Belgrado soffoca

La capitale serba è, non per la prima volta, tra le città più inquinate al mondo. La situazione è egualmente catastrofica a Niš ed in altre città del paese. La società civile si mobilita e denuncia l’immobilismo delle autorità

17/01/2020, Nevena Bogdanović -

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(Pubblicato originariamente da Radio Slobodna Evropa , selezionato e tradotto da Courrier des Balkans e Obct)

Belgrado è attualmente una delle città più inquinate al mondo. Lo rileva l’applicazione AirVisual che misura la qualità dell’aria ma anche i dati dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente in Serbia. Il ministro dell’Ambiente Goran Trivan, ha reagito alle numerose denunce e mobilitazioni dei cittadini spiegando che nessuna soluzione può, nel breve periodo, risolvere il problema.

“Dobbiamo migliorare i sistemi attuali di monitoraggio della qualità dell’aria. La soluzione è avere mezzi di trasporto che inquinano meno, industrie meno inquinanti e l’utilizzo di combustibili di alta qualità nonché adottare sistemi di riscaldamento per le case che siano sostenibili”, si è limitato a rispondere.

Mentre il Parlamento serbo sta per dare semaforo verde al Capitolo 27 delle negoziazioni con l’Ue, relativo all’ambiente e al clima, Mirko Popović, dell’Istituto per le fonti rinnovabili e la protezione dell’ambiente, si indigna per la passività delle istituzioni. “L’inquinamento dell’aria è percepibile ad occhio nudo. Ed anche il fatto che le istituzioni non facciano nulla!”, afferma. “Lo stato ha adottato un piano nazionale per la riduzione delle emissioni delle centrali termiche, per ridurre ogni anno le emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri sottili. Si sarebbe dovuto applicare il piano a partire del primo gennaio 2018. È stato elaborato, adottato, ma mai applicato”.

Dal canto suo il presidente Vučić ha dichiarato che l’inquinamento atmosferico è “conseguenza della crescita economica della Serbia”. Mercoledì il governo serbo si è riunito per un incontro d’urgenza sulla questione senza però adottare alcun provvedimento. La premier Ana Brnabić ha annunciato la creazione di una commissione di lavoro sottolineando che “non c’è motivo per lasciare spazio al panico”.

Ne da(vi)mo Beograd si mobilita

L’iniziativa civica Ne da(vi)mo Beograd , che ha più volte avvertito le autorità di questo problema, ha promosso una petizione sottoscritta già da 10.000 cittadini. “Nel breve periodo occorre proteggere la popolazione e tenerla informata. Nel lungo termine occorre ovviamente adottare dei provvedimenti per intervenire sulle cause dell’inquinamento. Purtroppo le istituzioni continuano a fare orecchie da mercante alle iniziative dei cittadini”. Denuncia Vladimir Radojčić di Ne da(vi)mo Beograd.

Secondo un rapporto della rete internazionale di ong Bankwatch, presentato lo scorso 10 dicembre al Parlamento europeo, le centrali termiche in Serbia emettono anidride solforosa in quantità sei volte maggiore di quanto permesso dal Piano nazionale. In questo momento anche altre città serbe come Bor, Valjevo, Niš o Smederevo devono affrontare un livello di inquinamento molto elevato. La situazione è grave anche nelle altre capitali della regione, da Sarajevo a Skopje.

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