Elezioni in Serbia, alcune cifre

Riportiamo alcuni dati e numeri relativi alle imminenti elezioni politiche che si svolgeranno in Serbia. I dati ovviamente sono previsioni condotte da istituti di analisi, sulla base di un campione della popolazione

24/12/2003, Redazione -

Elezioni-in-Serbia-alcune-cifre

A cura di Luka Zanoni
Tra qualche giorno, il 28 dicembre, in Serbia si terranno le elezioni politiche-parlamentari, si vota quindi per il nuovo governo serbo. Il precedente si era trovato in minoranza un paio di mesi fa, ufficialmente è caduto con la mozione di sfiducia avanzata dai radicali e dal DSS (Kostunica), in realtà il governo serbo guidato dalla DOS (con in testa il DS di Zivkovic il premier che ha sostituito Djindjic dopo la morte) era già in minoranza e non era stato in grado di far uscire il paese dalla crisi del dopo omicidio, anzi si è trovato sotto pressione per i numerosi scandali che hanno visti coinvolti alcuni dei suoi funzionari.

Il 16 novembre, ci si ricorderà, si sono tenute le elezioni presidenziali e per ben tre volte consecutive non sono riuscite a portare alla Serbia un presidente della repubblica. Il dato significativo delle precedenti elezioni è stata la consistente vittoria dei radicali. 49.6% su un totale di 38,5% di elettori andati alle urne.
Per certi versi si è trattato di una sorpresa, ma occorre considerare la scarsa affluenza alle elezioni presidenziali, solo 2.5 milioni di elettori, con il boicottaggio delle elezioni da parte di due dei partiti più seguiti, ossia che godono di un forte sostegno, DSS e G17 plus.

Secondo la RIK (Republicka Izborna Komisija – Commissione repubblicana per le elezioni) i votanti complessivi sono circa 6.5 milioni, ma occorre considerare che le stime degli analisti e dei centri di indagine sull’opinione pubblica valutano un’affluenza compresa tra i 3.2 e 4 milioni di elettori.
Ciò significa che le percentuali che risulteranno dalle elezioni del 28 dicembre saranno differenti rispetto alle elezioni presidenziali. Certamente è atteso un buon risultato dei Radicali, i quali però non raggiungeranno certo il precedente risultato conseguito alle presidenziali.

Secondo il sondaggio condotto dall’istituto Strategic Marketing pubblicato il 18 dicembre, i Radicali dovrebbero guidare con il 25%, poi a seguire il G17 plus con il 21%, il DSS 17%, il DS 12%, SPS di Milosevic 8%, SPO-NS 5% (quest’ultima è una coalizione tra il Partito per il rinnovamento serbo di Vuk Draskovic e Nuova Serbia, partito del sindaco di Cacak, Velimir Ilic favorevoli al ritorno della monarchia in Serbia).
Della ventina di liste presentate e dei circa 70 partiti presenti alle elezioni, per un totale di oltre 4.000 candidati, si prevede che solo sei o sette partiti entreranno a far parte del parlamento. La percentuale necessaria per entrare in parlamento, ossia lo sbarramento limite, è del 5%, vale a dire che sono necessari circa 180.000 voti per oltrepassare il limite parlamentare.

Nonostante le rumorose dichiarazioni dei Radicali sul raggiungimento di oltre un milione di voti, nessuna delle indagine condotte nell’ultimo mese gli attribuisce più di 800-900 mila voti. Parecchi ma non certo necessari per formare da soli il nuovo governo.
Secondo i dati dell’Agenzia di Novi Sad, NS Media, i Radicali dovrebbero ottenere circa 74 posti in parlamento, il DSS con circa 700 mila voti, 52 posti, G17 plus con 550 mila voti, 40 deputati, DS 500 mila voti 34 posti, SPS 450 mila voti 30 posti, SPO 300 mila voti 20 posti in parlamento. Quelli elencati sono anche i partiti che più probabilmente entreranno senza problemi in parlamento.

Secondo questa agenzia è prevista un’affluenza tra i 3.9 e i 4.1 milioni di elettori, ossia oltre il 61% di partecipazione sul totale complessivo dei potenziali elettori.
Confermato Milosevic come capo lista del SPS e Seselj come capolista dei Radicali. Oltre a queste due figure note della scena politica serba, vanno nominati gli altri due accusati dal TPI dell’Aia che si presenteranno alle elezioni, il generale in pensione Nebojsa Pavkovic candidato per il blocco popolare e l’attuale capo della polizia Sreten Lukic, presente nelle liste del partito del ministro dell’interno Dusan Mihajlovic, Liberali della Serbia, LS.

Queste candidature hanno fatto discutere parecchio e si sono ripetute per giorni le polemiche sui quotidiani. Tuttavia la legge elettorale serba non prevede l’interdizione di quei candidati che sono accusati di essere criminali, in particolare vale per il Tribunale Penale Internazionale, dal momento che fino a prova contraria gli accusati sono innocenti e non possono essere definiti criminali prima della sentenza del processo. Questo da un punto di vista legale. Ma sono stati in molti a sollevare la questione morale. Tra i vari anche la stessa presidentessa dello YUCOM, l’unione degli avvocati serbi, Bilijana Kovacevic Vuco. La quale sulle pagine del settimanale NIN la scorsa settimana ha reagito piuttosto duramente alla candidatura dei generali, ritenendola appunto immorale.
Difficile dire in questo momento da chi sarà formato il nuovo governo serbo. La maggior parte dei partiti col maggior peso politico si sono dichiarati espressamente contrari alla formazione del nuovo governo con i Radicali. Sempre che mantengano fede alle promesse fatte, DSS, G17 plus e DS non faranno un governo con gli ultranazionalisti di Seselj e Nikolic.

Se da un lato la UE e la cosiddetta comunità internazionale ha espresso il desiderio (per altro come è stato per la Croazia) di un governo allargato, ossia formato da DSS, DS e G17 plus, sembra sempre più probabile che il futuro governo possa essere formato dal DSS di Kostunica, che potrebbe diventare premier, il G17 plus e la coalizione di Draskovic e Ilic.
Kostunica ha dichiarato che non formerà alcuna coalizione con i Radicali, ma ha affermato inoltre che è difficile creare un’intesa con quei partiti che hanno mal governato fino ad oggi. Mentre il DS si trova in una fase piuttosto critica, sotto pressione per lo scandalo della votazione del presidente della Banca centrale, risultata falsificata perché è stata usata la tessera parlamentare di una deputata che durante la votazione si trovava in vacanza, e sotto pressione per l’intento di restituire le tasse sui profitti extra pagate da Bogoljub Karic e dalla sua Astra Banca (si tratta di circa 2.4 miliardi di dinari). Temi questi che hanno trovato ampio spazio nelle campagne degli avversari politici e che hanno messo il DS in un atteggiamento di scuse verso i cittadini, in particolare da parte del capo lista, il ministro della difesa federale Boris Tadic, trovandosi nel difficile compito di "ripulire" il partito dai funzionari sospetti e di renderlo così più presentabile alle elezioni.

Gli analisti locali prevedono, ad ogni modo, che il nuovo governo non rimarrà in carica più di due anni, proprio per la forte instabilità delle coalizioni e delle liste che si presentano alle elezioni, ma soprattutto per l’instabilità delle coalizioni che formeranno il governo.

Vedi anche:
La Serbia non ritorna a Milošević
La monarchia in Serbia: un trucco pre-elettorale
Elezioni in Serbia: il mese delle promesse

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta