Montenegro: i pastori della Sinjajevina contro le esercitazioni militari

Gli allevatori del massiccio della Sinjajevina, in Montenegro, non vogliono che il loro formaggio sappia di polvere da sparo. E protestano conto la creazione di un terreno di esercitazioni militari in uno dei pascoli incontaminati d’Europa

26/09/2019, Dimitrije Jovićević -

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Sul massiccio della Sinjajevina (© Lenar Musin/Shutterstock)

(Originariamente pubblicato da Radio Slobodna Europa , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans )

“Il governo non può fare passi indietro sul miglioramento della difesa nazionale, chiave della sicurezza dello stato e dei suoi cittadini”, ha dichiarato il primo ministro Duško Marković per giustificare la decisione del governo di utilizzare – due volte all’anno e per quindici giorni – il massiccio della Sinjajevina, nel nord del paese, come area di esercitazioni militari. A suo avviso l’opposizione popolare che sta nascendo contro questa decisione non avrebbe nessun motivo ambientale per protestare.

Ogni anno fa salire i suoi animali lungo le pendenze della Sinjajevina, una zona che ospita tra i pascoli più ampi d’Europa. “E dove possiamo far pascolare le nostre pecore? Come faremo a guadagnarci da vivere? A chi potremo vendere prodotti caseari e una carne che sa di polvere da sparo? – si interroga un allevatore locale – questa decisione ci porterà conseguenze terribili”.

L’associazione “Proteggiamo la Sinjajevina” (Sačuvajmo Sinjajevinu) e la Coalizione per uno sviluppo sostenibile – che protestano da mesi per questa decisione – hanno annunciato azioni più radicali per resistere alla militarizzazione della montagna: occupazioni, blocco delle strade d’accesso ecc. Le due organizzazioni hanno anche promesso di sporgere denuncia contro il primo ministro Duško Marković e il ministro della Difesa Predrag Bošković.

Per il momento Aleksandar Perović, della Coalizione per lo sviluppo sostenibile e del movimento ecologista Ozon preferisce non entrare nel dettaglio di queste azioni future. “È impossibile assicurare una presenza continua sul terreno perché la montagna si estende su 7500 ettari. Cerchiamo sempre di trovare un accordo con il governo e faremo tutto ciò che ci è permesso dalla Costituzione e dalle leggi del Montenegro”, spiega.

Per l’associazione “Proteggiamo la Sinjajevina” è particolarmente grave che il governo non abbia preso in considerazione una petizione sottoscritta da più di 3000 cittadini che chiede che la montagna divenga un parco naturale regionale, in conformità a quanto suggerito da uno studio dell’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente. Una petizione che il governo non è ovviamente obbligato a rispettare, spiega il presidente dell’ordine degli avvocati del Montenegro: “Il governo deve comunque fare tutto il possibile per preservare la biodiversità della montagna e per evitare ogni danno all’ambiente”.

“È scandaloso che tutti i membri del governo siano stati a favore della creazione di quest’area di esercitazioni militari, anche il ministro per lo Sviluppo sostenibile e del Turismo, che dovrebbe occuparsi di protezione ambientale”, si indigna Aleksandar Perović. “Garantire lo statuto di parco naturale a questa montagna avrebbe garantito uno sviluppo sostenibile, basato sull’allevamento e la valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni locali. Stiamo assistendo solo al simulacro della democrazia”. A suo avviso il governo ha il dovere morale di tenere conto delle firme di migliaia di cittadini.

Il ministro della Difesa Predrag Bošković assicura da parte sua che le esercitazioni militari non danneggeranno in alcun modo l’ambiente e la biodiversità. “Studi condotti su altri siti utilizzati per esercitazioni militari in Montenegro dimostrano che l’impatto sull’ambiente è nullo” ha spiegato prima di aggiungere che il progetto sulla Sinjajevina non è contrario all’inclusione della montagna nella rete Natura 2000. Ha poi aggiunto che l’esercito non costruirà nessun nuovo edificio e proporrà un sistema trasparente di sorveglianza.

Per Aleksandar Perović è però impossibile che la Sinjajevina possa essere contemporaneamente terreno di esercitazioni militari e parco naturale. “Non ci siamo opposti all’utilizzo della montagna per la formazione dei nostri militari, ma affermare che esercizi di tiro in un ambiente naturale intatto, utilizzato come pascolo, non abbiano alcuna influenza negativa sull’ambiente è incredibile”, sottolinea.

Anche i partiti di opposizione hanno denunciato le intenzioni del governo. Il movimento civico URA si è detto dispiaciuto che sia andata inascoltata la petizione cittadina e non considerati i bisogni della popolazione locale. Il Partito socialista popolare (SNP) vi ha visto un’ulteriore prova di come il potere agisca contro l’interesse del popolo. Il Fronte popolare (DF), principale gruppo di opposizione in parlamento, ha sottolineato che il governo ha deciso “di offrire alla Nato una delle più belle regioni del Montenegro”. Il ministero della Difesa ha ribattuto accusando il DF di dimenticarsi dell’esistenza dell’esercito e dello stato montenegrino.

Per Željko Radonjić, allevatore, il futuro della Sinjajevina non deve dipendere dalla polemica politica: “Si tratta della nostra vita quotidiana e di quella di tutti i montenegrini”. Nel programma strategico del ministero della Difesa per il periodo 2015-2025 la Sinjajevina viene descritta come un terreno per le esercitazioni. La creazione di un centro di addestramento è uno degli obblighi che il Montenegro si è assunto ai tempi dell’adesione alla Nato. Il paese ne è divenuto membro (il 29mo) il 5 giugno del 2017.

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