Bulgaria: il difficile coming out
A Sofia e tra le élites artistiche ed intellettuali dichiararsi omosessuali o lesbiche non è un problema come in passato. Ma nel resto del Paese avere orientamenti sessuali ‘non ortodossi’ è un problema.
Questione gay durante il comunismo? Un taboo. Negli anni ’70 il regime condusse anche delle campagne di repressione nei confronti della comunità gay bulgara costituita, tra gli altri, da famosi intellettuali, attori e cantanti, ma l’atteggiamento prevalente delle autorità era quello di tenere tutto sotto silenzio.
Dopo la caduta del comunismo, nei primi anni della transizione, la società bulgara ha tentato di liberarsi dei suoi pregiudizi nei confronti di chi era sessualmente orientato in maniera non tradizionale: lesbiche, omosessuali, bisessuali e transessuali.
Molti cantanti e attori hanno dichiarato il proprio orientamento sessuale "non tradizionale" ed i night club frequentati dalla società gay sono letteralmente fioriti a Sofia e nelle città principali del Paese. Il cantante pop-folk Azis, che sale sul palco indossando gonne, è in testa alle classifiche. Gran successo sta avendo anche l’attore e produttore teatrale Marius Kurkinski che ha pubblicamente dichiarato di essersi innamorato di un uomo. La sua versione del "Re Daino" una commedia scritta nel 18mo secolo da Carlo Gocci, ha esordito nel dicembre 2001 a Sofia e viene ancora eseguita sul palco del Teatro Nazionale "Ivan Vazov".
Ciononostante molti dei principali organi della carta stampata trattano la questione intrisi di pregiudizi e spesso si rivolgono ai LGBT indicandoli con termini dispregiativi. Intolleranza che arriva sino in Parlamento dove uno degli ex primi ministri del Paese è stato "accusato" di essere gay e così è accaduto anche per alcuni deputati. "Ehi voi dalle unghie laccate" ha affermato in un’occasione Jorges Ganchev, parlamentare, per stimolare l’attenzione dei colleghi a quanto stava affermando e, probabilmente, per raccogliere qualche punto politico in più. L’appartenenza ad una minoranza sessuale è percepita infatti come negativa in termini di successo politico.
La media dei bulgari ha posizioni conservatrici nei confronti dei gay. Siamo ancora lontani dalle dichiarazioni del sindaco di Parigi che pubblicamente ha affermato di essere felice di essere gay. A Sofia non si è ancora riusciti ad organizzare un Gay Pride e gli LGBT non hanno ancora cittadinanza nelle strade della capitale.
No alle misure punitive
Nel giugno del 2002 il parlamento ha abolito la norma del codice penale che prevedeva persino il carcere per i LGBT. Gli emendamenti furono approvati solo dopo un acceso dibattito in Parlamento. Ivan Kozovski, deputato eletto tra le fila del Movimento Simeone II, ad esempio si oppose argomentando che dal punto di vista medico e religioso l’atto sessuale con una persona dello stesso sesso rappresenta perversione. In un’intervista per il quotidiano Sega aveva poi aggiunto che i cittadini dell’Europa occidentale in questo senso avevano intrapreso una strada di degenerazione sessuale e morale come era accaduto durante l’Impero romano. Si era inoltre lamentato del fatto che la Bulgaria fosse costretta ad accettare le pressioni europee ed aprovare nuove norme a riguardo.
Desislava Petrova – presidente dell’organizzazione gay Gemini – spiega come i politici bulgari abbiano tre atteggiamenti nei confronti delle comunità gay. "Alcuni di loro
hanno mentalità aperta e collaborano con noi. Altri collaborano esclusivamente perché vogliono adempiere alle richieste europee ed infine ce ne sono altri che ci ignorano completamente e si rifiutano finanche di parlare con noi al telefono. Tra questi alcuni adottano posizioni del tutto estreme, come il parlamentare che, due anni fa in Parlamento ha mostrato una copia della Bibbia e ci ha invitato a "bruciare al rogo". Nel complesso le istituzioni statali non mostrano disponibilità nei nostri confronti". Desislava ha inoltre spiegato ad Osservatorio sui Balcani come resta molto difficile organizzare un Gay Pride in Bulgaria. Gli omosessuali restano infatti titubanti nel mostrarsi pubblicamente per strada. Non sembrano inoltre affatto attratti ad identificarsi con un’organizzazione od un movimento. "Forse" conclude la presidente di Gemini "perché la gente in Bulgaria è stanca del comunismo e di qualsiasi cosa assomigli ad un’organizzazione".
