Croazia-Serbia: segno + nelle relazioni commerciali

Le relazioni politiche tra Croazia e Serbia restano tese, ciononostante gli scambi commerciali tra i due paesi sono in continua crescita

21/01/2020, Nenad Jovanović -

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Lungo l'autostrada nei pressi di Belgrado (© Rasica/Shutterstock)

(Pubblicato originariamente da Novosti, selezionato e tradotto da Courrier des Balkans e Obct)

Contrariamente alle loro complicate relazioni politiche, gli scambi economici tra la Croazia e la Serbia vanno sempre meglio. “Nel 2018 il totale delle esportazioni verso la Serbia è salito a 636,5 milioni di euro e quello delle importazioni a 600,1 milioni di euro”, riporta Goran Masnec, direttore della Camera di commercio di Croazia. I principali prodotti esportati verso la Serbia sono il cioccolato, gli alimenti a base di cacao, concimi azotati, cemento Portland e bottiglie e bicchieri di vetro. Da parte sua la Croazia importa rame, oli sintetici, prodotti per l’imballaggio ed il trasporto di merci, mobilia. I due paesi inoltre si scambiano elettricità.

“Le generazioni che sono cresciute in Jugoslavia sono abituate alle marche di quel periodo come ad esempio Kraš, Jaffa keks, Bakina tajna, ecc. le aziende croate hanno fatto bene a mantenere i loro nomi”, continua Goran Masnec. “In Croazia sono poi conosciuti i prodotti serbi di alta gamma, ma le aziende devono investire in pubblicità, perché è impossibile giocare per sempre sulla jugonostalgia”. Secondo Goran Masnec, la Serbia è inoltre una buona porta di ingresso per il mercato russo e per quelli della comunità degli stati indipendenti, più difficili da raggiungere per la Croazia, che applica sanzioni alla Russia.

“Nel 2018 gli scambi di merci tra Serbia e Croazia hanno superato il miliardo di euro, 4,2% in più rispetto al 2017. Le esportazioni verso la Croazia hanno raggiunto i 570,7 milioni di euro, il 4,1% in più rispetto al 2017 e le importazioni 498,8 milioni di euro, con un incremento del 4,3%. La Serbia ha così realizzato un surplus di 71,9 milioni di euro. Tra il gennaio ed il settembre 2019 lo scambio ha raggiunto gli 820,9 milioni di euro, cioè il 4,3% in più dello stesso periodo del 2018”, dettaglia dal canto suo Aleksandar Radovanović, direttore del Centro di cooperazione regionale della camera di commercio della Serbia.

"Nel 2018 la Serbia ha esportato prevalentemente catodi in rame, benzina, latta, bitume di petrolio, bottiglie, olio di semi di girasole ed importato cemento Portland, pezzi di ricambio per macchine, carne di suino, carta, prodotti per il lavaggio e la pulizia”, elenca Radovanović. A suo avviso gli investimenti serbi in Croazia sarebbero sino ad ora minimi, solo 8,5 milioni di euro tra il 1993 e il 2019. “Gli imprenditori serbi hanno investito in Croazia nel settore alberghiero, nell’agricoltura e nell’industria agro-alimentare. Vi sarebbe la volontà di mettere più radici ma il mercato croato è chiuso agli imprenditori serbi, diversamente da quanto accade per il mercato serbo rispetto alle aziende croate. Queste ultime hanno investito più di 800 milioni di euro dal 1993. Le nostre aziende sono meno presenti sul mercato croato perché lì l’Iva è più alta e perché i crediti all’esportazione e le assicurazioni sono particolarmente alte. Senza contare che i nostri prodotti e imprese sono percepiti negativamente dal mercato croato…”.

"La Camera di commercio serba si augura che le sue aziende, nel 2020, possano godere di migliori condizioni operative in Croazia. Le aziende serbe hanno effettivamente fatto progressi tecnologici e finanziari eccezionali, stanno diventando sempre più efficienti. In Slovenia, possiedono hotel, aeroporti, banche, società informatiche, società di costruzioni e alimentari e ottengono risultati notevoli. Le possibilità di cooperazione nei settori del turismo, dell’energia, dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ingegneria civile sono molto buone", ha sottolineato Aleksandar Radovanović.

"Gli scambi di Croazia e Serbia con paesi stranieri hanno un importo simile, circa 37 miliardi di euro, i mercati più importanti per i due paesi sono Germania, Bosnia Erzegovina e Italia. Sarajevo è il principale partner della Serbia nella regione, il commercio di merci tra i due paesi raggiunge i 2 miliardi di euro ogni anno e gli investimenti tra i due paesi sono stati quasi di 600 milioni di euro tra il 2010 e il 2018. La Serbia realizza scambi di più di 5 miliardi di euro all’anno con i paesi usciti dalla dissoluzione jugoslava e l’Albania. Belgrado ha realizzato un surplus della propria bilancia commerciale di 2 miliardi di euro da queste operazioni, cifra che sarebbe stata molto maggiore senza i dazi imposti dal Kosovo”, ha dichiarato Goran Radovanović.

A titolo di paragone, la Croazia ha esportato 1 miliardo e 336 milioni di euro di beni in Bosnia Erzegovina nel 2018 e ha importato merci per 736,9 milioni di euro. Nello stesso anno, ha esportato 1 miliardo e 605 milioni di euro in Slovenia e importato 2 miliardi e mezzo di euro. Ha esportato 188,6 milioni di euro e importato 5 milioni di euro di merci dal Montenegro. Infine, il rapporto import-export con il Kosovo nel 2018 è stimato a 74,6 contro 2,5 milioni di euro e quello con la Macedonia settentrionale a 128 contro 86 milioni di euro.

Per il gruppo Pivac, produttore di carne e recentemente azionista di maggioranza della famosa società di trasformazione alimentare Kraš, il mercato serbo offre numerose opportunità di sviluppo. "L’anno scorso, il gruppo Pivac ha esportato prodotti per 10 milioni di euro in Serbia, il 60% dei quali è carne fresca. La nostra esportazione in Serbia aumenta di anno in anno", afferma Ivica Pivac. "Kraš esporta ogni anno 4,5 milioni di euro in Serbia attraverso la sua filiale serba. Abbiamo in programma di aumentare l’esportazione e di espanderla ad altri prodotti. Nonostante le tese relazioni politiche tra Croazia e Serbia, quest’ultima è interessante sia per le esportazioni che per nuovi investimenti ", conclude Ivica Pivac.

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