Media in Serbia, il pluralismo che non c’è
L’assegnazione delle frequenze radiotelevisive nazionali in Serbia mette in luce la carenza di trasparenza e di pluralismo del settore. Ad ottenere le frequenze sono solo i media filo regime. Le critiche a Belgrado sono giunte sia dalla Commissione europea che dal Parlamento europeo
La questione dell’assegnazione pubblica delle frequenze radiotelevisive nazionali in Serbia è in stallo dopo alcuni importanti sviluppi negli ultimi mesi, che hanno messo in luce la controversa natura della questione e le debolezze del quadro istituzionale del Paese.
I soliti noti (ri)ottengono le frequenze televisive nazionali
La controversia è iniziata il 29 luglio 2022, quando l’Ente regolatore dei media (REM) della Serbia ha assegnato le quattro frequenze di trasmissione nazionale per un periodo di otto anni alle stesse quattro televisioni (Happy, Pink, B92 e Prva) che le avevano precedentemente ricevute. L’assegnazione è avvenuta nonostante le numerose carenze nel loro operato, tra cui almeno 12.000 violazioni della legge sulla pubblicità negli anni precedenti e le diverse denunce per incitamento a odio e violenza. La decisione ha suscitato una protesta pubblica e ha attirato severe critiche sia locali che internazionali poiché tutte queste televisioni sono note per sostenere il Partito progressista serbo(SNS), attualmente al potere in Serbia. Organizzazioni nazionali e internazionali per la libertà di stampa ritengono che il processo di assegnazione delle frequenze violi il principio del pluralismo degli enti pubblici radiotelevisivi e dei principi sull’assegnazione delle licenze. Pochi giorni dopo, il REM ha annunciato che sarebbe stata assegnata una quinta frequenza nazionale e che l’intero processo si sarebbe concluso entro la fine dell’autunno.
Il progress report dell’UE
La questione è stata ampiamente trattata dall’UE nel suo progress report 2022 che ha evidenziato come il REM avesse assegnato le quattro frequenze nazionali alle stesse emittenti degli otto anni precedenti nonostante tutte avessero ricevuto diffide dallo stesso ente a causa di violazioni dei loro obblighi legali. L’UE ha ribadito la necessità di rispettare il principio del pluralismo dei media e della trasparenza nel processo di assegnazione delle frequenze. Inoltre, nella relazione l’UE ha citato la relazione finale dell’ODIHR sulle elezioni dell’aprile 2022 in Serbia, che ha rilevato che il REM è rimasto passivo nel supervisionare la condotta dei media serbi durante la campagna elettorale. L’ODIHR ha anche osservato che le emittenti pubbliche nazionali hanno fornito "una copertura ampia e acritica a funzionari pubblici che erano anche candidati", mentre "i canali televisivi privati con una copertura nazionale […] hanno assegnato circa il 90% della copertura dei notiziari al presidente e ai funzionari governativi rappresentandoli generalmente positivamente”. In altre parole, il REM ha fallito nel suo ruolo di garantire la corretta applicazione delle norme che regolano la campagna elettorale sulle emittenti pubbliche.
Inizia la saga della quinta frequenza
La gara pubblica per la quinta frequenza nazionale è stata indetta ad agosto 2022, con scadenza 11 ottobre per la presentazione delle offerte. Alla fine quattro canali hanno presentato domanda, tra cui TV Nova S che produce una serie di programmi di successo ed è nota per la sua posizione critica nei confronti del governo.
Secondo Nova S, il termine per la decisione del REM sulle domande era di 30 giorni ed è scaduto il 26 novembre , tuttavia il 29 novembre la stessa presidente del REM ha negato che ci fosse un termine per l’assegnazione delle frequenze e che la decisione in merito all’assegnazione delle frequenze sarebbe stata presa in una delle sedute successive, senza assumere impegni precisi.