La neonata con tre genitori
Monica Pisankaneva è presidente del centro per lesbiche e donne bisessuali Bilitis, nato nel 2003. Nel 2001 teneva un corso sulle "Identità sessuali" presso la New Bulgarian University di Sofia. Attualmente sta conducendo ricerche sullo stesso tema. Nel giugno del 2004 è divenuta anche madre. Tre persone si occupano della sua bambina. Suo marito, la sua ragazza e naturalmente lei stessa. Nel 2002 Monica dichiarò al settimanale Eva: "Ero già sposata quando mi sono resa conto di desiderare di vivere anche con una donna. Non perché il mio matrimonio fosse fallimentare ma perché ne avevo bisogno". Ha spiegato allora tutto al marito che ha accettato di continuare a stare con lei raggiungendo quello che forse può essere definito il sogno di tutte le femministe: l’assoluta libertà e l’assoluto rispetto della scelta personale. Monica desidera chiarire che rispetta il proprio marito come partner e che desiderava fosse il padre dei suoi bambini. "Mia figlia ha tre genitori e non ho alcuna intenzione di nascondere il mio orientamento sessuale", afferma.
Questa struttura famigliare non viene però riconosciuta dalle autorità. Il 3 giugno scorso il Parlamento ha approvato un emendamento alla legge vigente in materia di diritti di maternità. Sino ad allora si prevedeva per le giovani madri il diritto di due anni di maternità retribuita più un eventuale altro anno non retribuito. L’emendamento prevde ora la possibilità per i padri di astenersi dal lavoro per sei mesi all’interno del primo anno di vita del bambino. Nessuna parola in merito alle coppie dello stesso sesso. "In Bulgaria la legge non protegge le coppie dello stesso sesso. Se desidero avere un figlio da crescere assieme alla mia partner non veniamo riconosciute come famiglia. Noi omosessuali non abbiamo gli stessi diritti degli eterosessuali. Non possiamo acquistare assieme una casa, non possiamo ereditare uno dall’altro", afferma Desislava Petrova.
Discriminazioni
Secondo Desislava il problema più grosso dei LGBT in Bulgaria riguarda il processo del cosiddetto coming out e cioè relativo alla manifestazione ed accettazione delle loro preferenze sessuali. Se avviene spesso porta ad un isolamento all’interno della società bulgara. Vi sarebbero differenti modalità di discriminazione. Dal trattamento iniquo sul posto di lavoro, a veri e propri pestaggi e licenziamenti. "Recentemente abbiamo ricevuto la denuncia di una caso dove ad un dipendente il proprio datore di lavoro ha intimato di legarsi i capelli e comportarsi da uomo. Non è mai avvenuto che ad una donna si chiedesse di indossare collane meno vistose", nota Desislava.
Dal primo gennaio 2004 vige in Bulgaria una legge contro le discriminazioni. Viene messa al bando qualsiasi discriminazione basata su motivi di sesso, razza, nazionalità, appartenenza etnica, età, orientamento sessuale ecc. La legge prevede multe che partono da 250 leva, circa 128 euro sino a 2000, circa 1000 euro. Prevede inoltre la creazione di una commissione contro le discriminazioni. L’adozione di questa legge è stata particolarmente rapida solo in seguito alle pressioni europee, sostiene Desislava. "La maggior parte del testo della legge è stato scritto dalle ONG bulgare anche se dopo i parlamentari hanno adottato degli emendamenti che non ci soddisfano. Ma non abbiamo scelta, dobbiamo basare le nostre azioni su questa legge. Anche prima che si arrivi alla creazione della commissione la legge permette di avviare procedimenti contro persone accusate di discriminazioni". L’organizzazione che lei guida cerca comunque di risolvere le questioni innzitutto grazie al dialogo ed attraverso incontri, conversazioni e lettere. Sta inoltre lavorando ad uno studio sul livello di discriminazioni subite dalle comunità gay nel Paese. Ad oggi non vi sono infatti dati statistici sul numero di persone con orientamenti sessuali non-tradizionali. "Una persona su dieci è attratta da persone dello stesso sesso. Lo chiariscono alcune ricerche internazionali. La Bulgaria non fa certo eccezione", ritiene Desislava.
Divertirsi
Le organizzazioni più grandi che si occupano di integrazione sociale delle minoranze sessuali in Bulgaria sono la fondazione Queer Bulgaria, il centro Bilitis, l’associazione Gemini ed il centro sportivo Tanga. Nella capitale vi sono anche molti locali frequentati da LGBT. Tra questi i due più famosi sono lo Spartacus ed il George. In periferia e nelle campagne la società gay è molto più nascosta. Vi sono club gay solo nelle città più grandi. I più conosciuti il Kaligula ed il D’amour a Plovdiv ed il Spartacus Summer nel periodo estivo a Varna, sul Mar Nero.