Romania: centralità strategica

A fine novembre la Romania ha ospitato numerosi vertici internazionali, a conferma della sua centralità strategica a seguito del conflitto in Ucraina. Una rassegna 

05/12/2022, Mihaela Iordache -

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28 novembre 2022, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ad una conferenza stampa a Bucarest a seguito di un suo incontro con il presidente rumeno Klaus Iohannis - © Alexandra Pandrea/Shutterstock

Bucarest è stata negli ultimi giorni il centro della diplomazia internazionale alla luce di tre eventi significativi: la riunione dei ministri degli Affari Esteri degli stati membri della NATO (29-30 novembre), il Munich Leaders Meeting (28-29 novembre) – che mette insieme un gruppo di relatori di alto livello per discutere di questioni estere e di sicurezza – e un incontro del G7 il 29 novembre. Tutto questo a conferma dell’importanza strategica della Romania per la sicurezza di un’area scossa dalla guerra in Ucraina.

La Romania, membro della Nato dal 2004, ha sempre sottolineato l’importanza strategica del Mar Nero. Quando la Russia ha aggredito l’Ucraina nel febbraio scorso il contesto politico, militare e di sicurezza ha portato in effetti a porre grande attenzione al fianco orientale dell’Alleanza Nord Atlantica. L’importanza del Mar Nero è stata ribadita anche dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che ha ricordato più volte che fin dal 2014 l’Alleanza ha aumentato la sua presenza nella zona.

Il capo della diplomazia romena, Bogdan Aurescu, parlando alla ministeriale Nato ha sottolineato che gli eventi ospitati da Bucarest si sono svolti  in un momento critico per  la sicurezza regionale ed euroatlantica e che in questo contesto la Romania è particolarmente attiva.

In effetti fin dall’inizio del conflitto Bucarest ha richiesto una presenza rafforzata della Nato sul proprio territorio. Ha condannato la Russia, ha sostenuto le sanzioni, ha appoggiato l’Ucraina, ha aiutato i rifugiati ucraini a transitare o a stabilirsi in Romania. Il confine in comune con l’Ucraina e le preoccupazioni per il destino della Moldavia hanno però contribuito ad un discorso diplomatico cauto da parte di Bucarest che finora ha sempre evitato di parlare di aiuti militari per l’Ucraina, puntando, invece, sulla priorità degli aiuti umanitari. 

Nel luglio scorso Klaus Iohannis, presidente della Romania, dichiarava in tal senso in una conferenza stampa: “Siamo in guerra, non siamo in una situazione di cui parliamo con tranquillità, davanti ad un caffè. La guerra è vicina a noi. Ed è saggio, durante una guerra, non dare all’avversario informazioni vitali. Di conseguenza, dichiariamo pubblicamente che aiutiamo l’Ucraina con tutto quello che possiamo e questo facciamo”. 

Ogni dichiarazione, quindi, ha il suo peso. Ne è consapevole anche il ministro della Difesa Vasile Dîncu, obbligato di recente a rassegnare le proprie dimissioni dopo aver dichiarato che “la pace può essere negoziata se l’Ucraina è disposta a cedere territori.”

La ministeriale Nato di Bucarest

A meno di 250 km dalla Crimea e a poche centinaia di chilometri dalla linea del fronte in Ucraina, la diplomazia NATO si è riunita per due giorni a Bucarest per il più importante incontro organizzato dalla Romania dopo il summit Nato del 2008 e il primo incontro di questo tipo organizzato in un paese dell’Europa del sud-est. È stato anche il primo incontro a cui hanno partecipano i ministri degli Esteri di Finlandia e Svezia, stati in fase di ingresso nell’Alleanza Nord Atlantica. E infine è stato anche il primo incontro di questo tipo a cui ha preso parte un ministro degli Esteri della Repubblica di Moldova.

