Cipro: la diplomazia dell’halloumi

A Cipro, cooperare attraverso i confini che dividono greci e turchi è sempre complicato. Tuttavia, anche grazie all’intervento UE, il formaggio halloumi, uno dei simboli dell’isola, torna ad essere un patrimonio condiviso dalle due comunità

16/08/2022, Mary Drosopoulos - Nicosia

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Formaggio "halloumi" - © sweet marshmallow/Shutterstock

“Le montagne di Kerynia bruciavano da giorni! Dio non voglia, potevamo vedere il fumo dalla nostra parte. Le forze britanniche e israeliane hanno cercato di aiutare, ma invano. Il vento devastante lo rendeva impossibile. E poi, quando le forze greche si sono unite alla battaglia, oh, all’improvviso, una pioggia battente ha spento l’incendio che aveva distrutto migliaia di acri. Non è un miracolo? Chi si aspetterebbe una pioggia del genere nel cuore dell’estate? Non è il modo in cui Dio ci dice che dovremmo lasciare da parte le nostre differenze e imparare ad aiutarci a vicenda?”

Salvati dalla volontà di collaborare

Quella mattina, all’inizio di luglio, Eleni Nikolaou raccontava in modo vivido la storia alla giovane donna che si aggirava per il suo negozio di souvenir nel centro di Limassol, osservando i ninnoli che solitamente acquistano i turisti, come una minuscola statua raffigurante la dea Afrodite o un portafortuna a forma di occhio per proteggersi dal malocchio. Il punto di partenza della conversazione era stato il caldo soffocante sull’isola che era iniziato a giugno e sarebbe proseguito fino a settembre, come ogni estate a Cipro. Questa volta non c’erano state vittime, a differenza dello scorso luglio, quando un incendio boschivo scoppiato fuori Limassol aveva distrutto 50 case e ucciso quattro braccianti egiziani. Quello era stato descritto dai media come il peggior incendio dell’isola da decenni.

Quest’anno, però, "Dio aveva risparmiato i ciprioti", come diceva Eleni. Il 22 giugno 2022, un incendio era scoppiato nell’area di Kantara della catena montuosa di Kyrenia, nello stato separatista turco-cipriota di Cipro del Nord. L’incendio sarebbe stato causato da un cortocircuito su un mezzo agricolo: alimentate da forti venti, le fiamme si erano propagate rapidamente, portando all’evacuazione preventiva dei villaggi.

In questa situazione di emergenza e sotto la supervisione delle forze di pace delle Nazioni unite, che avevano inviato alla Repubblica di Cipro una richiesta di aiuto dal nord, aerei antincendio di entrambe le parti di Cipro divisa erano entrati in battaglia, insieme a forze israeliane e britanniche. Gli sforzi coordinati erano riusciti a controllare in parte l’incendio venerdì pomeriggio, ma poi i venti hanno cambiato direzione, riaccendendo le fiamme.

Secondo rapporti locali, le autorità turco-cipriote avrebbero poi rifiutato ulteriori aiuti da parte degli aerei del governo cipriota, che erano rimasti in attesa. Per evitare il peggio, si tenevano pronte comunque anche le forze greco-cipriote, solo per essere informate dall’altra parte che una forte pioggia scesa su quella parte dell’isola durante la notte aveva finalmente estinto l’incendio.

Eleni lo chiama “intervento divino”. Non è l’unica. La "miracolosa" salvezza delle montagne di Kerynia è stata sulla bocca di tutti per settimane. Tassisti e venditori al dettaglio hanno probabilmente fatto la parte del leone. Nonostante le diverse versioni circolanti, la morale era la stessa: i ciprioti erano stati premiati per la loro disponibilità a collaborare.

Un mese dopo, l’UE, come un altro deus-ex-machina, avrebbe approvato un importante pacchetto di misure volte a sostenere il miglioramento delle relazioni bi-comunitarie.

In particolare, lunedì 25 luglio 2022, la Commissione europea ha annunciato l’adozione di un Programma annuale di aiuti per la comunità turco-cipriota del valore di 33,43 milioni di euro. Elisa Ferreira, Commissario europeo per la coesione e la riforma, ha affermato che “la nuova serie di progetti mira a sostenere lo sviluppo economico, la riconciliazione e le misure di rafforzamento della fiducia”.

Questo sviluppo è avvenuto in seguito alla registrazione da parte della Commissione del formaggio halloumi/hellim come Denominazione di Origine Protetta (DOP) nell’aprile 2021, decisione accolta con favore da entrambe le comunità come un atto che protegge il nome del prodotto dall’imitazione e dall’uso improprio attraverso l’UE e che può apportare vantaggi economici all’intera isola di Cipro.

