Incendio nell’ospedale di Tetovo: nessuno andrà in carcere

Nel settembre 2021, in piena emergenza Covid-19, un incendio all’ospedale di Tetovo in Macedonia del nord, portò alla morte di 10 pazienti. La sentenza del processo ora divide e fa discutere

16/06/2023, Aleksandar Samardjiev - Tetovo

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Statua della Giustizia - © Michal Kalasek/Shutterstock

Il processo per l’incendio dell’ospedale di Tetovo nel settembre 2021, dove hanno perso la vita 14 persone e dieci sono rimaste ferite, si è concluso a inizio giugno 2023. I due ex dirigenti del Centro clinico di Tetovo sono stati condannati con la condizionale, mentre è stato assolto un medico che era stato accusato di non aver rispettato le regole durante l’epidemia.

L’ospedale clinico di Tetovo, in qualità di persona giuridica, è stato riconosciuto colpevole di "causato pericolo pubblico" e dovrebbe essere multato per un milione di dinari macedoni (16.000 Euro).

L’otto settembre 2021 era bruciato un prefabbricato modulare con 35 posti letto per l’alloggio di pazienti Covid-19 allestito sul terreno dell’ospedale. I dirigenti Florin Besimi e Artan Etemi sono stati processati per "gravi reati contro la pubblica sicurezza" e sono stati condannati ad un anno e sei mesi con la condizionale, quindi non andranno effettivamente in carcere se non commetteranno un nuovo reato.

Il tribunale ha deciso di assolvere il dottor Boban Vucevski e l’ospedale per il reato di "mancato rispetto delle norme sanitarie". In particolare, il medico era accusato di aver permesso ai parenti dei pazienti di rimanere nella stanza d’ospedale per aiutare i malati a riprendersi.

Le motivazioni della sentenza

Il giudice Jordan Velkovski ha spiegato ai giornalisti che il verdetto si è basato sulle prove presentate all’udienza principale e sui fatti derivanti da tali prove. Sottolinea che la Procura ha depositato un atto d’accusa in cui si imputa non l’aver causato l’incendio, ma il non aver installato gli estintori.

Ha valutato che gli imputati non hanno installato gli estintori e quindi hanno causato un pericolo per la vita e il corpo di persone e pazienti con Covid-19. D’altra parte, crede che l’incendio in sé non sia stato una loro diretta colpa.

Secondo il giudice, l’ufficio del procuratore non ha dimostrato che il dottor Boban Vucevski fosse il responsabile della struttura, e ha sottolineato che un avviso sulle porte d’ingresso vietava l’accesso a tutti tranne i medici, e non c’erano sorveglianti.

Oltre alle istituzioni nazionali le indagini, iniziate dopo l’incendio e durate quasi un anno fino ad agosto 2022, hanno coinvolto esperti e investigatori della polizia criminale federale tedesca. La Procura ha inoltre reso noto che l’inizio dell’incendio è stato causato dall’accensione di una prolunga collegata ad un defibrillatore che serviva per rianimare un paziente.

Il personale medico ha cercato di spegnere le fiamme, ma l’incendio si è diffuso rapidamente in tutto l’edificio, sul tetto e sui pannelli delle pareti e nel locale inventario dell’ospedale. Le perizie in merito alle cause dirette dell’incendio sono state fatte su ordine della Procura.

Gli esperti parlano di procedure non rispettate

Le esatte cause dell’incendio sono state chiarite durante il processo da un perito in ingegneria elettrica, che ha anche presentato una relazione scritta alla Procura nel corso del procedimento istruttorio.

"La configurazione dell’impianto elettrico non è stata eseguita secondo i regolamenti per questo tipo di costruzione", ha dichiarato l’esperto forense Irfan Shaqiri in tribunale. “L’atto stesso di collegare l’oggetto alla rete elettrica dell’operatore è stato eseguito da due dipendenti dell’ospedale senza redigere un documento, un verbale necessario per questo tipo di installazione. Tutte le attività di questi due elettricisti sono state eseguite senza alcuna supervisione da ingegneri elettrici certificati, autorizzati dalla nostra Camera degli ingegneri elettrici”.

Secondo i rilevamenti dell’esperto, l’impianto elettrico nella struttura modulare mancava di un gran numero di documenti necessari per questo tipo di costruzione. “La struttura, un ospedale modulare progettato e realizzato dall’azienda ‘Braco’, è stata installata, secondo loro, come richiesto dal ministero della Salute”, ha aggiunto Shaqiri. “Secondo la loro dichiarazione, il loro dovere era solo quello di preparare e installare la struttura nel luogo indicato. Non c’è nemmeno una relazione sull’impianto elettrico, perché a quanto pare nessuno ha chiesto loro di preparare un documento del genere”.

Durante tutte le udienze, gruppi di cittadini si sono riuniti davanti al tribunale e hanno protestato pacificamente chiedendo il rilascio del dottor Vucevski, che a loro avviso non doveva essere un imputato in questo processo. Molti hanno sottolineato ai media locali che Vucevski li ha aiutati molto a superare la malattia mentre erano in cura in ospedale.

Le reazioni

Il processo per l’incendio dell’ospedale di Tetovo è iniziato il 7 dicembre 2022, dopo essere stato rinviato più volte a partire da settembre 2022. L’ufficio del procuratore afferma che attenderà il verdetto in forma scritta e poi, dopo averne studiato il contenuto, deciderà se depositare un ricorso o meno.

Ci sono state anche reazioni di diversi partiti politici. Dei rappresentanti del movimento Alternativa hanno chiesto se “avremmo avuto la stessa condanna se il direttore dell’ospedale non fosse stato il fratello del ministro Fatmir Besimi, mentre il ministro della Salute Fatmir Mejiti non ha risposto alla domanda se questa decisione rende giustizia a 14 persone bruciate vive in ospedale".

Per VMRO-DPMNE, questo verdetto è la prova che la magistratura macedone è controllata dalla politica. “Il verdetto nel caso dell’ospedale modulare di Tetovo è un’altra prova che non c’è giustizia per il popolo della Macedonia del Nord, e la magistratura serve solo il governo. Con 14 pazienti bruciati vivi, il fatto che non ci siano responsabili non fa che dimostrare fino a che punto la nostra magistratura è politicizzata”.

Secondo VMRO-DPMNE, la magistratura della Macedonia del Nord “è una vergogna per tutta l’Europa”.

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