Serbia e Ucraina, un’amicizia dimenticata
Serbia e Ucraina hanno avuto per lungo tempo posizioni geopolitiche vicine: un’amicizia messa però in discussione dall’invasione russa dell’Ucraina. Uno studio cerca di fare il punto sui rapporti bilaterali tra Kyiv e Belgrado. Abbiamo intervistato l’autrice Kateryna Shymkevych
Si intitola “A Forgotten Friendship: Serbo-Ukrainian Relations And Pro-Russian Narratives ” (“Un’amicizia dimenticata: le relazioni serbo-ucraine e le storie pro-Russia”) l’analisi preparata dal Belgrade Center for Security Policy che esamina la storia recente dei rapporti tra Serbia ed Ucraina e come questi siano stati influenzati dal conflitto. Abbiamo incontrato a Belgrado l’autrice, Kateryna Shymkevych, co-fondatrice del Balkans-Ukraine Cooperation Platform (“Piattaforma per la cooperazione tra Balcani e Ucraina”) e direttrice del Centro Analitico per gli Studi Balcanici che ci ha spiegato perché si tratta di un’“amicizia dimenticata”.
Nella sua analisi, lei spiega come l’Ucraina si sia mostrata solidale con la Serbia nel 1999 ed è per questo che l’ha definita “un’amicizia dimenticata”. Perché pensa sia stata dimenticata?
È stata dimenticata a causa delle posizioni dei governi di Russia e Serbia. Nel 1999, l’Ucraina ha sostenuto la Serbia ed ha lavorato per una soluzione diversa al conflitto allora in corso, come dimostrano i documenti ufficiali. Nella Verhovna Rada, il Parlamento ucraino, i deputati hanno ripetutamente condannato i bombardamenti su Belgrado e sostenuto l’integrità territoriale dell’allora Jugoslavia. I membri del partito comunista ucraino ed i loro alleati dicevano che Kyiv doveva sospendere i rapporti con la NATO nel “Partenariato per la Pace” a causa dei bombardamenti sulla Jugoslavia. Dall’altra parte c’era chi condannava la NATO ma sosteneva che Belgrado stava commettendo un genocidio contro gli albanesi del Kosovo e la NATO era stata costretta ad intervenire, dato che Belgrado aveva respinto tutti i piani di pace. In tutti i documenti, la posizione dell’Ucraina era chiara e condannava i bombardamenti. Quattro giorni dopo l’inizio dei bombardamenti, il ministro degli Esteri ucraino, Boris Tarasyuk volò a Belgrado e si incontrò con Milošević, ma questi respinse ogni tentativo di mediazione.
La Serbia sostiene l’integrità territoriale dell’Ucraina e l’Ucraina quella della Serbia. Può spiegarci le similarità e differenze tra queste due posizioni?
I due paesi affermano il rispetto per le rispettive integrità territoriali. La posizione del governo ucraino sul Kosovo è salda e spesso si chiede al governo ucraino se tale posizione possa cambiare in futuro. La risposta è regolarmente no, posizione ribadita anche da Zelensky. Similmente, la Serbia ribadisce il proprio sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina. Tuttavia, vi sono delle differenze tra Crimea e Kosovo. In Crimea, l’Ucraina non ha commesso crimini di guerra o crimini contro l’umanità, come è avvenuto per la Serbia in Kosovo. In più, in Crimea, i tatari, gli ucraini e i russi non hanno mai organizzato referendum per la secessione. Ci sono anche delle false similitudini che sono il risultato dei miti russi diffusi dai media nella regione.
Ora le relazioni tra i due paesi stanno cambiando? Per esempio di recente al Consiglio d’Europa, l’Ucraina si è astenuta dal voto sul Kosovo…
Il rapporto tra Serbia e Ucraina è iniziato a cambiare nel 2014. Se Belgrado ripeteva che rispettava l’integrità territoriale dell’Ucraina, faceva però riferimento alla situazione nel paese come ad un “conflitto interno”, una “crisi” o addirittura come una “guerra civile”. Questo ha influenzato i rapporti tra i due paesi, dato che la Russia cercava di sfruttare a proprio vantaggio la situazione ed imporre il proprio punto di vista in Serbia.
L’Ucraina ha anche visto l’arrivo di volontari serbi nel Donbas, che sono venuti, hanno ucciso ucraini e poi sono ritornati in Serbia. L’anno scorso, quando alcuni serbi si erano uniti alla Wagner, Zelensky ha parlato con Vučić. In alcuni casi il presidente serbo ha condannato tali reclutamenti e fatto riferimento a sentenze contro coloro che combattevano all’estero come mercenari, ma sarei davvero curiosa di sapere se la gente in prigione c’è finita davvero.