Da pomo della discordia a simbolo di unità

Prima della registrazione del marchio DOP da parte della Commissione, l’halloumi era stato per anni il pomo della discordia tra la comunità greca e turca di Cipro. Proprio come altri prodotti contesi (ad esempio, soutzoukos/sucuk lokum), le due parti erano apertamente in disaccordo sull’"etnia" di questo speciale tipo di formaggio.

Ovviamente, le ragioni di questo disaccordo non erano solo di natura culturale, ma anche economiche. In termini finanziari, la parte greca di Cipro deteneva il redditizio monopolio dell’halloumi, facendo buon uso dell’accesso al mercato UE.

Secondo dati UE, solo nel 2019 il sud di Cipro ha esportato 33.000 tonnellate di halloumi nel resto dell’UE. Certamente queste cifre saranno influenzate dalla Brexit, dato che il Regno unito, ex potenza coloniale a Cipro e patria dei cosiddetti "Charlies", cittadini britannici di origine cipriota, è di gran lunga il più grande consumatore di halloumi nell’UE. Secondo i dati pubblicati sul Financial Times (16.04.2021), “nel 2019, l’ultimo anno intero di permanenza del Regno unito nell’UE, il Paese ha rappresentato il 53% del volume di tutte le importazioni di formaggi ciprioti”.

La controversa "diplomazia dell’halloumi"

Quando la Commissione ha deciso di aiutare la parte settentrionale di Cipro sbloccando la possibilità di fare affari all’interno del blocco, i produttori greco-ciprioti hanno inizialmente visto questa mossa come una minaccia per la propria attività. L’UE ha risposto condividendo statistiche che dimostrano che il mercato globale è sufficientemente ampio da assorbire la produzione sia della parte settentrionale che di quella meridionale dell’isola.

Inoltre, con il suo attuale programma di aiuti , la Commissione prevede misure per aiutare in particolare i turco-ciprioti a soddisfare gli standard UE in materia di sicurezza e igiene alimentare, nonché per le aziende lattiero-casearie e la qualità della produzione lattiero-casearia. Questi sforzi placano le vecchie affermazioni dei greco-ciprioti secondo cui l’halloumi prodotto dai turco-ciprioti potrebbe essere di qualità inferiore, danneggiando la reputazione generale del prodotto.

Anche la parte turca aveva espresso le proprie preoccupazioni. L’apertura del mercato significherebbe praticamente che Cipro del Nord, che non riconosce l’adesione all’UE ottenuta dall’isola nel 2004, dovrebbe ora accettare l’autorità del governo di Cipro e dell’UE. Il ministro degli Esteri di Cipro del Nord, Tahsin Ertuğruloğlu, lo ha definito "un tentativo vergognoso da parte dell’UE e dell’amministrazione greco-cipriota di dominare la volontà politica della Repubblica turca di Cipro del Nord". Allo stesso tempo, i produttori nord-ciprioti dovrebbero sottoporsi a ispezioni private e compiere ulteriori sforzi per soddisfare gli standard UE.

Commercio a parte, in termini di simbolismo e connotazione, l’UE scommette sul fatto che, per quanto possa sembrare semplice, il formaggio halloumi/hellim sia un grande paradigma di pratica culturale condivisa che appartiene a entrambe le comunità e va oltre l’etnia o la religione. L’halloumi non è né greco né turco, è puramente cipriota e serve, quindi, come segno di identità condivisa, facilmente comprensibile e abbracciata da tutti.

Il ministro degli Esteri cipriota Nikos Christodoulides ha affermato che questo sviluppo è di "grande importanza" e potrebbe promuovere la riconciliazione sull’isola inviando "un chiaro messaggio" in questa direzione.

Rafforzare le relazioni bi-comunitarie costruendo ponti di fiducia tra le comunità turca e greca a Cipro è una chiara priorità per la Commissione europea, che ha espresso apertamente l’intenzione di facilitare e, in definitiva, realizzare la riunificazione dell’isola. In questo contesto, il programma di aiuti dell’UE prevede il proseguimento di generosi finanziamenti per la Commissione per le persone scomparse e la Commissione tecnica per il patrimonio culturale.

Infine, il programma annuale comprende misure in linea con le priorità del Green Deal europeo, attraverso le quali mira a promuovere l’occupazione e l’innovazione verde nell’isola.

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