Balcani: qualcuno si ricorda di Marco Pannella?
La morte di Marco Pannella è passata quasi inosservata nel sud est Europa, nonostante il suo impegno durante gli anni Novanta. Un commento del regista bosniaco Nihad Kreševljaković
(Originariamente pubblicato da AlJazeera Balkans il 20 giugno 2016)
Il 25 maggio scorso è morto all’età di 86 anni Marco Pannella, politico italiano, attivista e strenuo difensore dei diritti umani in Europa.
Ho speso invano molto tempo in cerca di qualche reazione alla sua morte da parte della classe politica bosniaca. Ma nessuno si è fatto sentire, nemmeno coloro i quali erano al governo all’epoca in cui Pannella era una delle poche figure politiche europee a invocare l’intervento militare in Bosnia e a denunciare a gran voce quanto stava accadendo nel nostro paese. Non si sono fatti sentire nemmeno i rappresentanti della sinistra, se di sinistra si può parlare in questo paese, e nemmeno quelli che si vantano delle proprie ascendenze liberali. Come se qualcuno pretendesse di occuparsi di calcio limitandosi a seguire unicamente le partite del campionato bosniaco
Dovrei forse sorprendermi del fatto che nemmeno i media bosniaci abbiano dato spazio alla scomparsa di Pannella? Non una riga in merito, per non parlare della possibilità che gli organi di stampa fornissero una panoramica di ciò che ha reso questo personaggio controverso uno dei più importanti politici europei del secolo scorso. Nemmeno l’ombra di una notizia, neppure da parte di quelle testate che ai tempi dell’assedio citavano spesso Pannella apprezzandone gli sforzi e il coraggio che investiva nel dimostrare ciò che all’epoca chiamavamo “la verità sulla Bosnia”.
Mi pare si sia dimenticato con troppa facilità come Marco Pannella, già nel maggio 1992, sostenesse strenuamente la necessità di contrastare la politica criminale di Belgrado paragonandola alle azioni dei nazisti, e accostando l’immagine del ghetto di Varsavia alla situazione creatasi a Sarajevo dove, come avvenuto nella persecuzione degli ebrei, le persone venivano attaccate "per la sola colpa di essere musulmani bosniaci". Pannella accostava le azioni di Milošević a quelle di Hiltler, e i suoi messaggio chiari e netti hanno influito in maniera significativa sull’immagine di quanto stava accadendo in Bosnia.
Solo la Croazia ricorda
Il politico montenegrino Miodrag Vlahović osserva come anche nel proprio paese la notizia non abbia ricevuto l’attenzione meritata. Vlahović, presidente del partito Unità Democratica (CDU), aveva conosciuto Pannella nel 1987 a Belgrado in occasione di un intervento tenuto da questo eccentrico personaggio italiano alla Casa della Gioventù. Fra le poche persone ad aver seguito il comizio di Pannella, Vlahović, che allora ricopriva il ruolo di segretario dell’organizzazione giovanile della Jugoslavia, fu convocato già il mattino seguente dal comitato centrale della Lega dei Comunisti per fare rapporto sul contenuto di quel comizio.
In Serbia, solo le agenzie di stampa hanno ripreso la notizia del decesso di Pannella, riferendosi alla portata del personaggio ma evitando accuratamente di fare riferimento alle sue posizioni durante gli anni Novanta. Anche in Kosovo, la vicenda ha trovato spazio solo nelle notizie battute dalle agenzie.
Solo in Croazia la morte di Pannella ha avuto il seguito che ci si sarebbe aspettati. Sono stati pubblicati alcuni obituari nei quali si descrive il ruolo di Pannella nella politica europea del secolo scorso, con particolare enfasi sulla sua partecipazione alla guerra patriottica croata (Domovinski rat).
Nel testo pubblicato da Slobodna Dalmacija, con il titolo “Addio, Pannella, grazie per il sostegno durante la guerra”, lo si ricorda come “convinto sostenitore della nonviolenza che si richiamava a Gandhi, al quale s’ispirava anche nel ricorso allo sciopero della fame quale strategia di lotta, lo stesso Pannella si recò nei campi di battaglia non lontano da Osijek, dove si fronteggiavano le forze croate e quelle serbe, per dare il proprio sostegno alla Croazia nella sua battaglia difesa”. Nonostante fosse un pacifista convinto, Pannella sostenne fin dal principio che la politica aggressiva di Milošević dovesse essere fermata ad ogni costo. L’aver indossato l’uniforme dell’esercito croato fu da parte sua un chiaro messaggio per tutti. Il suo supporto all’intervento militare si fece ancora più deciso in seguito all’aggressione ai danni della Bosnia-Erzegovina.
A differenza di quanto avviene in Bosnia, dove la maggioranza dei politici non sa nemmeno chi fosse Pannella, a Zagabria lo si celebra pubblicamente per aver supportato la guerra patriottica. Già all’inizio degli anni 2000, il parlamentare croato Tonino Picula consegnò a Marco Pannella ed Emma Bonino il riconoscimento ufficiale per il loro impegno a partire dal 1991.
L’appello per il processo a Milošević
Poiché il pubblico è all’oscuro delle nozioni più elementari riguardo a Pannella, credo siano in pochi a sapere che, già a metà degli anni Ottanta, fu proprio lui a presentare presso l’Ambasciata di Jugoslavia a Roma la proposta di far entrare la Jugoslavia nell’Unione europea. Non solo: poco prima dell’inizio degli anni Novanta, nel corso di una visita a Zagabria, Pannella aveva espresso il proprio sostegno per l’adozione di un sistema multi-partitico in Jugoslavia.