L’Ucraina cerca di mantenere buoni rapporti: non ha chiuso la propria ambasciata a Belgrado e cerca costantemente il dialogo col governo serbo, mentre l’ambasciata serba a Kyiv è chiusa dall’anno scorso e non si sa quando aprirà. Questo può esser interpretato come un gesto non amichevole. La stessa conclusione si può trarre dai voti all’Assemblea Generale dell’ONU: la Serbia ha votato a favore di alcune risoluzioni di condanna della Russia, ma in passato, altre risoluzioni simili non sono state approvate dalla Serbia.
Un’altra similitudine è che mentre entrambi i paesi hanno legami tradizionali con la Russia, sono comunque attratti dall’Occidente e ciò crea tensione. Ma allora come si spiega che solo una minoranza di serbi sostiene l’Ucraina, mentre la maggioranza pensa che la Serbia debba esser neutrale o addirittura sostenere la Russia?
La posizione dell’Ucraina, come quella della Serbia, è tra Est ed Ovest. Ma in realtà molte similitudini sono il prodotto dei miti creati dai media serbi e russi, con l’intenzione di mostrare che sia Serbia che Ucraina sono circondate da nemici e devono esser protette dalla Russia. Secondo queste versioni, la posizione geografica della Serbia e dell’Ucraina rappresenta un pericolo per questi due paesi che perciò hanno bisogno della protezione russa, ma per la Russia, protezione vuol dire pieno controllo. In realtà la situazione non corrisponde a quella descritta dalla narrazione pro-russa, e l’Ucraina ha una sua collocazione geografica che presenta molte opportunità, proprio come la Serbia: confina con sette paesi, ma tutti i paesi confinanti, eccetto la Russia, non hanno mai cercato di annettersi il territorio ucraino o di imporci uno stile di vita… Ora gli ucraini hanno superato questa visione, si considerano parte dell’Europa e vogliono entrare nell’UE. In Serbia, la gente crede alla propaganda russa e crede che l’Ucraina sia circondata da nemici, cioè dai paesi NATO. Lo stesso vale anche rispetto alla posizione geopolitica della Serbia, che però deve smantellare questi miti e spiegare ai propri cittadini che non hanno bisogno di aver paura dei paesi vicini.
In Serbia, molti ritengono che l’Ucraina sia stata “raggirata” dalla NATO o dagli Stati Uniti e spinta al conflitto con la Russia. Come commenta quest’opinione?
Sono in molti a crederlo, ma questa è propaganda russa, la quale sostiene addirittura che sia stata l’Ucraina ad iniziare il conflitto a causa delle attività congiunte che teneva con la NATO. In realtà non vi sono truppe NATO in Ucraina: l’Ucraina, come la Serbia peraltro, fa parte del Partenariato per la Pace, e Kyiv, come Belgrado, fa esercitazioni congiunte con la NATO con scambio di istruttori. Questa posizione, a mio parere, fa parte dei miti russi, come quello che risalendo al 2014 sostiene che l’Ucraina, dopo Euromaidan, non ha avuto un governo legittimo e che partiti fascisti hanno preso il potere in Ucraina.
Quali sono le narrative russe che più riconosce oggi in Serbia?
Ci sono diverse narrative pro-russe, o miti, che circolano in Serbia, essenziali per il Cremlino per mobilitare la società e il governo serbi e convincerli che fanno parte della sfera di influenza russa e che non devono seguire le politiche UE. Uno di tali miti riguarda la Crimea: dal 2014 la Russia propaganda il mito che la Crimea sia russa. Quando questo ha cominciato a perdere presa sulla gente in Serbia, allora sono iniziate a circolare notizie che i Russi venivano espulsi dalla Crimea o che la lingua russa era stata proibita. Solo di recente alcuni media serbi hanno iniziato a raccontare il contrario, cioè che la Crimea non è mai stata russa e che la realtà storica è differente. Un altro mito è la questione dei russofoni nel Donbas, che, secondo la propaganda russa, erano in pericolo perché gli ucraini volevano proibire completamente la lingua russa. Su queste basi, la Russia pretende di proteggere tutti i russofoni e di incorporarli nel cosiddetto “Mondo russo”. Un terzo mito è che la Russia ha diritti storici su tutto il territorio del sudest e che la Rus’ di Kyiv era una delle tappe della creazione della Russia come stato, mentre l’Ucraina non è mai esistita come paese indipendente. Altri miti sono poi collegati alla chiesa, e cioè che le chiese in Ucraina che si rifanno al Patriarcato di Mosca sono minacciate dal governo di Kyiv, un discorso che risveglia forti emozioni in Serbia.
Pensa che l’amicizia serbo-ucraina possa essere rinnovata?
Domanda difficile: i rapporti sono complicati al momento. Questo non vuol dire che le relazioni siano interrotte: c’è cooperazione a diversi livelli, per esempio per quanto riguarda il commercio, vi sono contatti molto importanti che continuano a svilupparsi. È importante cooperare sul piano commerciale ed economico, mentre è più difficile su quello politico, questa è una questione a lungo termine che dipende essenzialmente dalla posizione di Belgrado.