti interessati.

Dopo aver ponderato attentamente quale tipo di attività esperienziale potevamo sviluppare, abbiamo ideato una duplice iniziativa costituita da un workshop su Wikipedia rivolto a studenti delle scuole e da una visita guidata in un luogo della memoria in costruzione, seguita da una conferenza pubblica per una comunità locale.

Il laboratorio su Wikipedia ha coinvolto 22 studenti del 4° e 5° anno di scuola superiore dell’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti a Tione di Trento. Gli studenti, provenienti da classi diverse, hanno partecipato su base volontaria a due incontri. Il 26 febbraio si è tenuto il primo seminario di due ore. Lo storico Tommaso Baldo (della Fondazione Museo Storico del Trentino, una delle istituzioni locali che abbiamo coinvolto nell’iniziativa) ha presentato l’argomento. Quindi, Niccolò Caranti di OBCT ha fornito una breve introduzione teorica su Wikipedia e ha tenuto un laboratorio pratico per insegnare agli studenti come modificare le pagine Wiki. Alla fine, gli studenti hanno ricevuto i materiali da utilizzare come fonti per gli articoli di Wikipedia loro assegnati: nuove voci su “Sentiero dei Serbi ” (un sentiero di montagna costruito dai prigionieri di guerra serbi) e “Frana di Venzan ” (una frana che uccise 55 prigionieri di guerra russi); nuove sezioni riguardo ai prigionieri di guerra in voci già esistenti su “Guerra Bianca ” (la guerra sul fronte alpino) e “Storia del Trentino”; l’espansione della voce “Prigioniero di guerra ”. Tutte queste erano questioni centrali per la storia dei prigionieri di guerra in Trentino. Agli studenti è stato dato un mese per lavorare a gruppi e preparare le bozze. Poi, durante un secondo (ed ultimo) incontro , il 21 marzo, li abbiamo aiutati a revisionare i testi e pubblicarli su Wikipedia.

Nel corso delle interviste per il video realizzato sul progetto dal filmmaker Paolo Martino, gli studenti hanno espresso il loro apprezzamento per il lavoro svolto, evidenziando l’importanza dell’esperienza diretta e del sentirsi protagonisti di un’attività di divulgazione. Hanno sottolineato quanto il seminario abbia dato loro la possibilità di sperimentare con uno strumento di cui non conoscono il funzionamento, nonostante lo usino ogni giorno. Il corso costituisce un’esperienza di alfabetizzazione ai media: far lavorare gli studenti con Wikipedia fa scoprire loro i pro e contro di questo strumento e permette di apprezzare l’importanza delle fonti autorevoli nella costruzione della conoscenza. Dando agli studenti delle scuole l’opportunità di sentirsi protagonisti della divulgazione culturale, il progetto li incoraggia ad adottare un approccio all’apprendimento partecipativo, consapevole e creativo.

Il nostro secondo evento (visita guidata e conferenza), organizzato il 24 marzo, ha preso avvio presso il Castello di Castellano, usato per incarcerare circa 300 prigionieri serbi durante la Prima Guerra Mondiale. Il castello è ora è di proprietà privata e viene aperto al pubblico solo in occasioni speciali. Fino ad ora non era mai stato visitato come luogo della memoria della Grande Guerra, ma solo in quanto castello medievale. Gli storici trentini si erano già imbattuti nel diario privato di una guardiana del castello, Luigia Miorandi, nel quale si descrivevano le terribili condizioni dei prigionieri di guerra che vi erano rinchiusi. Nel dialogo con loro è quindi emersa l’idea di scegliere il castello come potenziale luogo della memoria, dove organizzare la lettura pubblica degli estratti di questa ed altre testimonianze.

Ha introdotto l’incontro Gianluca Pederzini, membro della “Sezione Culturale Don Zanolli” (un’associazione dedita alla storia locale del paese di Castellano), illustrando al pubblico la storia del castello. Poi Quinto Antonelli, responsabile dell’Archivio della scrittura popolare della Fondazione Museo Storico del Trentino, ha presentato il tema in esame e ha dato vita alla toccante lettura pubblica delle testimonianze. Quindi ci siamo spostati nel Teatro Municipale poco distante dove Antonelli ha tenuto una lezione intitolata “La Prima Guerra Mondiale tra ieri ed oggi: memorie e oblio” e un altro noto storico locale nonché coordinatore del “Laboratorio di storia di Rovereto”, Diego Leoni, ha tenuto una presentazione su “L’esperienza dei prigionieri di guerra serbi e russi sul fronte alpino”.

L’esperienza è stata emotivamente forte e intellettualmente stimolante per i partecipanti, la maggior parte dei quali vive in località vicine. L’iniziativa ha avuto il merito di presentare nel dibattito pubblico la Grande Guerra da una prospettiva inedita, ovvero da quella del prigioniero di guerra, l’ultimo ad essere ricordato. Il successo che il progetto nel suo complesso ha riscosso si deve prevalentemente alla disponibilità alla collaborazione tra tra gli attori attori coinvolti. OBCT infatti è riuscito a raccogliere attorno al questa iniziativa vari soggetti chiave che hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita del lavoro: due istituzioni di ricerca (la Fondazione Museo storico del Trentino e il Laboratorio di storia di Rovereto), un ente locale (il comune di Villa Lagarina), le associazioni culturali ( “Pro Loco Castellano-Cei” e “Sezione Culturale Don Zanolli”) e la scuola (l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti).

Il 28 maggio Niccolò Caranti presenterà il progetto nella tavola rotonda "Searching Relief in Places of Pain " all’interno del convegno"Remembrance, Trauma Transmission & Experiential Learning" all’Università di Turku.

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