In quanto membro del Partito Radicale, Marco Pannella criticò aspramente l’indifferenza della politica europea verso la guerra in ex Jugoslavia. Riteneva infatti che l’Europa sarebbe dovuta intervenire militarmente, e per questo in seguito espresse comprensione per l’intervento armato degli Stati Uniti.
Il Partito Radicale Transnazionale è stato il primo sostenitore politico dell’istituzione del Tribunale Penale Internazionale. Poco dopo la firma degli accordi di Dayton, Marco Pannella ed Emma Bonino lanciarono una petizione con la quale si chiedeva che Milošević fosse processato per crimini di guerra. La raccolta delle firme iniziò subito dopo l’11 luglio 1995, in seguito al genocidio di Srebrenica. All’epoca l’impresa era tutt’altro che semplice: le persone trovavano difficile credere all’eventualità che Milošević venisse processato per i crimini commessi.
‘No Taliban, no Vatican’
Per comprendere il senso delle sue iniziative, è importante ricordare chi fosse Pannella al di là del suo impegno nei territori della ex Jugoslavia.
Pannella nacque il 2 maggio 1930 a Teramo, 62 anni prima che in quella stessa data avesse inizio l’assedio di Sarajevo. Laureato in diritto all’Università di Urbino, lavorò per un periodo come giornalista. Per la maggior parte della propria vita si è occupato di politica, facendovi il proprio esordio tra le fila del movimento liberale italiano.
Nonostante non abbia mai fatto parte del governo, Pannella è stato uno dei più importanti politici in ambito italiano ed europeo. Nel 1955 è stato fra i fondatori del Partito Radicale Italiano, e 8 anni più tardi ne è diventato segretario. Fra i primi esponenti del movimento ambientalista in Europa, è stato più volte parlamentare italiano e ha ricoperto 4 mandati come europarlamentare.
Nel corso della sua carriera politica è sempre stato pronto a stringere alleanze con la destra e con partiti di sinistra. Impegnato soprattutto nella difesa dei diritti civili e politici in Italia, ha avuto un ruolo decisivo anche nella riforma del finanziamento pubblico ai partiti politici e nel frenare la corruzione nella politica italiana.
Le provocazioni che utilizzava per far infuriare i propri avversari portarono questi ultimi a definirlo un “clown della politica”. In qualità di difensore dei diritti civili, guidò la lotta per i diritti delle donne e anche grazie a lui furono promulgate le leggi sul diritto al divorzio e all’aborto. Gran parte delle iniziative di Pannella era diretto contro i valori della Chiesa Cattolica, una posizione ben descritta dall’immagine che lo ritrae di fronte al Vaticano con la scritta “No Taliban, No Vatican”.
Difensore dei diritti umani
Nonostante le proprie posizioni anti-clericali e i numerosi conflitti con la Chiesa, Pannella ha saputo mantenere rapporti relativamente corretti con il Vaticano, senza esimersi dal cooperare con le istituzioni della Santa Sede per cause comuni come la lotta alla fame nel mondo.
Ha combattuto per il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, per l’abolizione della pena di morte e dell’ergastolo. Per promuovere la depenalizzazione del consumo di cannabis, ha distribuito hashish ai passanti nel centro di Roma, azione per la quale è stato arrestato. Nel contesto della lotta contro i falsi moralismi e le ipocrisie, suscitò indignazione pubblica quando scelse come candidata del proprio partito la pornostar Ilona Staller, nota come Cicciolina.
Fu anche grazie ai suoi punti di vista liberali e radicali, se alla fine degli anni ’80 il Partito Radicale Transnazionale divenne una delle opzioni politiche più interessanti d’Europa. Le campagne di Pannella sono state spesso accompagnate da scioperi della fame che molte volte finivano con il ricovero in ospedale. Aveva più di 80 anni, quando intraprese l’ultimo sciopero per protestare contro le condizioni disumane nelle carceri italiane. Alcuni anni prima, nel 2006, aveva scioperato contro l’esecuzione del presidente iracheno Saddam Hussein. Nel 1968 scioperò a causa dell’occupazione sovietica della Cecoslovacchia…
La Bosnia Erzegovina ha perso un amico
Pannella è stato profondamente ispirato dal pensiero del Mahatma Gandhi e di Martin Luther King. Il Dalai Lama fu suo amico personale. Anche se controverso ed eccentrico, Pannella ha goduto di grande rispetto anche da parte dei suoi “nemici”, tra cui la maggior parte dei leader cattolici come il Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco. L’attuale pontefice si sarebbe premurato più volte dello stato di salute del leader radicale nel corso degli ultimi giorni di vita di quest’ultimo.
In occasione della sua morte, il premier italiano Matteo Renzi lo ha ricordato come "un grande leader politico che ha segnato la storia di questo paese con le proprie battaglie, in alcuni casi controverso, ma sempre coraggioso e onesto. Pannella è stato un combattente e un leone della libertà".
La sua stretta collaboratrice Emma Bonino lo ha definito come un personaggio "molto amato, ma che ha ottenuto pochi riconoscimenti per i propri meriti".
Se n’è andato un uomo che ha avuto un grande impatto sulla scena pubblica e politica, un’esistenza che l’Italia ricorderà a lungo. Che ne sia consapevole o meno, non c’è dubbio che anche la Bosnia Erzegovina, con la scomparsa di Marco Pannella, ha perso un buon vecchio amico.