Salonicco: l’UE allo specchio
A Porto Carras i leader dell’UE. A Salonicco i suoi cittadini. In migliaia per parlare di cittadinanza, diritti sociali, diritti degli immigrati. Un breve reportage di Ljubisa Vrencev, collaboratore del sito OneWorld SEE.
Mentre i vertici dell’UE si riunivano a Porto Carras movimenti, gruppi, ONG, greche ed europee si sono date appuntamento, dal 17 al 22 giugno, a Salonicco. Workshop, manifestazioni, seminari ed eventi culturali che hanno visto la partecipazione di circa 100.000 persone. Cuore dell’evento sono stati l’Università di Salonicco, il centro congressi "Vellidio" ed il Teatro Regio, "occupati" dalla società civile che vi ha esposto le proprie ragioni ed i propri punti di vista, spesso diversi da quelli espressi ad una ventina di chilometri di distanza, a Porto Carras.
Tra le altre cose si è discusso di educazione interculturale, democrazia e diritti fondamentali, riconoscimento istituzionale del ruolo della società civile nella nuova Europa e di diritti sociali in un’Europa allargata. Un’attenzione del tutto particolare è stata rivolta alla questione dell’allargamento dell’Unione e dell’integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali. In questo contesto è stato presentato al Teatro Regio l’appello promosso dall’Osservatorio "L’Europa oltre i confini" e l’iniziativa "L’Europa si incontra", prevista per il prossimo settembre. Il giorno precedente era stato dedicato alle manifestazioni contro la "Fortezza Europa", per favorire un approccio europeo a difesa dei diritti degli immigrati e dei rifugiati.
Alla manifestazione conclusiva, attraverso il centro di Salonicco, hanno partecipato più di 70.000 persone. Tra questi gli aderenti al Social Forum greco, gli attivisti del Partito comunista greco, semplici cittadini ed alcuni altri gruppi tra i quali anche circa 2000 dei cosiddetti "black block" parte dei quali muniti di molotov, bastoni, maschere anti-gas. Questi ultimi hanno sempre agito come corpo separato dall’intero corteo cercando in continuazione lo scontro con la polizia.
"Purtroppo" hanno dichiarato i rappresentanti del Social Forum greco, "la copertura da parte dei media del controvertice è stata quasi esclusivamente limitata alle violenze dei black block". "Invece di parlare delle decine di migliaia di manifestanti pacifici e dei contenuti espressi durante manifestazioni, workshop ed eventi vari si è focalizzata l’attenzione su vetrine infrante di banche, ristoranti e librerie" per poi concludere affermando che "in ogni caso ci si attendeva una copertura di questo tipo. Tutto deve essere spettacolarizzato e meglio ancora se vi è sangue e violenza. Una buona scusa per non veicolare i contenuti antiliberisti e contrastanti le decisioni prese dai leader europei".
Ciononostante i giorni di controvertice a Salonicco sono stati un successo per i movimenti sociali e le iniziative dei cittadini greci. Un’opportunità per decine di migliaia di singoli partecipanti, gruppi, iniziative civiche, di scambiare idee, opinioni, informazioni ed esperienze per rilanciare o creare nuove alleanze e reti, per mettere in contatto iniziative simili ma sino ad ora sconnesse.
Essendo stato testimone delle violenze esercitate dai black block devo dire che quella novantina di negozi sfasciati e bruciati hanno in parte rovinato l’atmosfera positiva che si respirava al controvertice ma non hanno provocato grandi reazioni da parte degli organizzatori che si percepivano estranei a quanto accadeva. Le autorità greche, da parte loro, hanno sottolineato che è stato possibile che non vi fossero feriti durante le manifestazioni proprio perché l’obiettivo principale era quello di "proteggere le vite umane", a prescindere dai danni materiali che avrebbe subito la città. In questo hanno avuto pieno successo e, come hanno affermato le autorità locali della regione Macedonia-Tracia, "abbiamo fatto si che non accadesse un’altra Genova". Ljubisa Vrencev
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