Bulgaria: la più povera in Europa?
Il 14% della popolazione bulgara vive con meno di 51 euro al mese. Un quadro drammatico per un Paese che con tutta probabilità entrerà, nel 2007, nell’Unione. Le sacche di povertà si trovano soprattutto nelle aree montane ed ai confini del Paese. E le prospettive non sembrano rosee: tra i givani vi sarebbero almeno 200.000 analfabeti.
Recentemente uno studio realizzato dall’Università d’economia nazionale ed internazionale di Sofia su commissione del Ministero per il lavoro e per gli affari sociali ha mappato la povertà in Bulgaria. Con risultati allarmanti. 1.113.000 cittadini bulgari, dato che corrisponde al 14% della popolazione, vivrebbero sotto la soglia della povertà. Quest’ultima è fissata dal governo a 102 leva mensili pro-capite (circa 51 euro).
I più poveri in Bulgaria sono concentrati in 13 municipalità. In queste ultime il 30% della popolazione è costretto a sopravvivere con meno di 51 euro al mese. Si tratta di municipalità situate in zone montagnose o sui confini del Paese: Nikola Kozlevo e Kainardza (nella regione di Silistra, nord-ovest del Paese, presso il confine con la Romania); Opaka, Omurtag, Varbitza e Kotel (nord del Paese, zone dove vive una forte minoranza turca); Makresh e Boinitza (città presso Vidin, nel nord ovest della Bulgaria, presso il Danubio); Belitza, Yakoruda, Satovcha, Rakitovo e Dospat (sud-ovest del Paese, nelle catene montagnose di Pirin e Rodopi).
Tutti i quotidiani della Bulgaria hanno dato ampio rilievo a questa ricerca. "1.113.000 bulgari sopravvivono con meno di 102 leva al mese" ha titolato Novinar, uno dei quotidiani con maggiore tiratura. "19 municipalità ricche, 30 nella miseria", ha risposto Monitor.
Sottosviluppo
Secondo gli esperti alla base di questa forte povertà vi sarebbe lo scarso sviluppo industriale, lo scarso sviluppo del terziario ed il cattivo stato delle infrastrutture. Secondo il quotidiano "24 Chassa" la popolazione delle aree più povere sarebbe spesso analfabeta e si raggiungerebbero picchi del 50% di disoccupazione. In molti casi in queste municipalità vi sono forti minoranze rom. Il basso livello di scolarizzazione implica che anche quando qualcuno decide (raramente) di avviare una realtà produttiva non riesca a reperire in loco forza di lavoro sufficientemente specializzata. Spesso la sopravvivenza è legata all’agricoltura di sussistenza. "Recentemente è stata aperta nella nostra municipalità un’azienda tessile" ricorda il sindaco di Varbitza, cittadina dei monti Rodopi "erano ricercati 250 lavoratori ma solo 80 sono stati reclutati in loco". Uno dei grossi problemi che sottolineano i sindaci delle zone più degradate è che i salari minimi sono talmente bassi che poco si discostano dal sussidio statale. Questo non favorisce di certo la spinta a trovarsi un lavoro.
Un’armata di 200.000 analfabeti
Una persona ogni sette in Bulgaria non è in grado di leggere e scrivere. Emerge da un’indagine statistica realizzata dall’agenzia Mediana. Il 5% dei bulgari sarebbe completamente analfabeta, un altro 8% avrebbe forti difficoltà a farlo. E non sarebbe un dato relativo a persone anziane, tutt’altro. Il 6% delle persone nella fascia di età dall’età scolare sino ai 30 anni non sarebbe in grado né di leggere né di scrivere. 200.000 giovani bulgari sarebbero analfabeti. "Questa generazione di 200.000 giovani analfabeti non avrà nessuna speranza di essere integrato nella società bulgara, di affermarsi sul mercato del lavoro, di liberarsi dalla miseria", commenta il sociologo Kolio Kolev.
La strategia contro la povertà
"Il Ministero del lavoro e per le politiche sociali ha messo a disposizione 2 milioni di leva (circa 1 milione di euro) per progetti di sviluppo economico ed occupazionale nelle 13 municipalità più povere della Bulgaria" spiega Elka Dimitrova, a capo del settore Politiche del mercato del lavoro del Ministero "Progetti soprattutto nel campo dell’agricoltura, progetti di riqualificazione ambientale, di lotta all’analfabetismo e nel turismo". A detta della funzionaria la selezione di chi potrà partecipare ai progetti avverrà tra le categorie più deboli: persone disoccupate da più di 1 anno, i giovani sino ai 29 anni e donne. "Incoraggeremo inoltre i sindaci a partecipare a progetti finanziati da del Fondo per gli investimenti sociali ed a richiedere i prestiti del Fondo per il microcredito".
