Dall’India all’Armenia: le violazioni della legge sul lavoro
Non sono pochi i lavoratori stranieri che arrivano in Armenia in cerca di una vita migliore e per aiutare la propria famiglia. Non sempre però è questa la situazione che trovano
Sobborgo di Yerevan, strada stretta, cortile esiguo ed un altrettanto piccolo appartamento: una camera da letto, un soggiorno e una cucina. Parvez, 38 anni, e i suoi 4 amici che si sono trasferiti in Armenia dall’India, vivono in questi 45 metri quadri da sei mesi. Sono venuti in Armenia sognando una vita migliore e prospera. Dell’esistenza dell’Armenia sono venuti a conoscenza da un amico, anche lui indiano, che vi si era trasferito.
"Il mio amico vive in Armenia da circa 2 anni. Si era detto contento quando abbiamo parlato al telefono, ha detto che la vita qui è migliore, trovare un lavoro è possibile e che era pagato abbastanza bene. In breve, mi ha convinto a trasferirmi", racconta Parvez.
Parvez, che di professione fa il cuoco, aveva difficoltà a trovare un lavoro attraverso il quale potesse mantenere la sua famiglia. Alla fine, ha deciso di partire per cercare lavoro in Armenia.
"Non sono venuto da solo, sono venuto con amici, avevamo tutti bisogno di un lavoro. Anche loro sono cuochi, e sono rimasti nel settore. Io ho preferito lavorare nelle costruzioni perché lì lo stipendio era più alto. Ho calcolato che avrei vissuto con la metà del denaro ricevuto e che ne avrei inviato metà alla mia famiglia. Ci sarebbe stato ancora del denaro da risparmiare, in modo che una volta tornato in India, avrei potuto disporre di una certa somma".
Non è però andata così. Per i primi tre mesi non ha ricevuto lo stipendio, il datore di lavoro ritardava il pagamento ogni mese. Alla fine Parvez si è trovato costretto a lasciare il lavoro ed ha iniziato a lavorare con i suoi amici nel settore della ristorazione.
"Durante quei mesi ho accumulato debiti: prendevo soldi dai miei amici per pagare la mia parte dell’affitto dell’appartamento, avevo anche bisogno di mangiare, di pagare le bollette. Ora vengo pagato bene, ma devo ancora pagare i miei debiti prima di poter realizzare i miei piani finanziari".
Parvez ora non può recuperare gli stipendi non pagati. Dice di essere ben consapevole che la colpa è sua, perché ha accettato di lavorare senza contratto e ora non ha alcuna base legale su cui presentare una denuncia contro il suo ex datore di lavoro.
"Se non c’è un contratto di lavoro, l’organismo di controllo non ha la possibilità di intervenire”, specifica Igit Hakobyan, capo del dipartimento di controllo della legislazione del lavoro dell’Organismo di ispezione della salute e del lavoro dell’Armenia.
“Nella Repubblica d’Armenia gli stranieri hanno il diritto di gestire liberamente le loro capacità lavorative, di scegliere la professione e il tipo di attività, di impegnarsi in attività economiche non vietate dalla legislazione della Repubblica d’Armenia, osservando le restrizioni definite dalla legislazione della Repubblica d’Armenia” aggiunge Hakobyan.
Per ottenere un permesso di lavoro per un dipendente straniero il datore di lavoro si deve rivolgere ad un servizio del ministero del Lavoro e degli Affari Sociali. L’assunzione di stranieri senza una residenza o permesso di lavoro porta ad una responsabilità amministrativa.
In principio il codice del lavoro armeno sancisce l’uguaglianza delle parti nei rapporti di lavoro indipendentemente dal loro sesso, razza, nazionalità, lingua, cittadinanza. Per quanto riguarda gli stranieri – e in altri campi – non sempre è così.
Parvez racconta che non è stato l’unico ad aver affrontato un simile problema. Dice che solo dopo quello che gli è successo, ha scoperto che è accaduto anche ad un altro conoscente.
"Nel caso mio e del mio amico, il nostro datore di lavoro era indiano. Siamo venuti in Armenia attraverso un mediatore, e poi abbiamo ottenuto un lavoro con l’aiuto dello stesso mediatore. Eravamo entrambi convinti che ottenere un lavoro senza alcun documento ufficiale non fosse un problema. Abbiamo ricevuto una buona lezione: non agire mai sulla base di un semplice accordo verbale", dice Parvez.
Durante tutta l’intervista l’uomo non ha voluto fornire informazioni personali oltre al suo nome. Dice che non vuole che nessuno a casa sappia che è stato vittima di un tale inganno. Solleva la questione solo per aiutare le persone come lui, che vanno all’estero per lavoro senza conoscere la legge vigente.
Secondo la legge in vigore in Armenia, il rapporto di lavoro tra il dipendente e il datore di lavoro nasce da un contratto di lavoro scritto. Ne deve essere consegnata copia entro tre giorni dalla sua accettazione. In caso di violazione dei diritti del lavoro i lavoratori possono anche presentare un reclamo online all’Organismo di controllo sopra menzionato.
L’intero processo di rilascio dei permessi di lavoro e dello status di residenza agli stranieri è in fase di digitalizzazione in Armenia. Il programma di riforma è stato approvato dal governo nel 2019, quest’anno è stato adottato il pacchetto legislativo relativo. Come risultato, sarà creata una piattaforma elettronica unificata per i dati degli stranieri.