Il ministro degli Esteri romeno Bogdan Aurescu ha sottolineato per l’occasione che l’organizzazione di questo incontro a poche centinaia di chilometri dalla linea del fronte in Ucraina rappresenta per Bucarest un segnale di solidarietà dell’Alleanza Nord Atlantica ma anche un messaggio di solidarietà della Romania per l’Ucraina, per il popolo ucraino, di fronte all’aggressione della Federazione Russa. Aurescu ha inoltre ricordato il sostegno multidimensionale della Romania, con particolare attenzione al sostegno umanitario per gli oltre 2,9 milioni di cittadini ucraini che hanno attraversato i confini della Romania. Inoltre resta essenziale il ruolo della Romania nel transito di grano e altri prodotti agricoli per milioni di tonnellate. Dal punto di vista logistico il ministro degli Esteri romeno ha evidenziato che la Romania svolgerà anche un ruolo rilevante quando si porrà la questione della ricostruzione dell’Ucraina.

La dichiarazione

Nel documento reso pubblico a fine summit i ministri degli Esteri dei 30 paesi membri della Nato hanno condannato la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, soprattutto contro la popolazione e le infrastrutture civili, le ripetute violazioni dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e il ricatto energetico praticato da Mosca. Inoltre la ministeriale ha ribadito il sostegno della NATO alla sovranità, integrità territoriale, indipendenza e alle aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina – come, tra l’altro, erano state già sancite nelle decisioni del vertice di Bucarest del 2008.

I paesi dell’Alleanza hanno inoltre dichiarato che continueranno ad intensificare la loro assistenza all’Ucraina, in coordinamento con tutti i loro partner, in primo luogo l’Unione europea. La Nato si impegna inoltre a rafforzare il sostegno alla Repubblica di Moldova, alla Georgia e alla Bosnia Erzegovina al fine di sostenere l’integrità, la resilienza, le capacità e l’indipendenza politica di questi stati.

Nella riunione ministeriale NATO di Bucarest sono stati adottate una relazione sulla Cina, nonché una sui Balcani occidentali. Per la Romania, “questo incontro ha confermato, come avevamo proposto fin dall’inizio, il valore strategico del Mar Nero, il pieno impegno della NATO per la sicurezza della Romania e degli altri stati del fianco orientale, ma anche il ruolo cruciale delle relazioni transatlantiche nel garantire la sicurezza europea”. “Possiamo affermare che tale incontro è stato ed è una tappa decisiva per l’attuazione delle sostanziali decisioni adottate al Vertice di Madrid e, al tempo stesso, rappresenta un’importante tappa preparatoria al Vertice NATO di Vilnius del prossimo anno”, ha concluso il ministro degli Esteri romeno Bogdan Aurescu.

Visti USA, spazio Schengen

Era presente a Bucarest per la riunione della ministeriale NATO anche il Segretario di stato americano Antony Blinken. Durante i suoi incontri con le autorità romene ha parlato della cooperazione tra i due paesi nell’ambito del Partenariato Strategico che quest’anno ha compiuto 25 anni di esistenza. “È un partenariato sostenuto da rapporti economici solidi in crescita, da rapporti nel campo dell’energia e di investimenti che offrono nuove opportunità per romeni ed americani. Gli Stati Uniti continueranno a sostenere gli sforzi della Romania per costruire istituzioni democratiche solide, per combattere la corruzione e per rafforzare lo stato di diritto”, ha dichiarato il capo della diplomazia americana. Nessun passo avanti sulla questione invece dei visti per gli Usa. I cittadini romeni aspettano sin dalla caduta del regime comunista nell’89 di poter viaggiare liberamente negli USA: il discorso di visti turistici tra le autorità di Bucarest e quelle di Washington è un argomento centrale ma negli ultimi 30 anni non si sono ottenuti risultati tangibili.

Un alto obiettivo della Romania – che riguarda sempre la libera circolazione, questa volta in ambito europeo – resta l’entrata del paese nell’area Schengen. Potrebbe non essere lontana. L’8 dicembre prossimo il Consiglio Giustizia e affari interni dell’Ue si pronuncerà in merito all’adesione della Romania, della Bulgaria e della Croazia nell’area Schengen, dopo parere favorevole di Parlamento e Commissione europea.

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