Uno sguardo sulla crisi politica in Croazia

Drazen Budisa ritorna alla guida dell’HSLS e subito mette in dubbio il governo. In Croazia si cammina sul sottile equilibrio tra compromesso possibile ed elezioni anticipate.

18/03/2002, Redazione -

La crisi in seno al governo croato va avanti ed è seguita attentamente da quotidiani e periodici del paese. Non è ancora chiaro se la crisi tra i due maggiori partiti della coalizione – SDPe HSLS – sarà tale da portare alle elezioni anticipate o se qualche compromesso le eviteranno.
Nei giorni scorsi Drazen Budisa, da poco rieletto alla guida dell’HSLS, aveva richiesto le dimissioni di cinque ministri espressi dal suo partito. Su alcuni di questi le dimissioni sono state accettate da parte del primo ministro Ivica Racan ma è ancora incerto il futuro del vice primo ministro Goran Granic e del ministro per l’economia Goranko Fizulic, poiché, soprattutto per quanto riguarda quest’ultimo il primo ministro Racan insiste affinché rimangano sino a quando siano portati a compimento gli importanti progetti iniziati.
Per il quotidiano Vecernji list, del 6 marzo scorso, "l’SDP come partito che si trova a pensare di dover forse affrontare le elezioni non vuol far associare agli elettori la caduta della coalizione di governo ad una propria responsabilità e quindi cerca di spiegare agli elettori che nel caso un compromesso non venisse trovato ogni decisione verrà demandata al parlamento e poi si vedrà se le elezioni sono inevitabili". Il dilemma espresso da Vecernji list è il seguente: l’SDP è disponibile a sacrificare il ministro per l’economia Fizulic in cambio della promessa di due anni minacciosi di "coabitazione" con l’HSLS o insisterà perché Fizulic rimanga al suo posto almeno sino a maggio e sino all’importante firma degli Accordi CEFTA?
Ivica Djikic, del Feral Tribune, commenta così: "Budisa sta forzando con mosse distruttive anche tra i suoi sostenitori e l’intero paese è tenuto ostaggio dei grovigli causati da SDP e HSLS.
Un altro commentatore del Feral Tribune, Marinko Culic, afferma che "considerando che la divisione destra-sinistra non sembra più essere di moda nei paesi democratici e che invece la cosiddetta "terza via" lo è, i socialdemocratici sembrano essere oramai "più realisti del re". Hanno gettato via tutte le loro pretese ideologiche ed ora si fanno portatori delle istanze del libero mercato che i "partiti capitalisti" (HSLS ed HNS) osteggiano in modo risoluto. Le ideologie sono ridotte a monetine utili per raggiungere i compromessi tra i vari partiti e l’intero paese sembra essere stato trasformato in un ring per la lotta. Per questo non ha nessuna importanza se questa crisi verrà risolta con un compromesso o non verrà risolta affatto. Anche si riuscisse a trovare la migliore tra le soluzioni possibili sarebbe solo un breve armistizio tra venditori di fumo in guerra tra loro che non sono in grado di raggiungere alcun accordo poiché sono politicamente insipidi".
Davor Krile su Slobodna Dalmacjia il 12 marzo firma invece un editoriale nel quale si considera l’eventualità di elezioni anticipate: "Perché andare ad elezioni immediate quando andrebbe sicuramente a vantaggio di pochi? Non vi è un briciolo di riflessione e nessuno considera la propria responsabilità nella cattiva reputazione che i partiti oramai hanno tra gli elettori. Le cose che sono chiare in modo cristallino a qualsiasi elettore sembrano non esserlo a questi "fieri ribelli": il mandato elettorale che hanno dissipato con le loro frivole frizioni non ritornerà verso di loro come un boomerang. Il volere degli elettori è inversamente proporzionale alla fame di potere delle classi dirigenti che cercano di presentare eventuali elezioni anticipate come un’ingiustizia servita a loro a causa di una, a parer loro legittima, pretesa di essere al centro dell’universo politico croato".