La stampa ha riportato di un primo incontro tra i sindaci delle 9 municipalità più povere della Bulgaria presso il Ministero. Alcuni progetti sarebbero già partiti. Quello ad esempio della riconversione di discariche illegali a Satovcha, Monti Rodopi, per la coltivazione di erbe mediche e piccoli frutti e nella non distante municipalità di Yakoruda dove sono state finanziate coltivazioni sempre di piccoli frutti e di erbe medicinali per sostenere lo sviluppo del turismo alternativo.
Nonostante questi progetti, che rimangono marginali, la maggior parte della popolazione della zona montuosa dei Monti Rodopi sopravvive grazie alle rimesse dall’estero degli emigrati nell’UE e negli Stati Uniti e di agricoltura di sussistenza. Lo studio che ha reso noti i dati della povertà in Bulgaria non ha preso in considerazione i soldi che i gastarbeiter bulgari inviano mensilmente a casa per aiutare e mantenere le proprie famiglie.
"Tutte le piccole comunità montane hanno i loro problemi a sopravvivere" racconta Arben Mimenov, sindaco di Satovcha "da noi ogni anno ci sono problemi ad esempio con il prezzo del tabacco. Sempre più basso di quello che i contadini si aspettano. Inoltre il 90% di chi si occupa di questo tipo di coltura riceve il pagamento per il raccolto una sola volta all’anno. E con quello deve riuscire a sopravvivere". "La vita è sempre più difficile " continua il sindaco "e 900 famiglie hanno dichiarato che sarebbero pronte a recarsi in Grecia e raccogliere lì il tabacco, guadagnando di più, piuttosto che coltivarlo nei nostri campi".
Una strategia che puzza di marcio
La strategia di combattere la povertà attraverso piccoli progetti legati all’agricoltura biologica o al turismo annunciata dal Ministero per gli affari sociali nel 2005 non è per nulla una novità. Già 3 anni fa l’attuale governo aveva annunciato un programma a sostegno dell’agricoltura biologica tra i Monti Rodopi: coltivazione di funghi, erbe medicinali ed attività simili. Le intenzioni erano buone ma i risultati sul terreno sono stati del tutto insoddisfacenti. L’idea di sviluppare l’eco-turismo è rimasta sulla carta, non si è dimostrata applicabile alle municipalità più povere ma solo a quelle con un certo sviluppo delle infrastrutture.
Belitza è tra le 13 municipalità più povere del Paese. E’ situata anch’essa nei Monti Rodopi. Molti dei suoi abitanti sono rimasti delusi dalle molte promesse fatte nel 2003 in merito a progetti di agricoltura biologica. Molti giovani hanno provato a dedicarsi alla coltivazione di erbe medicinali ma non hanno trovato poi alcuno sbocco sul mercato. "Da allora nessuno ha più voluto rischiare soldi in una coltivazione del tutto marginale e senza alcuna garanzia", ha sottolineato il suo sindaco, Hasan Ilan.
La Bulgaria (ed i suoi 13 ghetti) verso l’UE
Lo studio recentemente promosso dall’Università per l’economia nazionale ed internazionale di Sofia non è l’unico fatto in questi anni sulla questione "povertà". Nel 2003 "ONG contro la povertà" realizzò uno studio sullo sviluppo economico nelle aree depresse con popolazione mista. Lo studio era finanziato dalla Banca Mondiale. In quell’occasione vennero prese sotto esame 31 municipalità miste. 7 di loro vennero definite "nidi di povertà". Il rapporto non venne allora reso pubblico. Le sue conclusioni non erano meno drammatiche di quelle alle quali sono giunti i ricercatori dell’università di Sofia. Gli esperti della "ONG contro la povertà" già allora notarono come i tentativi di diversificare la produzione e diminuire la forte dipendenza dalla coltivazione del tabacco nei fatti si sono rivelate infruttuose. Inoltre il turismo quasi non esiste, nonostante vi siano forti aspettative che proprio questo possa trainare lo sviluppo economico. Sfortunatamente tutte le indicazioni date in quell’occasione dal team di esperti guidati da Dujomir Minev (valorizzare le risorse locali, migliorare la trasparenza, favorire il modello cooperativo) sono rimaste sulla carta.
I tredici "nidi di povertà" devono essere affrontati con una vera strategia e non con misure palliative. Vi è infatti il rischio effettivo che i 2 milioni di leva stanziati verranno assorbiti nel periodo precedente alle elezioni politiche previste per il prossimo 25 giugno nell’ottica della campagna elettorale, senza alcuna reale ricaduta effettiva sullo sviluppo delle aree disagiate. Nei fatti la campagna elettorale è già stata avviata. E in questo contesto 2 milioni di euro dalle casse dello Stato in piccoli progetti nelle aree remote del paese possono essere un buon investimento …
"Vi è l’effettivo rischio di creare 13 ghetti in Bulgaria" ha scritto l’antropologo Haralan Alexandrov "le municipalità più povere devono essere assolutamente integrate al livello di sviluppo del resto del Paese. Altrimenti, quando il Paese entrerà nell’Unione nel 2007, rischia di entrare povero e mendicante".
Vedi anche:
Dal tabacco alle erbe medicinali: il futuro dei monti Rodopi