Fondi europei: chi sono e dove si trovano i 600mila beneficiari

1,8 milioni di progetti realizzati da oltre 600mila soggetti grazie alla politica di coesione dell’UE. Chi ha gestito questa miriade di iniziative, e su quali aree e soggetti si sono concentrate le maggiori risorse? Uno sguardo ai dati della piattaforma Kohesio

28/09/2023, Ornaldo Gjergji -

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Bucarest, Romania. Costruzione di un ponte gennaio 2023 © Cristi Dangeorge/Shutterstock

Oltre 1,8 milioni di progetti finanziati in tutta l’Unione europea, per un totale di oltre seicentomila beneficiari diretti: la piattaforma online Kohesio – resa disponibile dalla Commissione europea nella primavera di quest’anno – aggrega finalmente le informazioni relative all’enorme massa di iniziative e investimenti sostenuti dall’UE attraverso la sua politica di coesione, rendendo più facile esplorare questi dati. 

La politica di coesione segue dei cicli di sette anni: attualmente Kohesio include i progetti finanziati nel periodo 2014-2020 attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale , il Fondo di coesione e il Fondo sociale europeo . Si tratta di 1.841.210 progetti, a cui ne andrebbero in realtà aggiunti ancora alcuni altri, come quelli sostenuti dai programmi di cooperazione territoriale . Per ciascuno di questi progetti Kohesio specifica le finalità perseguite, la spesa sostenuta, e chi è stato il beneficiario diretto del finanziamento (cioè l’ente o l’azienda che ha ricevuto e gestito i soldi, spesso per appaltare o acquistare a sua volta beni e servizi da ulteriori soggetti). 

Alcune specificità nazionali

I beneficiari attualmente elencati in Kohesio sono 605.714. La loro distribuzione geografica e il numero e l’entità dei progetti che hanno gestito variano molto. Negli scorsi anni alcuni beneficiari hanno infatti gestito fondi UE per miliardi di euro, altri hanno ricevuto poche centinaia di euro. Alcuni beneficiari hanno gestito centinaia di progetti, moltissimi uno soltanto. Dividendo i progetti per Paese si possono notare alcune specificità nazionali: 

L’Italia è il secondo stato membro che ha ricevuto più risorse dalla politica di coesione dell’UE nel periodo 2014-2020, ma è di gran lunga il primo paese europeo per numero di progetti: oltre 740.000 progetti diversi, vale a dire circa il 40% di tutti i progetti finanziati dall’UE in quegli anni. Gli altri grandi beneficiari della politica di coesione – Polonia e Spagna – hanno concentrato le risorse ricevute su un numero molto inferiore di iniziative, meno di un quinto di quelle presentate dallo Stato, dalle Regioni e dagli enti locali italiani. 

Portare avanti un maggior numero di progetti non significa necessariamente attrarre o investire una quantità maggiore di fondi. Anzi, andando a vedere il valore medio dei progetti finanziati dall’UE nei vari stati membri l’Italia risulta il Paese con uno dei valori più bassi, vale a dire in media 79.000€ per ogni progetto. Al polo opposto si trova invece, per esempio, la Romania, dove ciascun progetto ha potuto contare in media su 3,2 milioni di euro.

Anche il numero dei beneficiari diretti dei fondi UE varia molto fra paese e paese. Per esempio, in Germania il numero dei progetti è stato meno della metà rispetto all’Italia, ma il numero di beneficiari è stato maggiore. L’Italia in effetti spicca in Europa per il numero eccezionalmente alto di progetti gestiti in media da ciascun beneficiario, ovvero 8,2 progetti; nella maggioranza degli altri paesi questo valore si aggira fra i 2 e i 3 progetti.

Chi sono i beneficiari?

I progetti della politica di coesione sono portati avanti da una varietà di soggetti diversi: organi centrali dello Stato, aziende partecipate, Regioni e enti locali, aziende private, università, enti del terzo settore, e così via. Nel periodo 2014-2020 la politica di coesione dell’UE ha perseguito cinque macro-obiettivi: rendere l’Europa più “intelligente”, più verde, più vicina ai cittadini, più connessa, e promuovere l’“Europa sociale”. Queste finalità sono poi state declinate in modi concreti dai vari governi e territori. 

La seguente tabella raccoglie i tre maggiori beneficiari per ogni stato membro, individuati in base all’ammontare dei fondi europei che hanno ricevuto. Oltre a indicare tale ammontare, la tabella specifica quanti progetti sono stati gestiti da ciascun beneficiario e a quale o quali finalità hanno contribuito. 

I maggiori cinque beneficiari in assoluto sono enti che si occupano quasi unicamente di infrastrutture – notoriamente un settore che richiede investimenti di grandi entità. L’ente che ha ricevuto più fondi europei di ogni altro è stata la Direzione generale delle strade e autostrade nazionali della Polonia, con oltre 9,4 miliardi di euro. Seguono l’azienda per lo sviluppo delle infrastrutture dell’Ungheria con 5,9 miliardi, l’ente che gestisce le ferrovie polacche con 5,4 miliardi di euro, la società di amministrazione delle infrastrutture stradali della Romania con 5,3 miliardi, e Rete Ferroviaria Italiana con 4,6 miliardi.

I beneficiari che hanno gestito il numero maggiore di progetti sono invece due amministrazioni regionali: quella dell’Andalusia in Spagna, con oltre 2100 progetti, e quella della Campania, che tra il 2014 e il 2020 ha portato avanti 1156 diversi progetti per un valore di 1,2 miliardi di euro. 

Oltre a RFI e alla Regione Campania, l’altro maggiore beneficiario dei fondi di coesione in Italia è stato Mediocredito Centrale. Negli Stati membri del sud-est Europa i maggiori beneficiari sono invece stati i seguenti: SID-Banca slovena per le esportazioni e lo sviluppo (Slovenia); HZZ-Servizio croato per l’impiego (Croazia); CNAIR-Società nazionale per l’amministrazione delle infrastrutture stradali (Romania); la Società nazionale per l’infrastruttura ferroviaria (Bulgaria); HDB-Banca greca per lo sviluppo (Grecia); l’Università di Cipro.

NB: I dati contenuti nel testo sono stati raccolti il 31 luglio 2023

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai ai materiali "Work4Future"

 

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