Un sondaggio d’opinione pubblicato su Novi list evidenzia come se si andasse ad elezioni anticipate l’SDP potrebbe contare sul 29% dei voti ma l’HDZ seguirebbe a brevissima distanza con il 27%; l’HSLS di Drazen Budisa sarebbe il terzo partito in Croazia con una percentuale che si attesterebbe sul 16%. In tale contesto l’incontro segreto tenutosi tra il Presidente croato Stipe Mesic con uno dei contendenti alla direzione dell’HDZ Ivic Pasalic ha causato grande scandalo. La notorietà di Pasalic è in ascesa è l’incontro con Mesic non ha fatto che confermare questo trend. L’incontro ha shoccato il grande pubblico anche perché Mesic è stato in passato tra i più attivi nella "de-tudjmanizzazione" del paese.
Ivic Pasalic è stato l’uomo della settimana sulle pagine del Feral Tribune: "La coalizione al potere spera che la vittoria alla presidenza dell’HDZ del falco nazionalista Pasalic garantisca una riconferma dei "moderati" alla guida del paese. Ma secondo il Feral Pasalic gioisce ed afferma: se voi, gentiluomini, continuerete a combattermi in questo modo ancora per alcuni mesi sarò al governo in modo molto più facile di quanto ci si potesse aspettare. Avete visto i sondaggi televisivi che danno la destra al 57%? Sono felice nel poter dire che nemmeno sotto Tudjman si raggiungevano tali percentuali".
Pasalic ha "usato Mesic per riciclarsi ed umiliare il Presidente", ha affermato il commentatore Srecko Jurdana sul settimanale Nacional. "Ma Mesic è il vero rebus. Perché infatti accettare di cenare con Pasalic? Forse ha ritenuto necessario incontrare Pasalic dopo che anche i leader della Coalizione lo avevano fatto. Se il Presidente riesce a sacrificare la sua morale ed il suo credo a considerazioni pragmatiche allora il suo spessore etico con il quale è riuscito a guadagnarsi la presidenza era solo un’illusione. Inoltre Mesic non era forse consapevole che Pasalic avrebbe reso pubblico l’evento non appena gli fosse convenuto?".
Intanto il 12 marzo scorso sembrava oramai raggiunto "l’accordo dell’ultimo minuto": a Drazen Budisa sarebbe andato l’incarico di vice-primo ministro a capo del gruppo di coordinamento politica interna-politica estera. Goran Granic rimarrebbe all’interno del governo ma come indipendente e non in "quota" HSLS. Le dimissioni di Tusek e Fizulic verrebbero invece accettate.
L’SDP del primo ministro Racan ha però rinviato qualunque accordo alla firma di un documento programmatico comune che caratterizzasse l’azione di governo sino alla fine della legislatura. E la difficoltà maggiore a questo proposito riguardava il tema dei rapporti con il Tribunale Penale Internazionale. Budisa si era dimesso dal governo proprio in seguito alla decisione da parte della coalizione di centro-sinistra di estradare all’Aja due generali croati, Rahim Ademi e Ante Gotovina, indiziati per crimini di guerra.
Tre giorni dopo, il 15 marzo, la Ccn, tv indipendente di Zagabria, ha reso noto che i leader dei cinque partiti di governo avevano raggiunto un accordo sul programma risolvendo così la crisi iniziata settimane prima. I leader dei partiti di centrosinistra hanno sottoscritto un documento sul programma prossimo del governo che riguarda le riforme economiche e politiche, privatizzazioni e collaborazione con il Tribunale penale internazionale (Tpi). L’accordo conferma indiscrezioni che già erano emerse giorni prima: Budisa diventerà il primo vice premier e solo due ministri, dai cinque inizialmente richiesti dai Budisa, si dimettono, quello dell’economia Goranko Fizulic e dei trasporti Alojz Tusek. Per ora si è fuori dalla crisi …

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