Macedonia
Divenuta indipendente nel 1991, è conosciuta per i suoi laghi e i suoi monasteri. Nel 2001 ha attraversato un breve conflitto terminato lo stesso anno grazie alla firma degli Accordi di Pace di Ohrid. Per saperne di più naviga questo fotoracconto
Questo fotoracconto, originariamente parte della sezione "Racconta l’Europa all’Europa", è stato aggiornato alla primavera 2016 grazie al Modulo Jean Monnet The EU and the political development in South-East Europe/EUSEE
Questo fotoracconto, originariamente parte della sezione "Racconta l’Europa all’Europa", è stato aggiornato alla primavera 2016 grazie al Modulo Jean Monnet The EU and the political development in South-East Europe/EUSEE
Posta al centro dei Balcani e snodo delle principali vie di comunicazione nell’area, la Macedonia (25.173 kmq) confina ad ovest con l’Albania, a sud con la Grecia, ad est con la Bulgaria e a nord con Serbia e Kosovo. La capitale Skopje ha circa 600.000 abitanti. Per la diplomazia internazionale si chiama ancora FYROM (ex Repubblica jugoslava di Macedonia) a causa di una lunga disputa con la vicina Grecia che rivendica per sé l’uso del termine Macedonia. La moneta è il "Denar", la lingua ufficiale il macedone. L’albanese è ufficiale nelle municipalità dove è madrelingua per almeno il 20% dei residenti, ed è la lingua del principale gruppo etnico di minoranza.
Nella foto: la mappa della Macedonia / Shutterstock.com
Paese piccolo ma vario e sorprendentemente ricco : siti archeologici, monumenti che testimoniano un passato di splendori e tormenti, e bellezze naturali che lasciano esterrefatti. Il terreno è prevalentemente montagnoso. Tre grandi laghi, il Lago di Ohrid, il Lago Prespa e il Lago Dojran si trovano sui confini meridionali della repubblica, tagliati dalle frontiere con l’Albania e la Grecia. Il principale corso d’acqua, il Vardar, lambisce la capitale Skopje per poi attraversare tutta la piccola repubblica da nord a sud e sfociare in Grecia nel Mar Egeo.
Nella foto: Il villaggio di Stavica, Macedonia / copyright Shutterstock.com
La Macedonia ha poco più di due milioni di abitanti. La capitale, Skopje, circa 600.000. Secondo i dati dell’ultimo censimento del 2002 il 64,2% della popolazione si è dichiarata macedone, il 25,2% albanese. A seguito degli Accordi di Ohrid, che nel 2001 hanno messo fine ad un breve conflitto armato nel paese, la lingua albanese è ufficiale a livello locale nei comuni in cui vi è presenza etnica albanese superiore al 20% della popolazione. Vi sono poi numerose minoranze, fra le quali le più importanti sono: turchi, serbi, bulgari, arumeni (o macedo-rumeni), rom.
Nella foto: in centro a Skopje, capitale della Macedonia / Marjola Rukaj
Dagli inizi ‘900, la “questione macedone” è al centro dell’attenzione europea. La regione, ancora parte dell’Impero ottomano, era nelle mire di Bulgaria, Serbia e Grecia, affrancatesi nel secolo precedente dal controllo di Istanbul. Dopo le guerre balcaniche di inizio ‘900, la fetta principale della Macedonia storica viene divisa tra Grecia e Regno di Jugoslavia. La Macedonia “jugoslava” viene occupata dalla Bulgaria sia durante la Prima e che la Seconda guerra mondiale. Nel 1945, alla fine del conflitto, ottiene lo status di Repubblica federale nella nuova Jugoslavia socialista.
Nella foto: Skopje, la capitale della Macedonia, in una cartolina d’epoca
La Macedonia nasce con l’indipendenza dalla Jugoslavia socialista l’8 settembre 1991. Risparmiata dai primi conflitti per la dissoluzione jugoslava, viene destabilizzata nel 1999 dalle centinaia di migliaia di profughi albanesi in fuga dalla guerra in Kosovo. Esplode quindi nel 2001 un breve conflitto armato tra le due principali componenti etniche del paese, che si risolve pochi mesi dopo con gli accordi di Ohrid con cui si regolano i rapporti tra maggioranza macedoni e albanesi.
Nella foto: Lungo le sponde del lago di Ohrid / Shutterstock.com
Oggi la Macedonia vive in una sorta di limbo, condannata a restare fuori da Unione europea e NATO a causa delle difficili relazioni con gli altri vicini balcanici, ed in particolare per l’opposizione della Grecia ad aprire i negoziati di adesione nonostante ripetuti pareri positivi della Commissione europea (e lo status di paese candidato ottenuto nel 2005). Il governo di Skopje negli ultimi anni si è distinto per il processo di “antichizzazione” del paese, politica culturale che sostiene l’esistenza di una discendenza diretta tra i macedoni odierni e gli antichi sudditi di Alessandro Magno. Del controverso processo fa parte il progetto “Skopje 2014”, che ha riempito strade e piazze della capitale di monumenti che glorificano il passato macedone.
Nella foto: Skopje / Shutterstock.com
Nella foto: Skopje / Shutterstock.com
Spesso ci riescono ad arrivare solo i turisti più testardi, quelli che non si arrendono alle prime difficoltà. Ma quando si arriva, si trova un’oasi di pace e serenità. Sono i monasteri della Macedonia, un potenziale unico dell’offerta turistica del paese. Tra questi ad esempio il monastero di San Nicola, situato ai margini del villaggio di Manastir in Macedonia meridionale. E’ uno dei luoghi più suggestivi dal punto di vista naturalistico del paese, ma anche tra i più poveri e soggetti allo spopolamento. Il monastero venne eretto nell’11mo secolo. Oggi della rivitalizzazione delle sue attività, e della sua foresteria, ne giova l’intero villaggio, prima quasi completamente abbandonato.
Nella foto:Il monatsero di St. Joakim Osogovski, in Macedonia / Shutterstock.com
Nasce a Kratovo, cittadina suggestiva e nascosta della Macedonia orientale. E’ figlio del sole e del vento che baciano i monti Osogovski, che dominano la regione, e del sale che arriva dal vicino Mar Egeo. E’ il sale pestato, antica spezia preparata mescolando nel "dibek", pesante mortaio d’acciaio, decine di odori e aromi dalla menta piperita al rosmarino, dal mais tostato alla “majčina dušica”. Usato per accompagnare pasticci tradizionali detti “mantije”, insalate o semplicemente per regalare aroma unico al pane appena sfornato, il sale tostato è l’anima del sapere culinario di questa regione della Macedonia.
Nella foto: il bouquet di ingredienti del sale pestato / Ivo Danchev