Buio in Serbia
I candidati e coloro che seguivano il processo temevano che l’intera procedura fosse solo una scusa per guadagnare tempo ed evitare infine l’assegnazione delle frequenze. Ne è scaturita una significativa protesta delle televisioni appartenenti all’operatore United Group, N1 e TV Nova S. Il 6 dicembre le due televisioni hanno interrotto le trasmissioni e per l’intera giornata hanno trasmesso uno schermo nero con la scritta “Buio in Serbia senza media liberi”. La protesta ha avuto un grande impatto e la sua tempistica ha coinciso con il vertice UE – Balcani occidentali. Lo stesso presidente Vucić è stato costretto a commentarla durante il vertice stesso, criticando le TV e affermando che protestavano più nel proprio interesse che per quello del pubblico. La protesta delle televisioni è stata successivamente seguita da un’altra organizzata all’interno del Parlamento dai membri dell’opposizione , che hanno mostrato il loro sostegno alle due televisioni e hanno diffuso lo stesso messaggio.
REM in sciopero
Se la protesta delle TV non faceva esplicito riferimento alla questione della quinta frequenza in Serbia, il messaggio è stato comunque chiaro e la reazione del REM è stata immediata. L’ente ha infatti sospeso i lavori il 9 dicembre tramite una sessione telefonica urgente. Più avanti quel mese, la presidente del REM ha informato la Commissione parlamentare per la cultura e l’informazione che l’ente aveva scioperato a causa della "violenta pressione coordinata” che stava ricevendo dai gruppi di opposizione e in particolare a causa della pressione del United Group. Ne è seguito un dibattito sulla legalità o meno di tale sciopero, ma il risultato è stato che il tempo passava e ancora una volta la decisione sull’assegnazione della quinta frequenza è stata rinviata. Lo sciopero alla fine si è concluso il 21 dicembre 2022 dopo che il REM ha ricevuto il sostegno della Commissione parlamentare e quello del ministro dell’Informazione e delle Telecomunicazioni.
La saga continua….
La fine dello sciopero non è stata la fine della saga. Due giorni dopo la fine dello sciopero, la presidente del REM ha annunciato pubblicamente che il REM non avrebbe assegnato la quinta frequenza con un contenzioso giudiziario in corso con uno dei candidati. Il riferimento era a TV Nova S, che il 20 dicembre aveva avviato un procedimento giudiziario per silenzio amministrativo nei confronti del REM perché era scaduto il termine per l’affidamento della frequenza e non era stata presa alcuna decisione. Mentre il contenzioso era stato avviato per sollecitare il REM a concludere il procedimento, l’ente lo ha addotto come motivo per continuare a rinviare la decisione sull’assegnazione della quinta frequenza, anche se la causa può durare anni. La presidente Olivera Zekić ha infatti affermato che il procedimento giudiziario “durerà quanto durerà. Non possiamo interferire nel lavoro degli organi giudiziari. Qualcuno li ha costretti (Nova S) a portarci in tribunale? No, mi dispiace solo che per colpa loro anche altre TV interessate dovranno aspettare”.
Il paradosso è che la causa contro il silenzio amministrativo viene ora utilizzata dal REM per continuare il silenzio ed è diventata la principale scusa per ritardare la risoluzione della questione. Analogo reclamo presentato all’Ufficio del difensore civico non ha prodotto alcun risultato.
Ad oggi non si intravede la fine di questa vicenda, anche se sono passati otto mesi da quando è stato lanciato il bando per la quinta frequenza e il termine è scaduto da più di 5 mesi. Il fatto che la questione sia stata sollevata sia dalla Commissione europea in ottobre sia da ultimo, nell’aprile 2023, dalla Commissione affari esteri del Parlamento europeo non ha sbloccato la situazione. Infatti, commentando tale relazione, la presidente del REM, pur respingendo le critiche del Parlamento europeo, ha affermato chiaramente che il REM non ha alcun obbligo legale di emettere la quinta frequenza e che quattro frequenze nazionali sono addirittura troppe per il mercato serbo. L’ultima affermazione sembra confermare quello che molti sospettavano all’inizio: che la quinta frequenza nazionale non verrà mai assegnata o che verrà assegnata quando ormai sarà troppo tardi e non avrà più significato.