Legislative in Macedonia del Nord: la guerra dei sondaggi
In questi giorni si sta votando in Macedonia del Nord per le politiche. E i due principali partiti in lizza, Socialdemocratici e Vmro-Dpmne non hanno fatto altro che dichiarare che i vincitori saranno loro
(Pubblicato originariamente da Deutsche Welle il 13 luglio 2020, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Obct)
Nelle ultime settimane di campagna elettorale quasi ogni giorno vi è stata la pubblicazione di un sondaggio sulle intenzioni di voto, la cui autenticità è stata immediatamente contestata da coloro che venivano indicati come sconfitti. Il Vmro-Dpmne, ad esempio, ha screditato i risultati di un sondaggio di Brima Gallup, che dava in netto vantaggio l’Alleanza socialdemocratica della Macedonia (Sdsm). E quest’ultimo partito ha fatto lo stesso con un sondaggio dell’Istituto Bips, che nessuno aveva sentito fino ad allora nominare, che dava risultati molto diversi più favorevoli ai nazionalisti-conservatori attualmente all’opposizione. E mentre questa guerra di sondaggi reali o falsi continuava, i leader dei due principali partiti hanno costantemente spiegato che la loro vittoria alle elezioni era "certa".
Lo scopo di queste manipolazioni non è solo quello di creare confusione tra i cittadini, ma anche di influenzare quegli elettori che generalmente aspettano fino all’ultimo momento per decidere per chi votare. Zoran Zaev e Hristijan Mickoski, rispettivamente a capo di Sdsm e Vmro-Dpmne hanno così trascorso il loro tempo a dichiarare che sarebbero stati i "sicuri" vincitori delle elezioni. Aggiungendo persino dettagli sul numero di voti che otterranno e il divario che vi sarà tra i due partiti…
Hristijan Mickoski non ha perso occasione per sottolineare nelle sue apparizioni pubbliche che il Vmro sarebbe uscito vincitore mentre Zoran Zaev si è chiesto se vincerà "con 60.000 o 120.000 di vantaggio". Secondo gli esperti, questi discorsi si rivolgono principalmente alla base elettorale dei due partiti, ma anche a coloro che vengono chiamati "opportunisti", vale a dire elettori che aspettano fino all’ultimo momento per dare il loro voto al potenziale vincitore.
Corteggiare gli "opportunisti"
"Secondo me, in ogni elezione, tra i 15.000 e 25.000 elettori votano per il probabile vincitore", ha dichiarato un ex funzionario politico, che ha seguito diverse campagne elettorali ma che desidera rimanere anonimo. "Quando questi elettori percepiscono che qualcuno sta vincendo, si radunano attorno a quest’opzione". Tra questi "opportunisti" vi sono uomini d’affari e funzionari statali e molti di loro possono facilmente indovinare chi vincerà le elezioni.
Per l’analista politico Petar Arsovski, il numero di elettori coinvolti da questo fenomeno è in realtà molto più elevato. A suo avviso quasi il 20% dell’elettorato potrebbe esserne interessato. "L’elettorato macedone ha una cultura estremamente autoritaria. Vuole sempre essere fedele al vincitore e al potere. Molti cittadini stanno quindi aspettando il giorno delle urne per sapere chi vincerà e si raduneranno attorno a quell’opzione".
La comunicazione del partito non è solo orientata verso coloro che vedono le elezioni come un’opportunità per beneficiare di qualcosa. “Questo tipo di campagna influenza anche i membri del partito. Se questi ultimi sono convinti della vittoria del loro movimento, lavoreranno molto più duramente per raggiungere questo obiettivo”, continua Petar Arsovski.
Difficile dire chi sta vincendo questa guerra di comunicazione. Ma tutti gli analisti ritengono che questi voti opportunistici saranno quelli che decideranno il 15 luglio chi vincerà, soprattutto perché a causa della pandemia di Covid-19 l’affluenza alle urne potrebbe essere estremamente bassa.
"Nel 2016, il divario tra le due parti era molto ridotto e nessuno sapeva chi avrebbe vinto la battaglia, nonostante sembrasse che il Vmro-Dpmne avesse un piccolo vantaggio nei giorni precedenti alle elezioni. Questa volta, l’Sdsm vuole dare l’impressione di essere in testa ed il Vmro-Dpmne sta facendo di tutto per modificare questa percezione", continua il nostro esperto anonimo, ricordando che la battaglia viene combattuta anche denigrando i risultati dei sondaggi. Per questo, ciascuna parte pubblica i propri sondaggi, la cui rilevanza è dubbia, ma comunque sufficiente a creare confusione nell’opinione pubblica.