Slovenia: la riviera, case di scrittori e suggestioni visive
Un ex postribolo divenuto la Casa dei poeti, una casetta in pietra dove visse lo scrittore Ciril Kosmač e poi una villa rosa in stile neotoscano dimora del grande regista František Čap. Un itinerario culturale tra Pirano e Portorose
La bella Pirano, con le sue atmosfere veneziane e la mondana Portorose, con i suoi alberghi e i suoi casinò, sono mete nell’Istria slovena molto frequentate dai turisti, soprattutto in estate.
Al di là degli itinerari turistici più prevedibili, tralasciando il mare, i ristoranti di pesce e le bancarelle, il turista che ami piuttosto ripercorrere le orme di letterati e artisti del passato, può ritagliarsi anche qui un suo percorso, visto la suggestione che queste zone hanno esercitato da sempre su tanti protagonisti della vita culturale slovena e non solo.
Il punto di partenza può essere quella che nel dopoguerra era la Casa degli scrittori a Portorose ovvero una casa di proprietà dell’Associazione degli scrittori sloveni, destinata alla villeggiatura dei propri iscritti. Come tante categorie di lavoratori, anche gli scrittori avevano a disposizione un luogo dove venire d’estate a passare, a turno, qualche giorno di riposo, nell’ottica del tempo libero organizzato tipico della Jugoslavia del dopoguerra.
L’indirizzo è Belokriska cesta 23, una strada che dall’alto domina la costa tra Pirano e Portorose. La casa è un piccolo edificio a tre piani, senza caratteristiche architettoniche particolari, con una storia però piuttosto intensa alle spalle: pare infatti che negli anni ’30 abbia ospitato un postribolo e una leggenda metropolitana afferma che persino Mussolini l’abbia visitato.
Anche se l’Associazione degli scrittori mantiene tuttora un legame con la casa, utilizzandola per i propri ospiti, oggi la struttura è un ostello, dal nome molto particolare "Trobenta in oblak" ovvero "La tromba e la nuvola", dal titolo di un celebre romanzo dello scrittore sloveno Ciril Kosmač.
Approfittando della posizione favorevole, vicina a Pirano e Portorose ma allo stesso tempo un po’ appartata, c’è ancora chi viene qui proprio per cercare un po’ di tranquillità per scrivere o meditare, magari rilassandosi nel piccolo giardino che circonda l’edificio.
Non è un caso che l’ostello prenda il nome da un libro di Ciril Kosmač (1910-1980); infatti lo scrittore, nativo di un paese vicino a Most na Soči, scelse di abitare, dalla fine degli anni ’50 fino alla morte, in una piccola casa di pietra, sempre in questa zona, un po’ più in basso, sulla Stara cesta, la strada principale che dall’alto conduce al centro di Portorose.
Al numero 28a della Stara cesta troviamo un cancelletto con una targa che lo ricorda e riporta i riferimenti della Biblioteca di Pirano, per chi desidera visitare la stanza commemorativa che all’interno della casa – proprietà privata – raccoglie ricordi e testi dello scrittore.
Oggi questa via, in una splendida posizione, è un susseguirsi di ville private e di strutture per le vacanze, con un via vai continuo di turisti sudati che salgono verso le cima e auto impazienti di scendere verso il centro, ma la casa di Kosmač, in pietra grigia molto discreta, con un piccolo giardino ombroso, trasmette ancora oggi un senso di pace e tranquillità.
Scendendo per la Stara cesta, si arriva al Grand Hotel Palace, uno dei simboli di Portorose, storico albergo che dopo alcuni anni di chiusura è ora tornato ai passati splendori.
Poco distante dall’albergo, in una piccola salita pedonale un po’ defilata dalla strada principale, oltre a un cancello si intravede una villa rosa in stile neotoscano, che ricorda un po’ le ville dei divi del muto nella Hollywood degli anni ’20.
Il paragone non è casuale, in quanto questa è stata la dimora di un grande regista, ceco di origine, František Čap (1913-1972), trasferitosi in Slovenia nel secondo dopoguerra e che negli anni ’50 scelse di vivere qui.
František Čap lavorò molto all’estero, dove firmò molte produzioni di vario genere, con alterne fortune. Nelle foto lo vediamo spesso on uno sguardo malinconico, e torna in mente un giornalista che lo definì "l’allegro boemo infinitamente triste". È anche ricordato come l’autore di quello che viene considerato il primo film jugoslavo che adombra tematiche gay, la pellicola del 1959 Vrata ostaju otvorena (La porta rimane aperta) film che lanciò verso una brillante carriera l’attrice Milena Draviċ, allora esordiente.
Čap fu il regista di Vesna (1953), una commedia leggera ricordata ancora oggi non solo perché molto amata dal pubblico, ma anche per essere stato il film sloveno con i maggiori incassi per ben quindici anni.
Čap visse in questa villa fino alla morte, con la moglie e la cognata, di origini italiane. Amava molto questi luoghi, e vi girò diverse pellicole tra cui Naš avto (La nostra auto) nel 1961, che ritrae le atmosfere piranesi dei primi anni ’60 e La ragazza della salina con Marcello Mastroianni (1957), un film ambientato nelle saline della vicina Sicciole, all’epoca ancora in attività, e che oggi è considerato l’unico film esistente sulla vita dei "salinai".
František Čap, insieme alla moglie e alla cognata, riposa nel cimitero di Pirano e proprio a Pirano possiamo concludere il nostro itinerario: dopo libri e cinema, i ricordi legati ad un grande protagonista delle arti visive del dopoguerra: sulla punta estrema del lungomare piranese troviamo infatti, un po’ soffocata da altre costruzioni, quella che fu la residenza estiva di uno degli artisti sloveni più importanti del dopoguerra, Lojze Spacal (1907-2000).
Spacal rilevò negli anni ’50 un piccolo edificio abbandonato e lo fece ristrutturare da un amico, l’architetto Edo Mihevc, autore di moltissime costruzioni su tutta la riviera slovena. Mihevc lo ristrutturò esternamente ed insieme, l’architetto e l’artista, progettarono anche l’interno, in pietra e legno e con innumerevoli opere di Spacal, artista celebre per i paesaggi e gli scorci di borghi carsici.
Dall’esterno possiamo ammirare la bella terrazza con colonne, quella che riconosciamo in una foto d’epoca che ritrae l’artista intento ad ammirare il mare, con un quaderno di schizzi sulle ginocchia. Il panorama, per fortuna, non è cambiato, e anche noi possiamo concludere il nostro itinerario con uno sguardo all’orizzonte e al mare di Pirano.