A scuola di diritti umani in Turchia
Un progetto dell’Università Bilgi, di Istanbul, stimola gli studenti delle scuole primarie turche a ragionare creativamente di eguaglianza e diritti dell’uomo. Con risultati sorprendenti. Dal quotidiano Radikal, un’immagine delle trasformazioni in corso nella realtà scolastica turca
Di Umay Aktas, Radikal, 30 Marzo 2005
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Fabio Salomoni
Le lezioni del corso di "Nozioni di cittadinanza e Diritti Umani" per gli studenti dell`ottava classe terza media, ndt della scuola primaria Sururi nel quartiere di Kasimpasha (uno dei quartieri più difficili della vecchia Istanbul) si svolgono in un modo molto originale. Gli studenti infatti invece di essere costretti ad imparare a memoria un gran numero di concetti, elaborano una nuova costituzione, discutono di democrazia ed uguaglianza. All´interno del progetto della Clinica del Diritto del Centro di Ricerche Giuridiche sui Diritti Umani dell’Università Bilgi, gli studenti di alcune scuole primarie vengono stimolati a mettere in discussione le strutture sociali. Idil Elveris, coordinatore del progetto, spiega come concetti quali democrazia, costituzione, uguaglianza e diritti umani siano stati scelti appositamente: "Facciamo lezione discutendo. La ragione che ci ha portato a scegliere questo quartiere è che vogliamo rafforzare quei settori della società che hanno maggiori difficoltà. Inoltre i nostri studenti di diritto fanno un’esperienza importante".
Argomento della lezione è l’uguaglianza: in una classe di 64 studenti non vola una mosca. Can Yildiy e Gizem Ersen, studenti dell’ultimo anno di Giurisprudenza, distribuiscono un foglio agli studenti, in esso vi è la descrizione di un paese immaginario nel quale ci sono nunerose diseguaglianze. Uno degli studenti comincia a leggere: "Nel Paese degli Sportivi, dove tutti fanno sport, vengono emarginati gli handicappati fisici. Un giorno un famoso giocatore di basket del Paese, in seguito ad un infortunio, rimane paralizzato. Egli dà il via ad una campagna di raccolta di firme per chiedere che i canestri vengano abbassati in modo da permettere a giocatori in carrozzella di poter giocare. La Federazione Basket rifiuta però questa richiesta con la motivazione che, essendo tutti i cittadini uguali, non è possibile fare una discriminazione di questo tipo".
A questo punto gli studenti cominciano a discutere: per prima cosa condannano la discriminazione degli handicappati, poi difendono la necessità di garantire le condizioni necessarie perché anche gli handicappati possano fare sport. A questo punto gli insegnanti spiegano che cos`è la discriminazione positiva ed invitano gli studenti a fare degli esempi. Comincia Kubra Topbas: "In alcune città le ragazze non vengono mandate a scuola. I maschi invece studiano. Inoltre per le ragazze c`è anche il divieto di lavorare. La campagna ‘Forza ragazze, a scuola!’ una campagna promossa dal Ministero dell`Educazione in collaborazione con numerose organizzazioni internazionali, con lo scopo di combattere l’evasione scolastica femminile, ndt opera quindi una discriminazione positiva". Latife Arslan invece prende un esempio dal film Titanic "Sulla nave i ricchi stanno nei piani alti, i poveri invece stanno in basso, nei posti più sporchi. Se la nave dovesse affondare darebbero le scialuppe di salvataggio ai ricchi".
A questo punto gli insegnanti leggono l`articolo della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali, senza distinzione di lingua, religione o razza. Kubra Ertan però protesta, dice che negli uffici pubblici prima si sbrigano le pratiche di quelli che danno una bustarella mentre i poveri sono costretti ad aspettare. Un`altro studente aggiunge: "Negli ospedali l’amico del dottore passa davanti alla coda senza aspettare e viene visitato subito". Gli insegnanti facendo continuamente domande cercano di stimolare gli studenti a pensare ed a suggerire soluzioni. Ad esempio viene chiesto agli studenti se uguale coincida sempre con giusto: "Se l’istruzione fosse a pagamento, sarebbe uguale per tutti" ma gli studenti protestano: "Questo non può essere giusto perche` i ricchi possono pagare facilmente ma i poveri no", un altro studente trova subito la soluzione: "Allora, che i ricchi creino un`associazione ed aiutino i poveri!".
Molto positivi i commenti degli interessati. Il Preside della scuola, Tamer Gumusay: "I corsi vengono gestiti in modo splendido. Ora gli studenti riescono a stabilire tra loro relazioni più consapevoli. Hanno imparato a responsabilizzarsi verso i problemi. Fin dall’inizio del corso mostrano forti reazioni verso tutte le violazioni dei diritti umani. Hanno imparato molto dai loro fratelli maggiori universitari ed è anche cresciuta la fiducia in loro stessi. Ora anche il più passivo degli studenti della classe prende la parola, sono ora consapevoli di essere individui". Gli studenti: "Nel corso delle lezioni ho imparato quali sono i miei diritti", "Dopo quello che ho imparato mi comporto in modo più giusto con tutti. Prima evitavo di fare la coda alla mensa, adesso non lo faccio più". "Qualche giorno fa in banca un uomo anziano mentre era in coda è passato davanti ad una signora, io sono subito andata da lui e gli ho detto che stava sbagliando", un altro studente conclude: "Durante il corso abbiamo imparato che una lezione non consiste nell’imparare a memoria qualcosa…"